Il 14 febbraio il Ministro della Salute ha firmato un provvedimento per vietare lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021. In Trentino però lo sci era già fermo, e non sarebbe comunque partito, in virtù dell’ordinanza del Presidente Fugatti n. 65 del 12/02/2021 che ha inserito la nostra Provincia nella cosiddetta area arancione.Alessio Manica, 16 febbraio 2021
L’ordinanza 65/2021 ha seguito di soli due giorni la 64/2021, del 10/02/2021 appunto, con la quale il Presidente Fugatti disponeva l’apertura degli impianti di risalita per gli sciatori amatoriali nelle stazioni e nei comprensori sciistici a partire dal 17 febbraio 2021. Nei due giorni successivi tutti o quasi i comprensori sciistici trentini hanno avviato le costose operazioni necessarie per garantire l’apertura di impianti e piste e anche la Provincia, attraverso Trentino Marketing, si è spesa con il lancio di una campagna promozionale online per promuovere la ripresa dell’attività sciistica.
Poi però è arrivata la doccia fredda determinata dall’ingresso del Trentino in area arancione, come disposto con l’ordinanza 65/2021. La Presidente di ANEF Valeria Ghezzi a quel punto ha dichiarato: "Siamo stupiti. I nostri colleghi dell'Abetone già una settimana fa ci avevano spiegato che non avrebbero preparato nulla perché sarebbero rientrati in zona arancione. Possibile che qui non abbiamo avuto indicazioni?”.
Davvero nonostante i dati epidemiologici da giorni in progressivo peggioramento l’ingresso del Trentino in area arancione non era ipotizzabile? Se lo era, perché emanare a due giorni di distanza prima un’ordinanza per aprire lo sci e poi una per chiuderlo? Se non lo era, i dati in continuo peggioramento – poi certificati dall’ingresso in area arancione – non avrebbe dovuto o almeno potuto suggerire un atteggiamento più prudente e responsabile?
La sensazione, ancora una volta, è che la Giunta provinciale abbia cercato di forzare la mano – nonostante la situazione suggerisse ben altro atteggiamento – da un lato per alimentare la propria campagna elettorale permanente e dall’altro per perpetuare l’ormai nota strategia del “buon viso a cattivo gioco”, facendo un passo avanti come Giunta provinciale così da poter poi scaricare sul Governo nazionale la responsabilità dei due passi indietro.
Per avere maggiori informazioni sull’operato della Giunta nei giorni scorsi ho depositato un’interrogazione, che qui allego.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione a risposta scritta n.
In data 10/02/2021 il Presidente della Provincia Autonoma di Trento emanava l’ordinanza n. 64 avente ad oggetto fra le altre cose la riapertura degli impianti di risalita agli sciatori amatoriali.
L’ordinanza 64/2021 disponeva infatti l’apertura degli impianti di risalita per gli sciatori amatoriali nelle stazioni e nei comprensori sciistici a partire dal 17 febbraio 2021 a condizione che sul territorio provinciale non fossero applicate le misure previste dal DPCM 14 gennaio 2021 per le aree cosiddette arancioni o rosse.
Secondo l’ordinanza gli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici sarebbero stati aperti anche agli sciatori amatoriali nel rispetto di quanto previsto nel documento “Linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”, validato nei suoi contenuti da parte del comitato tecnico scientifico nella seduta del 4 febbraio 2021, prevedendo poi anche una serie di criteri per il contingentamento delle presenze giornaliere all'interno delle stazioni sciistiche, dei comprensori sciistici e dei raggruppamenti di impianti.
A seguito dell’emanazione dell’ordinanza del Presidente Fugatti 64/2021 tutti o quasi i comprensori sciistici trentini hanno avviato le operazioni necessarie per garantire le condizioni necessarie per aprire finalmente impianti e piste a far data dal 17 febbraio 2021 appunto.
A tal proposito (tra gli altri) Cristian Gasperi, direttore generale delle funivie Folgarida Marilleva e vice presidente di Anef-sezione Trento, ha dichiarato che “Ci siamo attivati con fiducia per rimettere in moto la macchina e portare avanti i preparativi. Abbiamo pianificato tutte le diverse attività per prepararci nel migliore dei modi, purtroppo vanamente. Ci siamo organizzati, oltre 60 operai sono stati coinvolti per preparare tutto, oltre 150 unità nell'intera ski area. Ci siamo attivati con le strutture ricettive, le categorie come Unat e Asat, i vari attori del sistema.”
In data 12 febbraio 2021, cioè due giorno dopo, il Presidente Fugatti ha però emanato una nuova ordinanza, la n. 65/2021, avente ad oggetto l'applicazione temporale delle misure di cui all'articolo 2 del DPCM 14 gennaio 2021 per la cosiddetta “area arancione”.
La nuova condizione di area arancione, come già sottolineato nell’ordinanza 64/2021, non consente l’apertura degli impianti sciistici. La prospettiva di apertura è quindi durata solo due giorni, nei quali però come detto i comprensori hanno lavorato alacremente per creare le condizioni per l’inizio della stagione e anche la Provincia, attraverso Trentino Marketing, si è spesa con il lancio di una campagna promozionale online per promuovere la ripresa dell’attività sciistica.
Poco dopo l’emanazione dell’ordinanza 65/2021 è intervenuta Valeria Ghezzi, presidente di Anef-associazione nazionale esercenti funiviari e delle funivie e seggiovie San Martino di Castrozza, dichiarando: "Siamo stupiti. I nostri colleghi dell'Abetone già una settimana fa ci avevano spiegato che non avrebbero preparato nulla perché sarebbero rientrati in zona arancione. Possibile che qui non abbiamo avuto indicazioni? Mi domando perché farci lavorare, sapendo della situazione economica in cui versano le nostre società. Noi ci siamo preparati e poi è arrivata questa indicazione del cambio di classificazione.”
La situazione generale avrebbe certo suggerito l’utilizzo di quella prudenza e di quel senso di responsabilità che purtroppo la Giunta provinciale ha più volte fatto mancare nella gestione di questa emergenza, tanto nella prima quanto nella seconda fase. La sensazione, ancora una volta, è che la Giunta provinciale abbia cercato di forzare la mano – nonostante i dati epidemiologici da giorni in progressivo peggioramento avrebbero dovuto suggerire quanto meno la possibilità di un cambio di colore per la nostra Provincia alla scadenza nota di venerdì 12/02/2021 – da un lato per alimentare l’ormai permanente campagna elettorale soprattutto nei confronti delle categorie economiche maggiormente interessate e dall’altro per perpetuare l’ormai nota strategia del “buon viso a cattivo gioco”, facendo un passo avanti come Giunta provinciale così da poter poi scaricare sul Governo nazionale la responsabilità dei due passi indietro.
Le dichiarazioni della Presidente Ghezzi testimonierebbero in tal senso come ancora una volta la Giunta provinciale abbia scelto la strada della propaganda al posto di quella della responsabilità, facendo come sempre gravare il peso delle sue inopportune scelte sulle tasche dei trentini.
Ciò premesso,
si interroga la Giunta provinciale per sapere
A norma di regolamento si chiede risposta scritta.
cons. Alessio Manica
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Partito Democratico del Trentino