È stato assessore con delega alle politiche industriali negli anni della profonda recessione. Alessandro Olivi (Pd) ha quindi esperito l’onere di rilanciare le imprese, salvaguardando il reddito dei lavoratori rimasti senza un impiego. È anche per questo che, oggi, leggendo le riflessioni del presidente di Confindustria Fausto Manzana e immaginando una maxi-manovra della giunta provinciale suggerisce alcuni principi. Uno su tutto: qualità e selettività, evitando contribuzioni a pioggia o «progetti polverizzati».M. Damaggio, "Corriere della Sera", 26 marzo 2021
Insomma, il presidente di Confindustria ha chiesto alla Provincia una manovra capace di far crescere dimensionalmente le nostre imprese. Non progettini, ha detto, ma sostegni per rafforzare ricerca e sviluppo. Verso quale direzione?
«Io sono assolutamente d’accordo con Manzana quando in materia di ricerca applicata e innovazione si augura investimenti ad alto valore. Dobbiamo evitare operazioni al ribasso e dal punto di vista delle priorità pubbliche dobbiamo evitare strategie appiattite, all’insegna del dare un po’ a tutti. Non dobbiamo dare contributi indifferenziati bensì qualitativamente selettivi: le imprese vanno fatte crescere e non dobbiamo confondere il ristoro, che è una formula compensativa, con l’investimento, che implica una strategia. La politica industriale deve essere ispirata a criteri di selettività. Penso, allora, che sia tempo di costruire un sistema per premiare la qualità dei progetti e per premiare la loro ricaduta in termini di innovazione di sistema. Non possiamo correre il rischio erogare di tante piccole contribuzioni polverizzate al ribasso sennò il sistema manifatturiero non evolve».
La giunta sta predisponendo una manovra compensativa rispetto al decreto Sostegni e intende mobilitare quasi mezzo miliardo. Quali dovrebbero essere i perni di un tale intervento?
«Se stiamo ai numeri che ha dato la giunta, 500 milioni, parliamo della più importante manovra economica della legislatura. Il provvedimento deve contenere l’emergenza, quindi prevedendo misure di protezione come sgravi e compensazioni, ma è chiaro che si deve intervenire anche nell’innovazione delle politiche di sviluppo. Dobbiamo occuparci di riposizionare il sistema: quindi servono infrastrutture, dotazioni tecnologiche, formazione del personale e politiche attive del lavoro che non possiamo aspettare di attivare quando cesserà l’obbligo di non licenziare. Sulle imprese bisogna cominciare ad agire sostenendo una ripresa di qualità, creando anche spazi per una nuova imprenditorialità sui giovani. Dobbiamo passare da un ingorgo di annunci a un piano fattibile che capitalizzi i fondi europei».
Il consiglio provinciale ieri ha approvato una mozione, di cui lei è primo firmatario, per irrobustire in sede di conversione del decreto Sostegni gli indennizzi per la montagna. Ha citato anche i lavoratori stagionali non impiegati durante la stagione turistica 2020-2021. Quali strumenti sono presenti in Trentino per supportarli?
«Senza inventarsi nulla, gli strumenti che abbiamo a disposizione sono due: l’assegno unico che a fronte dell’aumento della soglia Icef potrà includere gli stagionali che non hanno lavorato negli ultimi cinque mesi; e il Fondo di Solidarietà Territoriale che può essere utilizzato per prolungare la Naspi».
Manzana oltre a chiedere un passaporto sanitario per gli Export manager s’è detto favorevole all’obbligo vaccinale inserito nei contratti, cosa ne pensa?
«È una proposta forte che personalmente io mi sento di sostenere. Mi rendo conto che per le imprese, in particolare nel manifatturiero esposto alle relazioni, serva un sistema di protezione, stando sempre attenti a tutelare i diritti».
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