«In un certo senso la “staffetta” non c’è più, e questo è un bel problema che sarebbe giusto affrontare politicamente». Il consigliere provinciale dem Giorgio Tonini guarda alla scadenza di metà legislatura — quando a livello regionale avviene il cambio alla presidenza della giunta — con un misto di «preoccupazione e curiosità».
D. Baldo, "Corriere del Trentino", 1 aprile 2021
L’accordo della «staffetta», inaugurata nel 2008 tra Dellai e Durnwalder, aveva come obiettivo primario quello di realizzare una Regione non più terza rispetto alle due Province, ma somma delle due maggioranze al governo a Trento e a Bolzano. Ora cosa cambia?
«Erano le due coalizioni che governavano le Province che davano vita alla giunta regionale. Ma la vicenda di Claudio Cia ha rotto questo schema, che si è indebolito ulteriormente con l’uscita delle due consigliere dalla Lega per l’approdo in Fratelli d’Italia, che diventa il secondo gruppo della maggioranza in Trentino ma all’opposizione a livello regionale. Politicamente, la staffetta non esiste più».
Oltre all’anomalia di Fratelli d’Italia, anche il Patt è all’opposizione a Trento ma in maggioranza — e al governo — in Regione…
«A maggior ragione, l’ingresso del Patt in giunta regionale rende quella compagine di governo terza rispetto alle due province. Per lo meno parzialmente, ma abbastanza per poter dire che l’equilibrio che teneva insieme la Regione come somma dei due governi di Trento e Bolzano è evidentemente saltato. Un fatto inedito, una maggioranza terza che spezza la tradizione che definiva l’accordo politico della staffetta».
Che fare dunque?
«Beh, ne prendiamo atto. Ma se la politica è una cosa seria, la questione va posta in discussione. Una discussione politica, come è stata politica la decisione di allontanare Claudio Cia dal governo regionale per la sua adesione a Fratelli d’Italia. Insomma, non è questione di poltrone, ma questione eminentemente politica. Il cambio alla presidenza tra Fugatti e Kompatscehr, come lo è stato all’inizio con Dellai e Durnwalder, non è una semplice alternanza, ma l’intesa tra due coalizioni che collaborano. E sulla collaborazione ci sarebbe da dire altro…».
Prego.
«La questione politica delle maggioranze diverse in sede regionale e provinciale si somma alle divergenze strategiche sempre più accentuata tra le giunte Fugatti e Kompatscher, che non sono mai state così distanti. Basti vedere sull’A22, una visione diametralmente opposta che rischia di pregiudicare l’intero territorio, la sua strategia comune da far pesare su Roma e su Bruxelles. Ma guardiamo anche alla divaricazione sul tema del credito, è evidente la distanza».
Tornando alla staffetta che secondo lei di fatto non c’è più, l’Svp cosa dice?
«Non lo so, ma sarebbe bello saperlo. Se non si ponesse la questione si potrebbe dare per scontato che il partito di raccolta sudtirolese ha rinunciato all’idea che la Regione non deve essere terza rispetto alle due Provincie. Un tempo era una sua conditio sine qua non. Diciamocelo, la nuova maggioranza regionale, diversa dalla somma delle maggioranze provinciali dove in Trentino siede anche Fratelli d’Italia ma non il Patt, dota la giunta regionale di una sua identità, cosa che l’Svp non ha mai voluto».
Può ancora funzionare la staffetta? E che cosa succederà tra breve, al cambio di legislatura?
«Me lo chiedo anch’io, può ancora funzionare? Apriamo un dibattito, cerchiamo di capirlo. Ripeto: la questione è tutta politica e al cambio di legislatura tutto può succedere. Qualcosa è già successo: la staffetta con la partecipazione simmetrica delle due maggioranze non c’è più».