TRENTO Vaia e la pandemia, pur essendo stati periodi difficili, non valgono come scusa per tutta la prima metà della legislatura. Alla giunta si rimprovera soprattutto la mancanza di dialogo e visione del futuro. Il centrosinistra respinge ogni paternità condivisa sulla Valdastico e non trova molto consenso la visione della Lega come «partito che più valorizza le donne».A. Prandini, "Corriere del Trentino", 1 luglio 2021
Questa in sostanza la risposta delle opposizioni all’intervista al presidente della provincia Maurizio Fugatti pubblicata ieri sul Corriere del Trentino in occasione del giro di boa del suo mandato.
«Certo, ci sono state due emergenze gravi, che sono state gestite anche grazie al supporto di una provincia che già funzionava» è il parere di Sara Ferrari, capogruppo del PD in consiglio. «Ma non possono essere prese come scusa per tutto. Anche prima del Covid sono mancati i piani per il futuro, ci si limita ancora a gestire l’ordinario e ad annunciare centinaia di milioni in arrivo, ma senza affiancarli a idee e riforme». Ieri Fugatti aveva suddiviso i 200 milioni di debito dell’ultima manovra in 25 alla sanità, 40 alla scuola e 80 alla circonvallazione di Canazei. Per la consigliera l’ultimo punto «è simbolico di questa giunta. Da un lato rientra nelle opere progettate dall’amministrazione precedente, dall’altra le viene data una priorità per rispondere a logiche di consenso locale, interventi su piccola scala a favore di questo o quel territorio anziché del Trentino nel suo complesso. Non che non serva, sennò non l’avremmo voluta noi in primo luogo, ma le priorità in questo momento sono altre». A proposito di strade, Ferrari ribadisce che la Valdastico è di paternità esclusiva dell’attuale giunta: «All’epoca ci sedemmo solo a un tavolo di confronto, ma non stringemmo nessun accordo vincolante. Per noi resta un’ipotesi sciagurata, in generale non ci può concentrare solo su edilizia e strade, sul lungo termine non bastano».
Sui 200 milioni interviene anche Filippo Degasperi di Onda Civica. «L’ho letto stamattina (ieri ndr ) sul vostro giornale» afferma il consigliere. «Sulla manovra di bilancio che cita il presidente c’è scritto solo che la provincia ha la facoltà di fare debito. E poi sono importi che fanno ridere, 25 milioni alla sanità sono meno dei 30 che erano previsti per l’ospedale di Cavalese e che questa giunta ha cancellato». E, secondo Degasperi, non è l’unico progetto messo da parte: «Studio di fattibilità per la ferrovia Trento-Canazei? Sparito. Quello per la Rovereto-Riva? Fondi dimezzati. Ammodernamento della linea in Valsugana? Risorse tenute lì ferme. Tunnel del Brennero? In ritardo di anni e manco se ne accorgono, a differenza dell’Alto Adige e del Tirolo. La circonvallazione di Trento è un feticcio, la tirano fuori quando non sanno di che parlare, così come la Valdastico. Il Trentino è stato fermo negli ultimi due anni, ora leggo che stanno arrivando valanghe di soldi e ci saranno un sacco di investimenti, ma chi glieli ha impediti prima del Covid? Mica eravamo una provincia povera, anzi».
Una piccola sponda al presidente arriva da Paola Demagri, capogruppo del Patt, che si dice d’accordo sul «cambio di passo» sul ruolo della Regione chiesto ieri da Fugatti. «Per noi è un ente fondamentale, abbiamo già elaborato un documento, dove le due province possono sviluppare assieme certe competenze — ha detto Demagri — come sostenibilità, grandi carnivori, politiche sanitarie. Anche un tema trascurato come la collaborazione tra i comuni di confine potrebbe trovare in regione un luogo di dialogo». Sul regionalismo però il pentastellato Alex Marini denuncia tre recenti occasioni in cui si è mancato di dargli concretezza: «L’Agenzia regionale per la giustizia è stata istituita a dicembre, ma la giunta non ha mai presentato l’ atto organizzativo. I nuovi vertici di Pensplan sono stati nominati un mese fa senza dare né motivazioni né obiettivi e ci sono state rifiutate le audizioni. Per l’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata — continua Marini — Fugatti in persona si era preso l’impegno per istituirlo, aspettiamo da ottobre la risposta sulla fattibilità tecnica. Insomma, mi pare si dia poco seguito al regionalismo a parole».
Infine sulle donne Ferrari sottolinea come «due donne in giunta ci sono da almeno 20 anni in Trentino, non è questa gran novità. E in più Segnana e Zanotelli ci sono arrivate grazie ai voti che si sono conquistate, mica per concessione dall’alto», mentre Paolo Zanella di Futura ironizza: «Mi ha stupito leggere “le assessore” detto da Fugatti, dato che in aula i leghisti non solo si impuntano nel dire assessori ma addirittura si sono involuti, smettendo di usare “consigliera” per puri motivi ideologici».
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino