E' evidente da tempo che una delle emergenze socio-economiche nella fase post Covid riguarda in modo preponderante l'occupazione e le nuove forme di lavoro, che presuppongono percorsi di formazione e riqualificazione del personale per adeguarlo alle rinnovate esigenze delle imprese. Ad affermarlo è il consigliere Dem Alessandro Olivi nella premessa a una nuova interrogazione (v. testo in allegato) rivolta alla Giunta provinciale e all'assessore competente.
Trento, 5 luglio 2021
I tempi straordinari che stiamo vivendo impongono di combattere il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e di garantire a chi perde il posto competenze di qualità che valgano un’assunzione. “Ora che il governo ha attuato lo sblocco dei licenziamenti -afferma Olivi- si impone di intervenire con urgenza. Purtroppo ancora una volta la Giunta è ferma, mancano nuove idee e si è in ritardo sul potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego. Ciò non permette di affrontare nel modo adeguato le sfide future e di migliorare le performance del mercato del lavoro locale. Sembra addirittura che l’Esecutivo stia pensando di risolvere il problema seguendo la strada più corta e sbrigativa, eliminando i sostegni al reddito e immaginando che poi le persone possano arrangiarsi da sole nel ricercare un lavoro”.
Il consigliere afferma quindi che serve un Piano straordinario per offrire ai disoccupati e agli esclusi dal mondo del lavoro una formazione adeguata e spendibile con strumenti evoluti di personalizzazione dei percorsi di formazione e riqualificazione del personale espulso. “I servizi per l’impiego hanno bisogno di figure specializzate, capaci di interloquire con la pluralità delle aziende del territorio - afferma - ed è indispensabile istituire un osservatorio che monitori la domanda di lavoro delle imprese per ridurre il tempo necessario a coprire i posti di lavoro vacanti”.
Nel dispositivo il consigliere Olivi chiede quali siano le azioni che la Giunta intende promuovere in termini di potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego e quali misure stia attuando per la presa in carico, la personalizzazione dei percorsi di formazione e riqualificazione dei percettori del sostegno al reddito. Chiede inoltre il numero di persone che nel 2019 e nel 2020 hanno avuto accesso agli interventi provinciali per l'attivazione lavorativa e occupazionale e quante persone sono riuscite a ricollocarsi.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione a risposta scritta n.
Politiche attive del lavoro: servono investimenti sui Centri per l’impiego, più formazione qualificata e nuovi strumenti di presa in carico dei disoccupati
Il cambiamento globale che sta coinvolgendo l’economica, anche a seguito della pandemia, ci sta proiettando verso richieste di nuove forme di lavoro che presuppongono percorsi di formazione e riqualificazione del personale per adeguarlo alle rinnovate esigenze delle imprese. Il processo è irreversibile e la politica deve attrezzarsi con gli strumenti adatti per essere in grado di cogliere le nuove opportunità.
I tempi straordinari che stiamo vivendo impongono di combattere il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e di garantire a chi perde il posto competenze di qualità che valgano un’assunzione.
Anche a livello locale sia il Sindacato che Confidustria sono recentemente intervenuti sul tema concordando sulla necessità di attuare un investimento nella ricollocazione e professionalizzazione in quanto il lavoro c’è ma sta cambiando e serve per questo ripensare le politiche attive e rilanciare il ruolo e le potenzialità dell’Agenzia del lavoro e dei Centri per l’impiego.
E’ ben vero che la Giunta ha ritenuto prioritaria e strategica la sfida di “Spingere le persone disoccupate o inoccupate all’attivazione lavorativa” inserendola nel Documento degli interventi per le politiche del lavoro provinciale della XVI Legislatura e nel dicembre dello scorso anno ha approvato il documento “Interventi di politica attiva del lavoro per favorire la ripresa del mercato del lavoro in esito al periodo emergenziale”, ma sembra che ancora una volta alle parole non seguano i fatti in quanto nella realtà nulla è cambiato.
Lo sblocco dei licenziamenti deciso dal governo a partire dal primo di luglio u.s. impone di intervenire con urgenza.
Purtroppo la mancanza di risposte da parte della Giunta, di nuove idee e di potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego non ci permettono di affrontare nel modo adeguato le sfide future e di migliorare le performance del mercato del lavoro locale.
Sembra addirittura che l’Esecutivo stia pensando di risolvere il problema seguendo la strada più corta e sbrigativa, eliminando i sostegni al reddito e immaginando che poi le persone possano arrangiarsi da sole nel ricercare un lavoro.
Serve invece un Piano straordinario per offrire ai disoccupati e agli esclusi dal mondo del lavoro una formazione adeguata e spendibile.
Inoltre, moderni servizi per l’impiego hanno bisogno di figure specializzate, capaci di interloquire con la pluralità delle aziende del territorio, ed è indispensabile istituire un osservatorio che monitori la domanda di lavoro delle imprese per ridurre il tempo necessario a coprire i posti di lavoro vacanti. Vanno messi in campo strumenti evoluti di presa in carico dei disoccupati, di personalizzazione dei percorsi di formazione e riqualificazione del personale espulso o a rischio disoccupazione.
Tutto ciò premessointerrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente per sapere:
A norma di regolamento, si richiede risposta scritta.
cons. Alessandro Olivi