1. Nessuno si salva da solo: salute, scienza, cooperazione dopo l’anno più buio
Dopo l’anno più buio della storia della Repubblica, al Paese è richiesto ancora uno sforzo durissimo, nuovi lutti e nuove sofferenze, prima della sconfitta definitiva del virus. La “liberazione” avverrà grazie al vaccino, un traguardo raggiunto attraverso la scienza e la cooperazione tra Paesi, ricercatori, istituzioni.
Ancora una volta la pandemia ha ribadito una verità iscritta nei valori democratici: nessuno si salva da solo, siamo tutti interconnessi. La fine della pandemia è come la caduta del Muro di Berlino: la vita che vince. Dobbiamo, come comunità, continuare a sostenere ogni azione volta a garantire l’obiettivo prioritario della tutela della salute pubblica e, al contempo, attrezzarci per essere in grado di accogliere la sfida di una nuova fase di rinascita, energie nuove, ricostruzione. Dobbiamo essere consapevoli della fragilità mostrata dallo Stato, anche nel suo rapporto con le Regioni.
2. Il nuovo multilateralismo: Italia globale dei diritti e della solidarietà
Nel 2021 è cambiato il mondo. Finita l’era Trump, il cui modello era l’opposto dei nostri valori, con Joe Biden alla Casa Bianca si rilanciano le ragioni del multilateralismo e il primato dei diritti umani. In questo mondo nuovo, l’Italia guida il G20 e ha messo al centro la salute come “bene comune mondiale”. Chiediamo che il G20 faccia un passo ulteriore e valuti la definizione di un indice ufficiale sui costi del non coordinamento a livello internazionale, sul modello di quanto discusso nei decenni scorsi sui costi della non Europa. La mancanza di coordinamento internazionale porta infatti a uno spreco di risorse e alla perdita di vite umane. L’Italia globale che il Partito Democratico vuole, promuove il multilateralismo, i diritti umani e la cooperazione allo sviluppo, guardando anche a quei Paesi che troppo a lungo sono stati esclusi e possono tornare a essere protagonisti. L’Italia globale del multilateralismo e della solidarietà ha bisogno anche dell’importante contributo degli italiani all’estero. 3. Un abbraccio tra giovani e anziani: per un nuovo patto tra generazioni
3. Un abbraccio tra giovani e anziani: per un nuovo patto tra generazioni
Il terribile anno di pandemia, accanto al dolore straziante di tanti anziani morti senza alcun conforto, ha quantomeno lasciato un segno di speranza nelle relazioni. Dalla pandemia è nato un nuovo, più profondo e autentico, rapporto tra giovani e anziani, nel quale gli uni si sono sacrificati per la salute degli altri. Il PD vuole far tesoro di questo spirito per un nuovo patto tra generazioni.
4. Divari di genere, le donne al centro della nuova agenda democratica
Durante la pandemia le donne hanno pagato il prezzo più alto; in Italia il problema è da allarme rosso. Ci sono stati un intollerabile aumento delle violenze domestiche, una diminuzione delle opportunità di crescita e realizzazione personale e professionale, un peggioramento delle condizioni di lavoro. Sullo sfondo, ancor più che in passato a causa della chiusura delle scuole, la difficoltà di conciliare lavoro, famiglia, vita privata. Su questi temi, e più in generale per le questioni di genere, anche il PD ha un problema; invece devono essere centrali, prioritari, nell’agenda democratica.
5. Partecipazione e il binomio “anima-cacciavite”: il nostro nuovo approccio
L’approccio che ci daremo si baserà su due pilastri fondamentali e sarà cruciale considerare questi aspetti per rilanciare il Partito e il nostro modo di fare politica. Il primo, la partecipazione. Apertura deve essere il nostro motto; dobbiamo spalancare le porte del partito a tutta la società. Il secondo pilastro dell’approccio si fonda sull’idea di tenere insieme “anima” e “cacciavite”. Dobbiamo conservare e rivendicare la nostra anima – vale a dire i nostri valori, la nostra identità – facendo leva però sugli strumenti necessari a realizzare le nostre idee, il “cacciavite”. Le due dimensioni – identità e concretezza – sono inscindibili.
6. Voto ai sedicenni e Università Democratiche: il PD partito dei giovani
Dobbiamo essere il Partito dei giovani: deve essere una missione prioritaria. Non è accettabile che siano così pochi quelli che ci votano. Per farlo dobbiamo essere non il Partito che parla dei giovani, ma il Partito che fa parlare i giovani. Possiamo farlo a partire dalla formazione alla politica: lanceremo una Università Democratica per formare la classe dirigente, coinvolgendo tutte le migliori energie intellettuali a disposizione. Perché è giusto che non ci siano politici di professione, ma nemmeno politici improvvisati. Servirà anche altro: bisogna estendere il diritto di voto ai sedicenni per riequilibrare un corpo elettorale che riflette la crisi demografica del paese.
7. Insegnare, il mestiere più bello del mondo Scuola e università devono essere priorità.
Dobbiamo promuovere gli investimenti nella modernizzazione dei nostri sistemi educativi, puntando sul ruolo della tecnologia, sulle competenze matematiche e sull’interdisciplinarietà. Le tre grandi sfide globali di questa epoca – pandemia, cambiamenti climatici, protezione dei dati – richiedono una classe dirigente con competenze trasversali, materie scientifiche e sociali insieme. Dobbiamo lavorare perché il mestiere di insegnante, che è il più bello del mondo, torni ad essere anche una aspirazione, un sogno al quale un giovane possa davvero aspirare.
8. Non siamo il partito del potere Dopo la sconfitta del 2018 siamo andati all’opposizione e ci ha fatto bene.
Poi siamo tornati al governo per scongiurare il pericolo dei populismi antieuropei: abbiamo dovuto farci carico di un problema di governabilità. È bene che MoVimento 5 Stelle e Lega abbiano abbandonato le posizioni del 2018: M5S è diventato fino in fondo europeista, mentre ora la Lega va messa alla prova con il governo Draghi. Queste svolte sono una buona notizia perché ci consentono di fare la nostra politica senza dover essere ogni volta i salvatori del sistema, la protezione civile della politica. Non possiamo, né dobbiamo essere il Partito del potere. Non dobbiamo avere paura di stare all’opposizione. Al governo dobbiamo andare vincendo le elezioni, con la forza delle nostre idee e della nostra identità.
9. Un nuovo centrosinistra
La nostra ambizione è essere il perno di un nuovo centrosinistra, aperto al dialogo e al lavoro su coalizioni e alleanze. È con le coalizioni che abbiamo vinto, nel 1996 e nel 2006. Parleremo con tutti i possibili interlocutori che nella politica e nella società condividono i nostri valori. E questo nuovo centrosinistra andrà al confronto con il MoVimento 5 Stelle. Non sappiamo ancora come sarà il Movimento guidato da Giuseppe Conte. Ne avremo grande rispetto. Dobbiamo avere tanto filo da tessere, essere forti e uniti, ma sempre con una logica espansiva. È un percorso difficile e molto ambizioso. Dobbiamo essere progressisti nei valori, riformisti nel metodo, radicali nei comportamenti. Così possiamo essere alternativi alla destra di Meloni e Salvini, nei valori, nelle proposte, nello stile.
10. Il governo Draghi
Il Governo di Draghi è il nostro governo. Noi siamo il motore dell’esecutivo. Riascoltiamo il discorso della fiducia a Draghi: è la Lega, semmai, che deve spiegare perché lo appoggia, non certo noi. Next Generation EU deve essere il nostro successo. Dobbiamo impegnarci con determinazione in questo sostegno all’operato dell’esecutivo, ma allo stesso tempo preparare il “dopo”, perché poi ci saranno le elezioni.
11. Per una società più inclusiva: Ius soli, sostenibilità, protezione dei vulnerabili
L’Italia deve fronteggiare tre grandi debiti: ambientale, pubblico, demografico. Next Generation EU è lo strumento per farlo. La sostenibilità ambientale è una scelta radicale, assoluta, che cambia il nostro modello di sviluppo, di comportamento e produzione, spingendoci verso l’innovazione. Il debito pubblico è emblema di uno Stato che non funziona e che non cresce: abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione moderna per diventare più efficienti e competitivi, rilanciare la crescita e dunque avere un debito pubblico sostenibile. Dobbiamo infine lavorare sulla natalità, mettere al centro il lavoro e combattere l'ingiustizia sociale, che è causata anche da uno squilibrio fiscale. Vogliamo una società più giusta che concede la cittadinanza a chi è già italiano ma gode di minori diritti: vogliamo lo Ius soli. Vogliamo una società più inclusiva che tuteli i più vulnerabili, i disabili, le persone non autosufficienti.
12. Next Generation EU per ripartire
La crescita del Paese è un tema centrale, ma quella del Sud lo è ancora di più. Una giustizia efficiente è altrettanto cruciale per promuovere competitività e attrattività, ma anche per la lotta alle mafie, che deve esser condotta col massimo impegno. In questa fase di ripartenza, dobbiamo guardare al futuro, promuovere l’internazionalizzazione delle imprese e soprattutto valorizzare le PMI. Nel partito ci sarà un rappresentante speciale sulle PMI per metterle al centro della nostra azione, anche perché la sostenibilità si declina meglio grazie alla prossimità su cui esse si fondano. È poi fondamentale un’armonizzazione europea per combattere i paradisi fiscali e l’introduzione di una Tech Tax. A livello italiano, saremo vigili applicatori del principio costituzionale di progressività e premieremo la fedeltà fiscale. Il nostro futuro passa dal turismo, tra i più colpiti dalla pandemia, ma anche dalla cultura e dallo sport, con le prossime Olimpiadi invernali.
13. L’economia della condivisione e il rafforzamento dei corpi intermedi
Vogliamo un'economia della condivisione, può essere una rivoluzione. Dobbiamo pensare a una nuova modalità per far convivere all'interno di un'azienda il lavoratore, il manager, l’azionista. Chiediamo che le azioni dell'impresa possano essere distribuite ai dipendenti gratuitamente e in condizioni di favore. Il terzo settore deve avere maggiore dignità. Dobbiamo rilanciare il dialogo con i corpi intermedi, i sindacati, i rappresentanti delle imprese.
14. Rapporto con i territori: il partito della prossimità
Dobbiamo essere il partito della prossimità: il territorio sarà il nostro campo da gioco e su questo punto dobbiamo sfidare la Lega. Tra le principali sfide, i territori della montagna, in particolare le zone colpite dal sisma del Centro Italia, e tutto il mondo dell’agricoltura. Il PD avrà un responsabile speciale delle politiche di prossimità con una missione trasversale. La prossimità si realizzerà anche attraverso la centralità del lavoro con sindaci e amministratori locali.
15. Le tre sfide europee
Il futuro dell’Europa passa attraverso tre snodi decisivi per il nostro paese. Primo, Next Generation EU, l’esatto opposto del modello dell’austerity del passato. Oggi l’UE ha messo al centro solidarietà e sostenibilità, le chiavi per trasformare l’Italia e l’Europa. Il nostro obiettivo è far sì che questo strumento sia resto strutturale nell’UE, non solo un’iniziativa straordinaria, congiunturale. Secondo: un nuovo Patto di Stabilità, basato su sostenibilità verde e sociale. Terzo, l’Europa sociale, dove far coesistere apertura e protezione. Vogliamo un nuovo contratto sociale, dove nessuno resta indietro. Il piano SURE della Commissione Europea dello scorso anno rappresenta un passo significativo per l’Europa sociale e il Summit di Porto a maggio offrirà l’occasione per dare nuovo impeto al pilastro sociale europeo.
16. La Conferenza sul Futuro dell’Europa per una nuova Unione
La Conferenza sul futuro dell'Europa sarà un esercizio partecipativo inedito, con gruppi di cittadini europei e nazionali che discuteranno in merito alle priorità politiche dell’UE. È una grande occasione per permettere all’Europa di riflettere su sé stessa e di costruirsi nuova, coinvolgendo i cittadini. Noi vogliamo essere protagonisti con le nostre idee e con i nostri parlamentari europei per creare, insieme ai partiti partner, una grandissima mobilitazione per rilanciare la democrazia europea. L'Europa dei diritti è il nostro tratto distintivo. Ed è questo il motivo per cui noi vogliamo che Patrick Zaki diventi cittadino europeo e cittadino italiano. I diritti devono essere i diritti di tutti, all’interno dell’UE. Allora è una buona notizia che il Parlamento Europeo abbia approvato una risoluzione che dichiara l’Unione una LGBTQI Freedom Zone. Allo stesso modo, ci dovremo battere per un patto migratorio, migliore e più efficace rispetto all’attuale.
17. La democrazia malata
Sette governi in dieci anni, con sei primi ministri: siamo una democrazia malata. Per contribuire a curarla quattro saranno gli ambiti di intervento. Primo, la riforma dei regolamenti parlamentari, per combattere il trasformismo e limitare il più possibile i cambi di casacca, pur senza mettere in discussione l’assenza del vincolo di mandato prevista dalla Costituzione. Secondo, l’introduzione della sfiducia costruttiva come strumento per garantire la stabilità del nostro sistema politico. Terzo, una nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti, superando le liste bloccate. Quarto, un’iniziativa forte per applicare l’art. 49 della Costituzione sui partiti.
18. Il rapporto tra noi: non maschere, ma volti
Il rapporto tra noi deve essere tra volti, non tra maschere. Verificheremo nei gruppi parlamentari queste parole, le proposte e i temi. Saranno verifiche chiare basate sul rispetto della parola, ma dopo servirà coerenza. Perché l’identità è per metà quello che siamo e per metà l’immagine che di noi ci restituiscono gli altri. E l’immagine che abbiamo dato di noi è quella di una Torre di Babele. Non va bene. Dobbiamo avere un senso del limite, del decoro e del rispetto.
19. Il digitale: trasversale a economia, società e politica
Abbiamo bisogno di un nuovo modello di partito, a partire dal ruolo della rete. La transizione digitale è al cuore di Next Generation EU. La pandemia ha evidenziato il ruolo fondamentale del digitale nel permettere la partecipazione delle persone alla società, all’economia e anche alla politica. Bisogna garantire che queste nuove forme di partecipazione non si traducano in forme irreversibili di concentrazione economica nelle mani di pochi, affrontando nel modo corretto la dialettica libertà-potere. Sarà altrettanto necessario promuovere una cittadinanza digitale a livello europeo, mettendo al centro la persona, un modello alternativo per competere con Stati Uniti e Cina.
20. Che partito: leaderistico, orizzontale o democratico?
Una questione che dobbiamo affrontare è che tipo di soggetto politico vogliamo diventare nei prossimi anni. Il PD non può essere però il partito delle correnti, dobbiamo cercare di superare insieme questa problematica. Oggi si oppongono due modelli di partito: quello leaderistico, dove conta solo la volontà del capo e quello totalmente orizzontale. Il nostro deve essere un modello democratico, capace di sfruttare le grandi opportunità offerte dall’innovazione digitale.
21. Come organizzare le Agorà Democratiche?
Per ricostruire un partito più aperto, inclusivo e partecipato, nella seconda metà dell’anno lanceremo le Agorà Democratiche, uno strumento nuovo per aprire davvero le porte del partito, radicarlo sui territori, valorizzare il contributo e le sollecitazioni della società civile. Vi chiediamo idee, spunti e sollecitazioni su come organizzarle.