Abbiamo appreso con sconforto dell’ennesimo infortunio sul lavoro avvenuto stamane a Besenello, dove un operaio è rimasto ferito nel cantiere del nuovo depuratore.Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al lavoratore e la nostra vicinanza ai suoi familiari.Trento, 17 giugno 2021
In attesa della ricostruzione della dinamica dell’incidente e di avere notizie sullo stato di salute dell’infortunato, non possiamo non sollecitare con urgenza la giunta provinciale a mettere in campo nuove misure per favorire una più diffusa cultura d’impresa e della sicurezza al fine di contrastare il fenomeno infortunistico.
A tal fine abbiamo depositato in Consiglio provinciale una risoluzione, sottoscritta anche da tutte le minoranze (in discussione nella prossima seduta consiliare) che invita la Giunta a promuovere iniziative di contrasto agli indicenti sul lavoro, destinando risorse all’Apss–Dipartimento di sicurezza e ambiente al fine di sostenere nuove attività di prevenzione.
La risoluzione propone anche la creazione di un Fondo dedicato alla salute e sicurezza sul lavoro che possa garantire un ulteriore sostegno socio-economico ai lavoratori infortunati o agli affetti da malattie professionali. Il dispositivo sostiene, poi, la necessità di diffondere sul territorio provinciale iniziative di informazione e formazione a favore delle imprese e dei lavoratori trentini con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
Per il Gruppo Pd del Trentino – Cons.ra Sara Ferrari
IL TESTO DELLA RISOLUZIONE
Misure per favorire la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
La conferenza d’informazione sulla salute e sicurezza sul lavoro del 15 febbraio ha consentito ai Consiglieri provinciali di avere un quadro d’insieme sul fenomeno infortunistico.
I dati della nostra Provincia nel 2020 presentati dall’INAIL sono ancora preoccupanti e questo nonostante la ridotta attività lavorativa delle imprese dovuta alla pandemia.
Gli infortuni sono in aumento, 7640 in occasione di lavoro e 689 in itinere nel 2020 a fronte dei 7363 e 892 del 2019. I settori più interessati nel 2020 sono stati l’industria/servizi con 6565 infortuni in occasione di lavoro e 623 in itinere, il settore dell’agricoltura con 697 infortuni in occasione di lavoro e 35 in itinere ed infine lo Stato con 378 infortuni in occasione di lavoro e 31 in itinere. Le classi di età più colpite sono quelle che vanno dai 45-49 anni (1164 casi), 50-54 anni (1219 casi) e 55-59 anni (1161 casi).
Gli infortuni mortali sono stati 4 in itinere e 9 in occasione di lavoro di cui 7 sono stati riconosciuti definitivamente dall’INAIL. Tra questi, 2 infortuni hanno riguardato il contagio da Covid, 1 il settore dell’industria, 3 il settore dell’agricoltura tra i quali c’è sempre il ribaltamento con il trattore e infine 1 in itinere.
Gli infortuni da Covid denunciati nel 2020 sono stati 2452 di cui 2 con esito mortale. Il picco di denunce si è registrato nel mese di novembre. I casi Covid hanno interessato maggiormente le donne con 1889 casi mentre 563 riguardano gli uomini. Questo dato è giustificato dal fatto che la maggioranza dei contagi da rischio professionale avviene nel settore sanitario e dell’assistenza (59,7%), nei servizi alloggi e ristorazione (28,9%), mentre nel settore manifatturiero solo il 3,3% e nei trasporti/magazzinaggio il 1,9% ed infine il 6,2% in altri settori merceologici. Le professioni più colpite dal contagio da Covid sono gli OSS e gli OSA, i tecnici della salute (infermieri, tecnici –sanitari), il personale delle case di riposo che sono prevalentemente rappresentati dal genere femminile.
Le malattie professionali appaiono invece in sensibile calo rispetto al 2019 anche se particolare attenzione deve essere sempre mantenuta per le malattie osteoarticolari e del tessuto connettivo, le ipoacusie da rumore, i disturbi psichici e i tumori vescicali, polmonari e i mesoteliomi.
La situazione pertanto non è tanto diversa da quanto avviene nel resto del Paese.
E’ decisivo attivarsi per promuovere una più diffusa cultura d’impresa e della sicurezza per contrastare il fenomeno infortunistico con azioni di prevenzione che devono accompagnare l’azione pubblica.
Il nuovo Piano nazionale di Prevenzione 2020-2025 conferma questa impostazione di fondo basata più su un approccio di controllo-impulso piuttosto che su quello di command and control che si esplica attraverso i piani mirati di prevenzione nei settori più a rischio (edilizia, agricoltura, settori carni eccetera).
Un’opportunità importante di destinare risorse economiche alla prevenzione degli infortuni ci viene offerta dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, meglio noto come testo unico in materia di sicurezza sul lavoro.
L’art. 13, sesto comma del D.Lgs. 81/08 prevede che: “ l’importo della somme che l’ASL, in qualità di Organo di Vigilanza, ammette a pagare in sede amministrativa ai sensi dell’articolo 21, comma 2, primo periodo del D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758, integra apposito capitolo regionale per finanziare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro svolta dai Dipartimenti di prevenzione della AA.SS.LL.”
Si tratta di somme variabili anno per anno che nella nostra Provincia rappresentano entrate cospicue (ad esempio per la sola vigilanza nei cantieri edili si parla di circa 180.000 euro nel 2020) per il bilancio dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari nella quale è incardinata l’U.O. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro che si occupa della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro sull’intero territorio.
Il problema è che dal 2008 tali somme in entrata non sono mai state reinvestite nel sistema della prevenzione degli infortuni da parte dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari attraverso il Dipartimento di Prevenzione.
Per questo motivo è urgente, così come è emerso chiaramente anche dalle relazioni degli esperti nella Conferenza d’informazione, provvedere ad indirizzare tali somme nella giusta direzione indicata dal legislatore nazionale nel D.Lgs. 81/08.
La Provincia può destinare tali somme che, si ribadisce entrano da sempre e in modo costante nel bilancio dell’Azienda provinciale per i Servizi sanitari, attraverso un preciso indirizzo politico in linea con le prerogative costituzionali di legislazione concorrente in materia di sicurezza sul lavoro di cui all’art. 117, terzo comma della Costituzione.
Tanto premesso,
il Consiglio provinciale impegna la Giunta:
1. a richiedere all’Azienda Provinciale per i Servizi sanitari di contabilizzare e destinare le somme derivanti dall’applicazione del D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758 in materia di salute e sicurezza sul lavoro per finanziare attività di prevenzione del Dipartimento di Prevenzione;
2. a creare un Fondo dedicato alla salute e sicurezza sul lavoro per garantire un ulteriore sostegno socio-economico ai lavoratori infortunati o agli affetti da malattie professionali;
3. a garantire la formazione, l’acquisto di strumentazione, dotazioni personali e riconoscimento della responsabilità al personale operante presso l’U.O. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro;
4. a implementare sul territorio provinciale iniziative di informazione e formazione a favore delle imprese e dei lavoratori trentini con particolare attenzione alle piccole e medie imprese;
5. intervenire sulla formazione all’utilizzo di macchine che non necessitano di abilitazione ai sensi degli accordi Stato – Regioni e Province Autonome del 2012 per garantire percorsi di accreditamento provinciale degli Enti privati e sulle modalità di progettazione dei corsi.
cons. Giorgio Tonini
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