È notizia di oggi quella del mancato accordo tra le categorie del mondo agricolo sui nomi da indicare alla Giunta provinciale per la nomina dei rappresentanti nel al Cda della Fondazione Edmund Mach, con il rischio quindi che la Giunta provinciale nomini un Consiglio di soli cinque membri anziché otto, senza i rappresentanti espressione delle realtà agricole.
Sara Ferrari, 22 dicembre 2020
Non è mia intenzione entrare nel merito della discussione tra i vari soggetti di rappresentanza, ma rimarcare - anche alla luce della mia precedente esperienza di Assessora provinciale alla ricerca – l'importanza della FEM per il sistema territoriale ed agricolo trentino e la sua innovazione, nel quale un ruolo imprescindibile spetta alle realtà produttive. La FEM vive ed opera principalmente in funzione del suo rapporto con il territorio e non può quindi fare a meno di chi lo rappresenta.
La nuova legge provinciale chiede a tutti la capacità di fare squadra ed è una sfida alla quale non ci si può sottrarre. Faccio appello al mondo agricolo affinché sappia mettere in campo tutto il senso di responsabilità ed unità che questo difficile momento richiede, per garantire la piena operatività del Cda per continuare a costruire in modo coeso il futuro di questa imprescindibile istituzione trentina.
Auspico in tal senso che i soggetti del mondo agricolo, quelli più grandi e rappresentativi in primis, si facciano al più presto carico della ricerca di una sintesi virtuosa con persone in grado di dare una rappresentanza trasversale a tutti i soggetti di questo variegato comparto – dalle grandi cooperative fino alle piccole aziende artigianali – e ai molti interessi che questo mondo è capace di esprimere, valorizzandone la pluralità, le nuove esigenze – soprattutto legate alla conversione ecologica e all'agricoltura 4.0 - e la capacità di essere ponte tra tradizione e innovazione.