Se l'emergenza sanitaria diventa sempre più preoccupante, le istituzioni sono chiamate a fornire risposte adeguate e incisive. Come adeguata e incisiva può essere la creazione di Covid Hotel sul territorio, strutture dedicate ai contagiati che per mille motivi non possono essere seguiti come si deve nelle loro abitazioni e che non hanno i requisiti per essere ricoverati in ospedale.
"Trentino", 11 novembre 2020
Soprattutto di questo si è parlato ieri mattina durante la conferenza dei sindaci dell'alto Garda: a sollecitare a prendere in considerazione l'argomento è stato il primo cittadino di Arco, Alessandro Betta, da tempo in prima linea contro il dilagare della pandemia. E se l'azienda sanitaria provinciale, ormai sotto pressione, fatica a reggere il peso delle richieste di intervento, sono le amministrazioni comunali, secondo il sindaco Betta, che devono prendersi le responsabilità per le quali sono state chiamate ad operare. «Ne abbiamo parlato durante l'ultima riunione del Centro operativo comunale (Coc) di Arco - ha spiegato Betta - e abbiamo ritenuto potesse essere una proposta valida da condividere con tutti gli altri comuni del territorio. D'altronde la sensazione che ciascuno di noi ha è che la diffusione del virus sia decisamente maggiore rispetto alle cifre ufficiali che vengono fornite e dunque si rende necessario agire subito. Forse detta così, Covid Hotel, suona un po' strano - ha aggiunto il sindaco arcense - ma individuare una struttura che possa ospitare chi non riesce ad essere seguito a casa perché contagiato è una vera priorità».
Lo confermano anche gli operatori di pronto intervento e quelli delle associazioni di volontariato, che devono fare i conti ogni giorno di più con cittadini che, a causa della positività conclamata, non ricevono più assistenza e cure da coloro su cui potevano contare prima della malattia. Sono sempre più numerosi soprattutto gli anziani autosufficienti malati che non possono essere aiutati né dai parenti né dalle badanti, così come sta aumentando il numero di quanti si trovano nell'impossibilità di vivere l'isolamento prescritto dalla normativa all'interno dell'abitazione in cui magari convivono con altri familiari in condizioni di difficoltà. «È per questo che servono risposte immediate - ha continuato Betta - perché l'emergenza pare destinata a proseguire, se non a peggiorare. Nel giro di un mese dobbiamo essere capaci di rendere operativo questo ausilio». Ovviamente si andrà a cercare una struttura ricettiva fra le tante che sul territorio non operano più a favore dei turisti e si elaboreranno le procedure per trasformarla in un ostello a salvaguardia dei più deboli.
Venerdì prossimo si riunirà nuovamente il Coc di Arco, al quale il sindaco Betta ha invitato a partecipare sia il presidente della conferenza dei sindaci, Renato Girardi, sia il commissario della Comunità Alto Garda Gianni Morandi. In quella sede verrà presentata una bozza di progetto sulla quale ragionare insieme. Nel frattempo i sindaci del territorio si confronteranno con i loro partner di governo per verificare la disponibilità a concedere il necessario sostegno all'iniziativa. Inutile dire che l'intervento della Provincia al riguardo sarebbe accolto più che positivamente, ma finché a Trento si valuta il da farsi, Betta ha portato avanti il discorso per guadagnare tempo. «Nessuno di noi ha la sfera di cristallo - ha concluso - e dunque è difficile prevedere se e quando la pressione sociale diminuirà: nel frattempo credo sia doveroso dare risposte concrete e provare a risolvere i problemi della nostra comunità». Pare che una struttura sia comunque stata individuata, ma ovviamente è ancora prematuro anticiparlo. Ora è il tempo della coesione.