Denis Paoli e Devid Moranduzzo avevano già diffuso l’immagine fake contro Ianeselli. La segretaria del Pd chiede spiegazioni: “Si è toccato il punto più basso della campagna elettorale, un gesto che non appartiene alla cultura politica di questo territorio”.
T. Grottolo, 21 settembre 2020
TRENTO. Nella notte fra il 19 e il 20 settembre, poche ore prima dell’apertura delle urne, ignoti hanno tappezzato la città di Trento con manifesti “anti-Ianeselli” (QUI articolo). L’intento degli autori sarebbe stato quello di danneggiare il candidato sindaco del Centrosinistra-autonomista, Franco Ianeselli. L’obiettivo del manifesto denigratorio era quello di porre l’accento sul passato da sindacalista del candidato, peraltro come se ciò dovesse rappresentare un’onta nel curriculum di qualcuno.
Peccato però, che nella foto che avrebbe dovuto ritrarre un giovane Ianeselli impegnato in una manifestazione, non ci fosse l’ex segretario della Cgil ma Corrado Gilli, attivista scomparso nel luglio 2015 a soli 32 anni. Quindi non solo è stato violato il silenzio elettorale, proprio nel giorno delle elezioni, ma è stata confezionata una vera e propria fake, una polpetta avvelenata gettata in pasto all’opinione pubblica.
In molti però hanno iniziato a chiedersi da dove fosse spuntata l’immagine incriminata, non ci è voluto molto per scoprire che la stessa immagine (senza le didascalie ma con l’identico accostamento sbagliato) fosse stata postata da due consiglieri provinciali della Lega. Se Devid Moranduzzo l’ha utilizzata per scrivere un post attaccando Ianeselli, Denis Paoli invece l’ha inserita addirittura in un video per invitare le persone a votare Lega. Nel video si specifica chiaramente che il committente è lo stesso consigliere leghista.
Fra le prime a intervenire sulla vicenda c’è stata la segretaria del Partito Democratico Lucia Maestri: “Difficile chiamarsi fuori di fronte a una concomitanza così stravagante. Si è trattato di un gesto molto grave che offende sia la famiglia del giovane scomparso che la dignità della campagna elettorale. Un atto – punta il dito la segretaria – che non appartiene alla cultura politica di questo territorio”.
Secondo Maestri con quei manifesti si è toccato il punto più basso della campagna elettorale: “Una cosa simile non si era mai vista, la stessa immagine era già stata pubblicata dai consiglieri provinciali che adesso devono dare delle spiegazioni”. Una presa di posizione che al momento non è ancora arrivata, sembrerebbe che il post incriminato sia stato eliminato dalla pagina Facebook di Moranduzzo mentre il video di Paoli sarebbe ancora accessibile. Ciò non significa necessariamente che i due leghisti siano in qualche modo coinvolti con l’affissione dei manifesti ma di sicuro hanno contribuito a diffondere immagine false, con l'’obiettivo di attaccare un avversario politico.