I recenti dati della C.C.I.A.A. di Trento offrono il quadro della fragilità attuale del settore commerciale. Durante l'anno 2020, prevalentemente a causa della crisi originata dalla pandemia, soprattutto il commercio al dettaglio ha sofferto un calo delle vendite pari al 13,9 % con 381 attività che si sono chiuse durante l'anno e che, ad esempio, nella sola città di Trento portano ad un saldo negativo pari a 36 attività al dettaglio perse.
Trento, 3 maggio 2021
A fronte di una situazione che segnala il rischio di un declino irreversibile non sono quindi più sufficienti le promesse “una tantum”; le dichiarazioni d'intenti e le “manovrine” economiche di una Giunta provinciale in evidente affanno. Adesso serve una chiara programmazione degli interventi pubblici di sostegno ed un piano generale di rilancio dell'economia provinciale, per non ridurci ancora una volta al mercanteggio ed agli investimenti mirati solo all'acquisizione del consenso politico.
Su tali tematiche strategiche, il Consigliere del Partito Democratico del Trentino, Alessio Manica, ha depositato oggi una specifica interrogazione in Consiglio provinciale proprio per verificare l'esistenza o meno di un progetto programmatorio di lunga deriva e quali investimenti la Giunta provinciale intende fare in questo settore, dentro il più ampio disegno di azioni finanziabili con i fondi del “Recovery Plan”.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
COSA FARE PER IL SETTORE COMMERCIALE?
I dati prodotti nelle scorse settimane dalla C.C.I.A.A. di Trento e volti a fotografare la situazione delle attività produttive, con particolare riguardo a quelle commerciali sul territorio provinciale in piena emergenza pandemica, presentano un quadro molto preoccupante.
Nella sola città di Trento, durante l’anno 2020, ben 62 ditte commerciali hanno chiuso, a fronte di solo 26 nuove aperture, con un saldo negativo pari a 36 attività al dettaglio perse.
Proprio il commercio al dettaglio pare essere oggi il settore più colpito, con un calo delle vendite totali pari al 13,9% soprattutto nei settori “no food” ed in particolare nell’abbigliamento, mentre minori flessioni paiono esservi state nel settore alberghiero e nella ristorazione che adesso risulta essere, dai dati ufficiali, il ramo meno colpito dagli effetti della crisi economica complessiva.
I numeri parlano più di ogni affermazione e dicono che dalle 4.419 aziende in attività in Trentino nel gennaio 2020, siamo oggi arrivati a 4.038 in attività nel gennaio 2021, con una perdita netta quindi di 381 attività chiuse o dismesse.
E’ evidente che si tratta di una situazione veramente straordinaria per alcuni versi e spaventosa per altri, perché indica un declino generale del sistema produttivo provinciale, declino reso ancor più pericoloso dall’ intermittenza della campagna vaccinale, le cui ricadute colpiscono, più o meno direttamente, le attività produttive, con particolare riguardo al settore del turismo ed agli indotti ad esso correlati.
A questo punto non servono più le dichiarazioni d’intenti o le invettive contro il Governo nazionale; adesso serve, in via prioritaria, la definizione di una seria programmazione degli interventi di sostegno e delle iniziative volte al rilancio dell’economia trentina, seppur in considerazione dei limiti imposti dalle regole per il contenimento della diffusione virale.
Programmazione non significa ridurre ogni ragionamento alla semplice “lista della spesa” o al mercanteggio del: “Dimmi cosa vuoi e vedrò cosa posso darti”, bensì costruire un percorso di settore fondato su di una esatta percezione della situazione e delle sue possibili trasformazioni nel breve e medio periodo; sull’elaborazione della domanda e delle relative offerte in relazione ai cambiamenti intervenuti e sull’individuazione di un progetto politico innovativo e capace di sostenere il sistema, al di là di ogni assistenzialismo, ben oltre la fase emergenziale del presente.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- a fronte dei dati sull’andamento del settore commerciale nell’anno 2020, dati elaborati dalla C.C.I.A.A. di Trento e riassunti in premessa, cosa ha già predisposto la Provincia per far fronte alla situazione del vistoso calo dei consumi e delle conseguenti chiusure di molte attività commerciali sul territorio;
- se si sta già provvedendo all’elaborazione di un piano di lunga deriva per affrontare il futuro immediato e quello prossimo, secondo logiche di programmazione capaci, per loro natura, di anticipare le risposte ai problemi che sorgono e sorgeranno;
- cosa e come si intende investire nel settore, agendo sui fondi disponibili subito e su quelli che dovrebbero arrivare nelle casse provinciali con gli interventi previsti dal “Recovery Plan”, anche intervenendo sui settori strategici della formazione professionale e delle nuove dinamiche di assunzione e collocamento dei lavoratori per fasce d’età;
- secondo i dati disponibili, quali proiezioni sono state fatte sulla situazione in divenire del settore commerciale nel corrente anno, anche a fronte di possibili ulteriori periodi di chiusura delle attività, imposti dal controllo o meno della diffusione della pandemia.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
Cons. Alessio Manica