I tempi sono maturi, anzi questo è proprio il tempo giusto per condividere la trasformazione di un servizio finora a domanda e a pagamento in un vero e proprio diritto universale di tutti i bambini e di tutte le bambine, come già recita la nostra legge sulla genitorialità del 2011.
Trento, 8 marzo 2021
Questo obiettivo è, per altro, già compreso nel programma elettorale sia dell’attuale minoranza che dell’attuale maggioranza in Consiglio provinciale.
Una misura indispensabile anche per una ripresa dell’occupazione femminile, tema centrale in molti dei diversi eventi organizzati per la Giornata internazionale della donna, tra cui il recente focus sul Next Generation Eu organizzato dal Parlamento europeo in Italia in questi giorni. Nel mondo post-Covid-19 e nella prospettiva di una ripartenza che sia più equa e sostenibile, non è più possibile soprassedere sul ruolo delle donne nella società, e soprattutto sul fatto che questo debba cambiare nel progettare il futuro sociale, economico e politico da lasciare alle prossime generazioni.
La pandemia lascia dietro di sé tante donne occupate in meno. In Italia a dicembre sono stati persi 101 mila posti di lavoro, di questi 99 mila erano di donne. È il momento giusto, quindi, perché il sostegno alle famiglie per i servizi all’infanzia fa parte dell’innovazione sociale prevista dall’Europa con i finanziamenti straordinari ed è alla base dal Family Act nazionale.
Noi crediamo che il Trentino non possa attendere ancora per fare questo passo indispensabile per garantire una reale occupazione femminile, importante per lo sviluppo economico di una comunità, e al contempo e di conseguenza per essere un forte deterrente del calo demografico.
La natalità è un fattore di competitività, di produttività ed attrattività per una comunità e per un territorio. Da molti anni il Trentino investe sugli strumenti di contrasto alla diminuzione della natalità con un sistema integrato di politiche familiari e strutturali. La legge sulla promozione della genitorialità già nel 2011 ha normato un disegno di politiche pubbliche che si integrassero con interventi economici e servizi per favorire la natalità.
Quella legge ha anche riconosciuto il diritto dei bambini e delle bambine e infatti in Trentino la filiera dei servizi di conciliazione vita‐lavoro per i bambini in età 0‐3 anni è articolata con una pluralità di servizi per la prima infanzia istituiti dai Comuni o da essi sostenuti che comprende:
In questi dieci anni si è lavorato come Provincia e insieme ai Comuni per diminuire il carico per le famiglie, abbassando la tariffa a loro spettante. Si è ampliata la gamma di servizi offerti sul territorio perché accanto ai servizi socio educativi, si è riconosciuto quello delle tagesmutter e dei nidi di conciliazione.
Molte donne anche in Trentino perdono il lavoro dopo il primo figlio (fino al 30 % in alcuni settori) o sono costrette ad un part time involontario, spesso perché non accedono a servizi per l’infanzia 0/3 o perché valutano che sono troppo costosi rispetto allo stipendio che guadagnano e piuttosto rinunciano al lavoro.
Per disincentivare la rinuncia del lavoro da parte delle donne si è lavorato negli anni a diminuire le tariffe in base alla condizione economica delle famiglie e, grazie all’intervento del PD del Trentino accolto dall’attuale Giunta provinciale, anche a dedurre dal calcolo ICEF una parte del reddito femminile (intervento questo inserito nel bilancio PAT 2020 e 2021).
Si sono introdotte nella L.P. n.6 misure di incentivazione all’imprenditorialità femminile (ora siamo in attesa che la Giunta con Trentino Sviluppo apra nuovi bandi), si è promosso il welfare aziendale affinché le aziende riconoscessero i bisogni di conciliazione delle famiglie, si è fatto crescere il sistema Family in Trentino come fattore di attrattività e benessere.
È acclarato che assicurare servizi certi e gratuiti nei primi anni dei figli può favorire la continuità lavorativa di madri e padri, la loro serenità e la ricchezza. La nostra società e il nostro sistema economico territoriale, oggi più di ieri viste le conseguenze provocate dalla pandemia in corso, richiedono che si rendano strutturali e certi gli strumenti finora messi in atto.
Dobbiamo passare dai bonus e aiuti individuali per accedere ai servizi per i più piccoli ad un elemento strutturale del sistema, come è stato fatto con le scuole dell’infanzia che in Trentino sono diffuse ovunque e gratuite. Questo è l’obiettivo che il Gruppo provinciale del Partito Democratico del Trentino intende perseguire con questo disegno di legge.