Non soltanto le immagini di un sabato pomeriggio con tanta, troppa, gente ammassata per il vin caldo alle casette o per un aperitivo in centro. A fare decidere il sindaco Franco Ianeselli che serviva subito un altro giro di vite (la chiusura già da ieri delle casette di castagne e brulè, oltre a controlli più serrati da oggi negli esercizi aperti) sono anche i dati dei contagi a Trento.G. Tessari, "Trentino", 16 novembre 2020
«Eccoli. A fronte di 600 tamponi molecolari di cittadini positivi al Covid, ce ne risultano altri 1600 positivi all'antigenico. Se in una città di 110 mila abitanti contiamo 2200 persone che hanno il virus dobbiamo per forza intervenire, senza attendere altri giorni o settimane» osserva Ianeselli scorrendo la lista di nomi sul suo smartphone, l'elenco aggiornato dei positivi. E per arrivare al termine della lunga lista serve qualche buon momento.
Lo stop al brulè
Sono le dieci e mezzo di una fredda domenica di novembre. Ianeselli è in centro città dopo essere stato di prima mattina al comando della Polizia Urbana per firmare l'ordinanza che decreta la chiusura, sino al 31 dicembre, delle casette delle castagne: «La chiusura di queste attività non è stata presa a cuore leggero, ho parlato con i gestori, sono imprenditori con dei dipendenti, ma vedendo quello che è accaduto sabato era inevitabile. É vero che lunedì (oggi) entra in vigore l'ordinanza provinciale che dispone il divieto di consumare cibi e bevande all'aperto ma comunque il mantenimento di queste casette sarebbe stato complicato. Forse - ragiona il sindaco che accompagniamo per le vie del centro - si poteva dire che queste strutture sarebbero state legate solo all'asporto ma avrebbe prodotto solo la necessità di ulteriori controlli, non certo facili, con i vigili che avrebbero dovuto seguire le persone. Debbo fare ancora un appello ai cittadini o ad una parte di loro che sembra non aver capito quale sia il punto, aldilà dell'ordinanza: si lavora per tenere aperta la scuola dove si può fare e si cerca di proseguire con le attività produttive, laddove non si può attuare lo smart working. Ma poi va evitato tutto ciò che non è essenziale. Non è questa l'immagine che avrei voluto rappresentare nei primi giorni da sindaco ma in queste giornate, per evitare di diventare zona arancione o rossa, ci si deve davvero limitare all'essenziale. Non solo nel week-end ma anche nelle normali giornate lavorative. Dobbiamo evitare due scogli: quello del collasso del sistema sanitario e quello della chiusura completa delle attività produttive».
Il Natale ed il Bondone
Il sindaco osserva i cartelli affissi all'entrata di diversi esercizi del centro, bar e ristoranti, che hanno scelto intanto di sospendere da soli l'attività, senza obblighi. Per prudenza. E prosegue nel suo ragionamento: «Il punto vero è quello di tenere una linea coerente. Abbiamo deciso per tempo di non fare il mercatino di Natale ed io sono il primo a dire che ora non serve individuare capri espiatori per quello che è accaduto sabato: non lo sono i gestori dei banchetti o i vigili che farebbero pochi controlli. Anzi, se vogliamo individuare delle responsabilità me le prendo io per primo: sono rimasto molto contento per come sono stati fatti i controlli al mercato contadino del sabato mattina in piazza Dante, assai meno per quelli del pomeriggio. Dico già che nei prossimi giorni avremo un intervento più forte, con controlli per fare rispettare l'ordinanza provinciale ed il Dpcm, con un lavoro coordinato delle forze dell'ordine. Debbo ringraziare per questo il commissario del Governo Lombardi ed il Questore Cracovia».E sullo sfondo ci sono le feste natalizie. E con esse giornate centrali per il Pil trentino, con il turismo, lo sci: «É evidente che non sarà un Natale come gli altri. Quello che avviene in questi prossimi giorni inciderà non sulla normalità ma sull'incidenza delle restrizioni. La città sarà all'insegna delle luci e della musica a non di persone che si incontrano fisicamente. Il Bondone? Bisogna capire, questa settimana è in programma l'incontro con gli operatori della montagna e con Trento funivia: va capito quali attività si possono organizzare in sicurezza. Con un grande principio di precauzione e senza creare delle aspettative che poi vengono frustrate».
Collaborare tra istituzioni
Un ruolo molto concreto, quello di sindaco che, con altri esempi in queste ore in altre località trentine, non sfugge alle proprie responsabilità. In qualche caso con decisioni più stringenti rispetto a quelle dello Stato o della Provincia: «Sì, ne abbiamo discusso alle Autonomie locali. Una cosa però: io non sono - osserva il sindaco - un rappresentante delle opposizioni al governo provinciale. In una logica di collaborazione fra istituzioni si interviene assumendosi la responsabilità di fare delle scelte. Questo significa però essere diversi dallo stucchevole balletto a cui si assiste a livello nazionale con cui vari livelli di governo polemizzano tra di loro».
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