“Una vittoria politica”, diceva Fugatti della norma provinciale che prevedeva il requisito dei 10 anni di residenza in Italia per l'assegnazione delle case popolari. “Ad esagerare con la propaganda si può anche finire male” dicevamo noi lo scorso 10 ottobre, invece. E ancora una volta siamo stati facili profeti.Gruppo PD provinciale, 29 settembre 2020
Oggi infatti il Tribunale di Trento ha ordinato alla Provincia di disapplicare immediatamente la legge, in quanto il requisito di 10 anni di residenza in Italia è in contrasto con il diritto della UE, che prevale ovviamente sulla legge provinciale. Dopo la norma sui Segretari comunali, quella sulle aperture domenicali oltre ad altre norme impugnate dal Governo, ecco la solenne bocciatura della norma “simbolo” della Giunta Fugatti e della maggioranza leghista, che dopo due anni di governo è ancora ferma al palo e non ha ancora capito che tra fare propaganda e responsabilità di governare c’è un’enorme differenza.
E’ ormai lecito pensare, purtroppo, che per capirlo non basteranno nemmeno cinque anni. Non si fa propaganda a suon di leggi sapendo fin dal principio – come nel caso delle aperture domenicali – che risulteranno illegittime per difetto di competenza o per contrasto con fonti del diritto superiori. A fare le spese di questo modo irresponsabile di agire sono la nostra Autonomia, il nostro sistema istituzionale continuamente minato nella sua credibilità e i cittadini trentini, presi in giro da persone che dovrebbero tutelarli e agiscono invece solo in funzione di un proprio personale tornaconto elettorale.
Ora Fugatti e i suoi si affanneranno per trovare un colpevole, un capro espiatorio su cui scaricare questa ennesima brutta pagina, ma non ci sono altri responsabili se non loro. Spiace infine che sia la magistratura a dover dare una lezione oltre che di diritto anche di umanità ad una Provincia Autonoma che è da sempre laboratorio di politiche di welfare, di integrazione e di coesione sociale.
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