La funzione pubblica dell'avvocatura sia riconosciuta nell'agenzia regionale per la giustizia

Tra i servizi che più incidono sulla vita delle persone vi è il “sistema Giustizia”, il cui funzionamento non dipende soltanto dalle norme sostanziali, dalle porcedure, dalla preparazione dei Magistrati o dal ruolo dell’ Avvocatura, ma anche dall’attività amministrativa ed organizzativa di supporto a tutti gli Uffici giudiziari.
Alessandro Olivi, Luca Zeni, 4 dicembre 2020

L’ accordo, intervenuto nell’anno 2017 fra Stato e Regione autonoma Trentino – Alto Adige/Südtirol per una delega proprio su tali funzioni, ha segnato una sfida e un’ opportunità per mostrare come l’ efficienza della “buona amministrazione” possa incidere positivamente per una Giustizia più giusta per cittadini, famiglie ed imprese.

Purtroppo a tale delega non è seguita una adeguata attenzione ed il Vice Presidente della giunta regionale, Maurizio Fugatti, che ha la competenza per tale materia, non è riuscito a dare un riscontro concreto alle molte segnalazioni giunte da Magistrati, Avvocati e Lavoratori del comparto. In particolare, non si è programmata la sostituzione del Personale qualificato andato in quiescenza ed il risultato è rappresentato dal paradosso, soprattutto a Trento, di un peggioramento dell’ attuale gestione dell’ amministrazione della Giustizia posta in capo alla Regione, rispetto alla precedente gestione affidata allo Stato.

Il tentativo di cambiare passo attraverso l’istituzione di una “Agenzia regionale della Giustizia”, discussa nei gionri scorsi dal Consiglio regionale, va sicuramente nella giusta direzione, anche se si deve constatare con rammarico, la netta chiusura del Vice Presidente della Giunta regionale rispetto ad alcune proposte avanzate dal Gruppo consiliare del Partito Democratico, grazie al lavoro dei Consiglieri Olivi e Zeni.

La delicatezza del tema dovrebbe imporre alcuni passaggi consultivi al fine di favorire le scelte più idonee e consapevoli, come il passaggio nella competente Commissione legislativa consiliare degli atti attuativi della Giunta; inoltre, un approccio serio dovrebbe oblbigare la Giunta regionale ad un chiaro impegno su tempi certi e celeri per dare attuazione all’attività di tale Agenzia.

Ma soprattutto la “governance” di un simile organismo dovrebbe vedere il coinvolgimento dei principali “stakeholders” della Giustizia, ovvero la Magistratura e l’Avvocatura e, proprio per questo, un emendamento a firma dei Consiglieri Olivi e Zeni prevedeva la presenza anche di un rappresentante dell’ Avvocatura regionale nel c.d.a. della citata Agenzia, affinché tutto il sistema possa muoversi secondo obiettivi condivisi con generale consapevolezza.

Occorre ribadiure che gli Avvocati non sono “clienti” del “sistema Giustizia”, come ha improvvidamente sostenuto in Aula un Consigliere della Maggioranza regionale. Al contrario, essi svolgono una funzioine pubblica e gli Ordini professionali sono organismi istituzionali che devoon essere coinvolti attivamente nell’ Agenzia della Giustizia.

La scelta di bocciare anche questa proposta rappresenta uno sgarbo istituzionale ed un mancato riconoscimento della funzione pubblica che l’ Avvocatura riveste nel contesto del “sistema Giustizia”.

L’auspicio è che queste riflessioni possano trovare una sintesi da trasferire in legge, per realizzare un sistema capace di unire attorno ad obiettivi comuni tutti gli attori, così da ottenere il miglior contesto per operatori e cittadini.