L'intervista rilasciata oggi al quotidiano Trentino dal dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali preoccupa e lascia interdetti rispetto ad una molteplicità di affermazioni.
Sara Ferrari per il Gruppo PD, 6 novembre 2020
Il dott. Ruscitti dichiara che soltanto ora, quando si sono resi conto dell’aumento dei contagi, hanno accettato la disponibilità del CIBIO per incrementare i tamponi e i test salivari, investendo un milione di euro e chiosando: “speriamo di partire tra un mese”. Ma non era forse meglio partire prima? Occorreva aspettare di entrare nella fase 2 per organizzarsi? Non è bastata l'esperienza della scorsa primavera per capire l'importanza del fare sistema e di valorizzare il contributo di tutti i soggetti attivi sul nostro territorio?
Dichiara poi che è ormai inutile aumentare il numero di tamponi, come invece chiede tutto il mondo della sanità, perché il contagio si è diffuso, ed è meglio “convincere le persone a stare distanziate”. Dichiarazioni che lasciano esterrefatti visto che la comparazione mostra che altri territori, anche attraverso un alto numero di tamponi, riescono a contenere di più e meglio l’epidemia. E infatti poco dopo si contraddice lui stesso, sostenendo che i test salivari, probabilmente meno impegnativi dal punto di vista organizzativo rispetto ai tamponi, sarebbero molto utili. I tamponi no ma i test salivari si? Ci sfugge in tutta onestà il motivo per cui l'autonomia trentina non possa organizzare un sistema capace di fare sia 5000 tamponi al giorno che anche i test salivari; e ancora di più ci sfugge il motivo per cui ciò non sarebbe utile ai fini del contenimento dell’emergenza. Sembra più che altro, giunti a questo punto, che si voglia provare a giustificare l'incapacità di organizzare un sistema adeguato.
Preoccupa infine che, avendo ormai per negligenza fatto ingolfare il sistema, si voglia ancora una volta scaricare lavoro e responsabilità sui medici di medicina generale. In questo momento i medici di base e i pediatri devono sopportare un carico di lavoro enorme, in condizioni non facili. È stato loro chiesto di svolgere direttamente anche una parte di tamponi, ed ora si vorrebbe caricarli ulteriormente con certificati e tracciamenti che dovrebbe invece fare la centrale Covid, adeguatamente potenziata.
All’assenza dell’Assessora alla sanità Segnana siamo ormai abituati da quasi due anni, ma questa mancanza di serietà e di adeguatezza organizzativa ce la saremmo francamente risparmiata. In ballo c'è la sicurezza e la salute dei trentini, ma questo alla Giunta provinciale pare troppo spesso sfuggire.