Cristina Santi si gioca l'ultima settimana di campagna elettorale da favorita. Sulla carta vanta un bacino di voti invidiabile, ma mai come in questo caso sarebbe sbagliato fare un semplice conto aritmetico. Perché il neo apparentato Mauro Malfer farà molta fatica a portare compatti i suoi voti all'aspirante sindaca.
"Trentino", 28 settembre 2020
E la coalizione di Mosaner lo sa, tanto che ieri era già di nuovo in piazza davanti alla Rocca con il suo gazebo per convincere non solo gli indecisi della prima ora, ma anche e soprattutto coloro che all'abbraccio con il centro destra proprio non ci vogliono stare. A rianimare i suoi è arrivato da Trento addirittura il nuovo sindaco Franco Ianeselli: lui ha vinto facile a Trento contro il centrodestra e forse il popolo Pd piuttosto abbacchiato si aspettava di carpire il segreto della vittoria. Ma Riva non è Trento, ci sono dinamiche diverse. Che è toccato al sindaco Mosaner inquadrare per bene. E non è andato per il sottile.
Secondo il sindaco uscente le dinamiche erano state preparate a tavolino ben prima delle trattative. «Lo hanno detto chiaro - riferendosi alla coalizione Malfer - che hanno abbracciato la destra perché offriva di più. Non si tratta di un apparentamento politico, ma di un banale contratto; si è trattato di spaventoso mercimonio».«Dobbiamo cancellare questa brutta pagina della storia di Riva - ha cominciato poi a infondere vigore ai suoi - e sarei felice se loro facesso l'errore di credere di aver già vinto. Perché non è finita. Ci rivolgeremo ai loro stessi elettori, quelli che credevano di votare per una cosa e poi si sono ritrovati abbracciati alla Lega, a Forza Italia e a Fratelli d'Italia. Gli stessi autonomisti di Malfer sono stati sconfessati dal loro partito». Uno striscione "Riva non si Lega" ha sintetizzato poi il momento, nell'intento di rilanciare la riscossa.Sull'altro fronte, in effetti, Malfer sarà impegnato a tenere compatti i suoi.
L'uscita del Patt provinciale che in una visione più ampia non gradisce l'accordo con la Lega e la vistosa spaccatura della lista La Scelta potrebbero in effetti drenare consensi. Dopo le numerose uscite di Rocco Frizzi che ha sempre preso le distanze da un possibile apparentamento con la Lega, ora altri candidati della sua lista disconoscono quell'accordo. «Siamo coscienti - dicono- che oltre il 60% della città chiede un cambiamento, ma la storia personale e sensibilità politica di una buona parte delle persone del gruppo non acconsente al tentativo di trovare un accordo programmatico con tutto il centrodestra. Non diamo nessuna indicazione di voto o non voto. Ogni elettore rivano farà le proprie considerazioni e voterà di conseguenza».