Il tema della mobilità sostenibile è da decenni al centro delle strategie di governo della Provincia Autonoma di Trento e con l’emergenza COVID-19 ha assunto un’importanza ancora maggiore. Le azioni volte a potenziare la mobilità sostenibile hanno trovato da alcuni anni una declinazione puntuale anche in ambito scolastico, in particolare nelle modalità di arrivo degli alunni agli istituti scolastici della Scuola primaria di primo grado, attraverso l'avvio in molti Comuni dei cosiddetti piedibus.
Alessio Manica, 18 novembre 2020
Si tratta di servizi attivati dalla Scuola o dai Comuni stessi che prevedono l'accompagnamento a scuola a piedi dei ragazzi da parte di volontari.
Il piedibus è un’iniziativa che, oltre ad educare i ragazzi ad una mobilità più sana, permette una crescita degli stessi in termini di autonomia e capacità di muoversi e conoscere il proprio territorio; ma che anche decongestiona le scuole dalle auto, offre un momento di socialità, attiva cittadini, rinsalda i rapporti di comunità. In tempo di Covid-19, il piedibus si è dimostrato un servizio prezioso.
Non mancano però delle criticità, che riguardano in particolare il tema della responsabilità, e sui quali la Provincia potrebbe intervenire allo scopo di sostenere e potenziare le iniziative di piedibus. Due sono gli aspetti critici: il primo riguarda la copertura assicurativa che normalmente i Comuni stipulano per bambini ed accompagnatori volontari; la seconda riguarda invece il fatto che i bambini aderenti al piedibus rientrano nella copertura assicurativa della scuola fornita dalla Provincia ma non possono entrare nel perimetro scolastico fino all’inizio delle lezioni. Cosa, questa, che impone che l’arrivo del piedibus coincida con l’entrata in classe, pena la necessità di una permanenza prolungata degli accompagnatori per il controllo.
Queste due questioni stanno limitando l’avvio di nuove esperienze di piedibus e per questo, assieme alla Cons.a Ferrari e al Cons. Zeni, ho depositato una mozione per impegnare la Giunta provinciale ad attivare una copertura assicurativa per i volontari dei piedibus comunali da mettere a disposizione dei Comuni o degli Istituti scolastici gratuitamente; a promuovere presso gli Istituti Scolastici l’equiparazione dei bambini iscritti e partecipanti ai piedibus a quelli trasportati dal servizio scolastico, garantendo così a chi partecipa al piedibus la possibilità di accedere alle pertinenze scolastiche anche prima dell’inizio delle lezione, al pari di quanto già previsto per gli utenti del servizio di trasporto pubblico scolastico; infine, ad avviare una campagna provinciale di promozione dell’accompagnamento a scuola attraverso i piedibus.
IL TESTO DELLA MOZIONE
Proposta di mozione n.
Sostegno alle iniziative di pedibus attivate da Comuni o Istituti Scolastici
Il tema della mobilità sostenibile è da decenni ormai al centro delle strategie di governo della Provincia Autonoma di Trento ed ha assunto via via un’importanza sempre più rilevante alla luce di una situazione ambientale sempre più precaria, di nuove sensibilità diffuse nella tutela dell’ambiente, di nuovi paradigmi della pianificazione urbanistica e governo del territorio e di modelli di politiche pubbliche trasversali a diversi ambiti di governo, a cominciare da quello della mobilità appunto. Il tema ha assunto un’importanza ancora maggiore negli ultimi mesi, in virtù dell’emergenza COVID-19, sia perché è ormai dimostrata la correlazione tra inquinamento e diffusione della pandemia sia perché, data la necessità di mettere in campo tutte le azioni necessarie per ridurre le situazioni di contatto e assembramento, è stato ed è necessario rivedere le modalità di gestione del servizio di trasporto pubblico, evitando al contempo il rischio di un passo indietro rispetto alla scelta degli utenti verso i mezzi pubblici – o altre forme di mobilità leggera – in favore del mezzo privato.
Le azioni volte a potenziare la mobilità sostenibile hanno trovato da alcuni anni una declinazione puntuale anche in ambito scolastico, in particolare nelle modalità di arrivo degli alunni agli istituti scolastici della Scuola primaria di primo grado attraverso l'avvio in molti Comuni dei cosiddetti Piedibus o Pedibus.
Si tratta normalmente di servizi attivati dalla Scuola o dai Comuni stessi che, basandosi sulla disponibilità di una rete di volontari, prevedono l'accompagnamento a scuola a piedi dei ragazzi. Di fatto vi è un vero e proprio percorso prestabilito, a volte con fermate intermedie, che partendo da un primo punto di raccolta raggiunge la scuola. Iniziativa questa che, oltre ad educare i ragazzi ad una mobilità più sana, permette una crescita degli stessi in termini di autonomia e autoconsapevolezza, capacità di muoversi e conoscere il proprio territorio; ma che anche decongestiona le scuole dalle auto, offre un momento di socialità, attiva cittadini, rinsalda rapporti di comunità.
Scrive il sito www.piedibus.it: “Il Piedibus è un autobus che va a piedi, è formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da due adulti, un “autista” davanti e un “controllore” che chiude la fila. Il Piedibus, come un vero autobus di linea, parte da un capolinea e seguendo un percorso stabilito raccoglie passeggeri alle “fermate” predisposte lungo il cammino, rispettando l’orario prefissato. Il Piedibus viaggia col sole e con la pioggia e ciascuno indossa un gilet rifrangente. Lungo il percorso i bambini chiacchierano con i loro amici, imparano cose utili sulla sicurezza stradale e si guadagnano un po’ di indipendenza.”
Ovviamente ogni piedibus ha una sua organizzazione puntuale, con l’iscrizione dei bambini al servizio, la verifica delle presenze, la formale disponibilità ed organizzazione dei volontari.
In tempo di Covid-19, il piedibus è un servizio prezioso per evitare il ritorno all'auto privata per questi brevi percorsi e contribuire a ridurre gli assembramenti di accompagnatori agli accessi delle scuole. Si tratta nella maggior parte dei casi di attività puntuali nate su iniziativa di amministratori locali o di singoli istituti o di gruppi informali di genitori, ma che potrebbero di certo ricevere un aiuto concreto da parte della Provincia in direzione di un loro rafforzamento, diffusione e strutturazione.
Ci sono infatti due aspetti, che incrociano il nodo delle responsabilità, sui quali la Provincia potrebbe contribuire con attività di rafforzamento e diffusione. Il primo riguarda la copertura assicurativa che normalmente i Comuni stipulano per bambini ed accompagnatori volontari. La seconda riguarda invece il fatto che i bambini aderenti al pedibus rientrano nella copertura assicurativa della Scuola fornita a livello sistemico dalla PAT (perché il tragitto del piedibus rientra nel concetto di in itinere) ma non rientrano nel perimetro scolastico fino all’inizio delle lezioni. Cosa, questa, che impone che l’arrivo del pedibus coincida con l’entrata in classe, pena la necessità di una permanenza prolungata degli accompagnatori per il controllo. Un aspetto questo che non elimina del tutto i rischi connessi e che invece rende più difficile il reperimento di volontari che non riescono a conciliare il servizio con l’orario di accesso al lavoro.
Ciò non accade invece per gli alunni che arrivano a scuola con il trasporto pubblico scolastico tradizionale, che accedono al perimetro scolastico all’arrivo del mezzo, quindi prima dell’inizio delle lezioni. Possibilità questa giustamente garantita dalle scuole al fine di dare una continuità di “custodia” ai ragazzi.
Al fine quindi di incentivare la diffusione del pedibus, o più in generale di forme simili di mobilità alternativa e sostenibile, la Provincia potrebbe pertanto intervenire con due iniziative.
La prima a supporto dei Comuni fornendo una copertura assicurativa standard per i volontari iscritti ai pedibus (dato che i bambini risultano già coperti dall’esistente assicurazione provinciale).
La seconda garantendo ai bambini che giungono a scuola con il Pedibus l’accesso al perimetro scolastico e la presa in custodia al pari di quelli trasportati. Possibilità questa che permetterebbe un loro arrivo anticipato di qualche minuto, ridurrebbe la concentrazione di persone nei minuti immediatamente precedenti l’inizio dell’attività didattica, ridurrebbe il traffico, aumenterebbe la disponibilità di volontari e darebbe un messaggio di premialità a chi sceglie questa modalità di fruizione rispetto all'arrivo in auto o singolo. Questo passa evidentemente attraverso una disponibilità ed un’attivazione dei singoli istituti.
La Provincia potrebbe dare in questo modo un segnale importante e “di sistema” all'educazione alla mobilità sostenibile.
Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta
cons. Alessio Manica
cons. Sara Ferrari
cons. Luca Zeni