Con la chiusura del Cinema Astra di Trento, comunicata poche ore fa sui social dalla famiglia Artuso, prevista per il 31 dicembre prossimo, si chiude non solo un luogo di cultura, ma un capitolo di una stagione felice non solo del capoluogo, ma di tutto il Trentino. Un vuoto difficile da colmare, ancor più oggi che l’emergenza sanitaria ha penalizzato i luoghi della cultura, dello spettacolo, dell’arte, in tutti i suoi diversi linguaggi.
Lucia Maestri - Segretaria provinciale PD, Sara Ferrari - Capogruppo provinciale PD, 17 marzo 2021
L’ASTRA non è stata solo una multisala cinematografica d’essai, è stata un vero e proprio laboratorio di cultura, di innovazione nella fruizione della settima arte. La famiglia Artuso ha fatto un vero e proprio lavoro di ricerca nella scelta di titoli, di autori, di opere innovative provenienti da tutto il mondo, che le ha valso il ruolo di motore culturale di un’intera comunità.
Un ponte tra luoghi e culture diverse, un “gate” per aprire la mente e il cuore di chi sceglieva le belle poltrone rosse, che preferiva il fascino della sala e del grande schermo ai prodotti seriali di tante e nuove piattaforme. Il cuore, anche e infatti, perché in tantissimi si ritrovavano al Cinema Astra non solo per vedere un film ma per gustare ottime pietanze e vini, da quando, accanto alle sale, era stata aperta anche la piccola osteria. Passare una serata all’Astra per tanti ha significato passare una serata “piena”, colma della bellezza dell’arte e del piacere di incontrare amici e conoscenti.
Come non riconoscere, quindi, anche la valenza di coesione sociale, propria di una vera “officina delle arti”. A testimoniarlo sono i numerosi commenti lasciati in queste ore sul profilo FB del Cinema. Commenti di vero cordoglio e di autentico affetto. Sarà difficile riempire il vuoto lasciato da una realtà costruita nell’arco di tre generazioni a partire dal 1952, che con cura e grande attenzione ha spinto sempre più in alto l’asticella della qualità e della conoscenza. Un’impresa culturale nel vero senso della parola perché nella scelta delle opere non è mancato mai il rispetto del pluralismo.
E concordiamo con la famiglia Artuso che la loro storia “non si riduca a nostalgica narrazione”. Noi del Partito Democratico ci impegniamo con la nostra azione politica ed amministrativa a dare sostegno ad ogni realtà o progetto che possa contribuire ad arricchire il nostro patrimonio culturale, anche raccogliendo la disponibilità degli esercenti a mettersi in gioco in nuove iniziative.