Dovrebbe essere questo il titolo della stampa all’indomani dell’approvazione del documento preliminare della variante Pup da parte della giunta provinciale. Il Vicepresidente evidenzia onestamente che la provincia di Trento non ha nessun obbligo a realizzare la Valdastico, chiarendo quindi che l’estensione della possibilità di sbocco a Rovereto è una pura scelta politica della maggioranza leghista.
Alessio Manica, 28 giugno 2021
Eppure sia sulla stampa nel maggio 2019 e poi nel marzo 2021, sia a mia puntuale domanda in aula il presidente Fugatti aveva cercato di arrampicarsi sugli specchi per dire che se il Trentino non avesse realizzato la Valdastico avrebbe potuto incorrere in richieste danni o responsabilità di sorta. Affermazioni che ho sempre contestato in ogni sede. Infatti erano evidentemente sortite frutto della difficoltà in cui versava l’idea fugattiana della Valdastico a Rovereto dopo lo svelamento che feci del progetto, e ora arriva l’autorevole smentita interna del vicepresidente. È evidente quindi che l’inserimento dell’uscita a Rovereto nel Pup, accompagnato dalla dichiarazione che dei quattro tracciati proposti dalla concessionaria veneta alla giunta provinciale interessa solo quello di Rovereto è nella migliore delle ipotesi propaganda elettorale, nella peggiore il tentativo di aiutare i concessionari veneti dopo le note e tombanti vicende giudiziarie che hanno visto vincitore il comune di Besenello e azzerato l’iter amministrativo partito nel 2011. Un altro atto di sudditanza della Giunta alle necessità altrui, in questo caso agli interessi di una società privata che confida in un accordo con il Trentino per uscire dall’angolo giudiziario in cui si trova, comprensivo di milionarie richieste della Corte dei Conti. La proposta su Rovereto, già dal progetto di massima risulta evidente essere un delirio progettuale al limite della realizzabilità tecnica, assurda dal punto viabilistico in particolare per le esigenze del Veneto che cerca la scorciatoia verso nord ed ha infatti già impostato il tratto Veneto verso Trento e infine indubbiamente uno scempio ambientale inaccettabile per chi abbia a cuore prima di tutto il Trentino.
L’adozione del documento preliminare al Pup con l’allargamento del corridoio infrastrutturale fino a Rovereto risponde certamente all’esigenza di comunicare che si vuole andare avanti, ignorando il quadro complessivo tecnico e giuridico tutt’altro che superabile. L’adozione apre però indubbiamente anche una fase formale, nella quale in prima battuta soprattutto i territori debbono far sentire la propria voce.
La Vallagarina si è già espressa in maniera compatta contro l’ipotesi di uscita a Rovereto sud: ora si unisca in una sola voce per chiedere innanzitutto che senso ha aprire una procedura di revisione del Pup in assenza di un quadro condiviso con il Veneto e a livello nazionale rispetto al completamento della Valdastico, e in secondo luogo per partecipare formalmente alla valutazione ambientale strategica e alle successive fasi di modifica del Pup, con l'obiettivo di cancellare la folle previsione di uno completamento della Valdastico con lo sbocco a Rovereto sud. Nel tempo della Next generation you e della ripartenza dopo la pandemia all'insegna della sostenibilità non ha alcun senso ne' alcuna possibilità ripescare dal cassetto della vecchia idea di sviluppo un progetto come il completamento della Valdastico. Il Trentino non merita di essere conosciuto come terra incapace di progettare il proprio futuro e in contrasto con le nuove politiche europee. Sono certo che questa battaglia la possiamo vincere assieme.