La «formula Valduga» si è rivelata assolutamente vincente nella sua riconferma a sindaco di Rovereto. Ma non solo. Assume una valenza politica più ampia, in ottica provinciale: «Sì l'allargamento ai civici, assieme al compattarsi del nostro partito, del Pd, ci convince che siamo sulla strada giusta. Perché? Oltre alla soddisfazione di aver mantenuto il governo della seconda città del Trentino, c'è quella di aver capito che è su questo binario che dobbiamo proseguire in vista del 2023» osserva la segretaria dei Dem, Lucia Maestri.
"Trentino", 6 ottobre 2020
Ecco, a bocce ferme, detto che come spesso accade in politica nessuno sente di aver perso, questo turno amministrativo offre più di uno spunto di riflessione. Nessuno ha perso perché il centrodestra può comunque vantare la conquista di una delle località più grandi del Trentino, Riva del Garda. Ed è una primizia. Il centrosinistra mantiene i sindaci di praticamente tutte le altre, anche se la sconfitta sul lago brucia eccome.Torniamo da Maestri, prima di sentire la versione del senatore di Trento, Andrea de Bertoldi che ha anche una tesi insolita.
Osserva la segretaria del Pd: «Abbiamo potuto fare una sperimentazione sul territorio di coalizione larghe. Rovereto ha un significato particolare, perché con Francesco Valduga era in campo una coalizione che andava dai civici al Patt. E prima i civici erano contendenti alla poltrona di sindaco. Si tratta di un esperimento molto ben riuscito che dice che dove si fanno coalizioni larghe, con il Pd che funge da regista, si vince. Ed ora, come è avvenuto a Trento, dobbiamo lavorare per costruire delle coalizioni. Ma questo, attenzione, va fatto su programmi e visioni condivise, e non come ha fatto il centrodestra a Riva seguendo solo il progetto di una spartizione di posti». E sulla vittoria del centrodestra sule sponde del lago di Garda Maestri aggiunge un altro ragionamento: «Mi ha molto colpito la foto dei festeggiamenti della neo sindaca di Riva pubblicata dal vostro giornale. Con il primo abbraccio dato a Santi, quello dell'imprenditore arcense Paolo Signoretti. Ha spiegato molto dello scontro avvenuto sulla partita urbanistica in quella città e l'impressione è che gli interessi in gioco abbiano alla fine prevalso su quelli complessivi di Riva.
Ancora una cosa: è vero - come ha notato il vostro direttore Paolo Mantovan - che come centrosinistra non siamo riusciti ad avere una sindaca ma posso notare che in questa tornata elettorale sono state tante, davvero, le candidate elette ed altrettanti i giovani. Un segno questo di cambiamento e di rinnovamento che ci fa ben sperare» conclude la segretaria dei Dem.
Va detto che il governatore Maurizio Fugatti, considerando anche il difficile momento legato alla recrudescenza della pandemia, ieri ha preferito (dopo aver fatto i complimenti a Santi e al neo sindaco della sua Avio, Fracchetti) tenere un profilo "terzo" istituzionale: «Un augurio di buon lavoro ai sindaci neoeletti ed un grazie, perché è doveroso dar merito all'impegno di chi decide di mettersi al servizio delle istituzioni oggi più che mai, viste le continue emergenze che si susseguono, dal maltempo al Coronavirus. Il momento, non ce lo nascondiamo, è tutt'altro che facile: proprio per questo dobbiamo impegnarci unitariamente, a prescindere dalle diverse posizioni politiche, per superare le difficoltà. Conclusione (polemica) affidata a de Bertoldi, Fdi: «Bene a Riva, vittoria storica. In generala va detto però che il centrodestra dovendo amministrare la Provincia non ha avuto il tempo degli altri per cercare candidati e fare propaganda».
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Entrambi vedono il bicchiere mezzo pieno. Nell’analisi dei risultati del ballottaggio di domenica, i segretari di Lega e Pd esordiscono allo stesso modo. Esprimendo, cioè, soddisfazione per l’esito del voto. E segnando anche un’altra lettura comune, questa volta in vista del 2023: nelle competizioni elettorali — sottolineano sia Lucia Maestri che Mirko Bisesti — il segreto della vittoria rimane quello dell’unità.
«Nel complesso — ribadisce la segretaria dem — sono soddisfatta del risultato nei Comuni dove il Pd si è dimostrato asse portante». A Trento, ma anche a Rovereto, «dove — prosegue Maestri — si è attuato un esperimento notevole e pienamente riuscito». Meno a Riva, «dove è mancato l’allargamento della coalizione». E dove il Patt si è sfilato, andando con il centrodestra: «Il Patt si è diviso a metà, un pezzo ha sostenuto Mosaner» precisa la dem. «Ma la segreteria provinciale delle Stelle alpine — aggiunge Maestri — ha preso le distanze. E la Lega comunque ha vinto di 140 voti. Pensavano di stracciare Mosaner e così non è stato». E il Pd? «Esce da questa tornata con un sindaco in meno, ma molto robusto nella capacità di fare coalizione» risponde Maestri. Di più: «Il Pd oggi è più autorevole e nel 2018 nessuno ci avrebbe creduto. È una forza da cui non si può prescindere per costruire una coalizione vincente». Una situazione da cui partire in vista del 2023: «Abbiamo seminato bene e siamo radicati. Ora andiamo avanti nella strada che abbiamo iniziato a costruire». Cercando dunque di avvicinarsi alle persone e di allargare la coalizione. «Dobbiamo fare tesoro di questa positiva esperienza — conclude Maestri — e aprire tavoli di lavoro per cercare convergenze su temi e valori».
Parte dal risultato di domenica anche Bisesti. Dicendosi felice soprattutto per Arco e Riva, «dove — osserva il segretario del Carroccio — ho lavorato personalmente perché erano territori particolarmente deboli e roccaforti della sinistra». Alla fine, la Lega ha conquistato Riva, «facendo eleggere un sindaco donna. Una piazza complicatissima, ma siamo riusciti ad arrivare al ballottaggio e a vincere». Obiettivo che è mancato a Rovereto: «Ma lì — dice aspro Bisesti — chi diceva che non sarebbe mai andato con il Pd ha stretto un’alleanza con loro. Buon lavoro. Noi ripartiamo da qui per vincere a Trento e Rovereto tra cinque anni». Guardando, prima, al 2023: «Abbiamo dimostrato — sottolinea il segretario della Lega — che dove il centrodestra si presenta compatto vince. Dove invece emergono personalismi si fa fatica a passare. Il 2023 è lontano ma non così tanto. Dobbiamo andare avanti così». Costruendo anche quella classe dirigente che manca al Carroccio: «Il fulcro da cui partire sono i consiglieri, i sindaci e gli assessori eletti. La squadra si è rafforzata di molto. E anche il dialogo con le forze civiche e locali ha dato i frutti sperati. Abbiamo dimostrato di essere disposti a rinunciare anche ai nostri uomini pur di raggiungere il risultato migliore per il territorio. Seguendo un messaggio in cui crediamo: conta la squadra». E a esultare per la vittoria di Santi è anche Matteo Salvini: «La splendida Riva del Garda dopo decenni di sinistra ha un sindaco della Lega!» scrive su Facebook il leader del Carroccio.