Oggi l’atteggiamento arrogante e supponente di una consistente parte della maggioranza regionale ha inflitto un nuovo ed inatteso colpo alla credibilità delle Istituzioni dell’autonomia regionale.
Trento, 26 maggio 2021
In vista del rinnovo di metà legislatura della presidenza del Consiglio regionale, con la connessa turnazione tra gruppi linguistici, le minoranze sia di Trento che di Bolzano avevano chiarito, con largo anticipo, di ritenere gravemente inopportuna e ostativa a qualunque dialogo istituzionale la permanenza del Consigliere Savoi nel ruolo di Segretario questore del Consiglio regionale, a seguito delle sue note dichiarazioni offensive e sessiste.
La maggioranza ha preferito ignorare le obiezioni delle minoranze, nonostante lo Statuto imponga per l’elezione della presidenza del Consiglio regionale un quorum rafforzato, a indicare la necessità di una convergenza politica assai più ampia della maggioranza di giunta. Dinanzi alla deplorevole e irresponsabile resistenza di Savoi a prendere atto del venir meno della fiducia del Consiglio, la maggioranza si è limitata a riproporre uno schema che il suo stesso partito aveva invece ritenuto inaccettabile sul versante dei suoi ruoli politici interni. In altre parole, a Savoi erano state chieste e ottenute le dimissioni dalla presidenza della Lega Salvini Trentino, giudicando deplorevole il suo comportamento, mentre lo stesso Savoi viene ritenuto degno di ricoprire un ruolo istituzionale e di rappresentanza democratica in quelle Istituzioni che raccolgono tutta la comunità regionale. Veramente ogni commento sembra superfluo.
A tutto ciò la maggioranza ha voluto aggiungere lo spettacolo di un evidente disinteresse per un passaggio politico-istituzionale di grande rilievo per la nostra comunità, manifestato dal pesante assenteismo odierno in Aula da parte di molti esponenti della stessa Lega. Una circostanza che si qualifica come un ulteriore schiaffo alla nostra autonomia regionale e alla sua massima istituzione rappresentativa.