“Il traffico sui passi dolomitici va regolamentato”, dice Mario Tonina, Assessore all’ambiente della Provincia Autonoma di Trento e Presidente pro tempore della Fondazione Dolomiti Unesco; “non ho mai detto di essere contrario alle limitazioni”, gli fa eco Roberto Failoni, Assessore provinciale al turismo.
Alessio Manica, 2 luglio 2020
Peccato siano stati proprio loro due, assieme al resto della Giunta Fugatti, a decidere di sospendere già nei primi mesi del 2019 ogni tipo di sperimentazione volta alla riduzione e alla regolamentazione del traffico sui passi dolomitici.
Nel 2017 infatti le Giunte delle Province Autonome di Trento e Bolzano avevano avviato una sperimentazione che prevedeva, nei mesi estivi, la chiusura dei passi dolomitici per alcuni giorni al mese, con progetti come quello dei nove mercoledì green del Passo Sella (sotto il motto #dolomomitesvives), la previsione di tre domeniche ecologiche con i passi riservati alle bici e il progetto Dolomites Bike Day ad aggiungersi al SellaRonda Bike Day e alla Maratona Dles Dolomites.
Si sarebbe potuto e dovuto fare di più, dirà qualcuno, ma il programma attuato da Trento e Bolzano, coinvolgendo numerose associazioni ambientaliste e comunque cercando sempre di coltivare il dialogo con gli operatori turistici, fu una sperimentazione coraggiosa e lungimirante e che produsse risultati positivi. Per questo sono convinto che tale sperimentazione avrebbe dovuto essere mantenuta e ulteriormente sviluppata, ricercando soluzioni definitive, certo che questo tipo di processi – che sono prima di tutto culturali – non possono che necessitare di uno sviluppo incrementale. Ma il dado, ed è questo ciò che più conta, era tratto.
La Giunta Fugatti invece – al netto di qualche inutile sceneggiata in sospensione tra sostenibilità ambientale e accondiscendenza verso le richieste degli operatori turistici, in pieno stile poliziotto buono / poliziotto cattivo - già nella seduta del 22 giugno 2019 decise, con la consueta sicumera, di sospendere qualunque sperimentazione, senza ovviamente mettere in campo nessuna proposta o soluzione alternativa. L’importante, allora come ora, era dare un segnale forte a chi mostrava di più i muscoli oltre che condannare alla damnatio memoriae ogni azione ereditata dalle precedenti Amministrazioni.
Come Gruppo consiliare del PDT, assieme agli altri gruppi di minoranza, abbiamo fin da subito condannato questa scelta miope, certi che non ci possa essere altro futuro per le Dolomiti se non quello della sostenibilità. Lo stesso Presidente Kompatcher disse che “servono scelte coraggiose, per affermare con responsabilità il valore della sostenibilità delle Dolomiti, che sia ambientale, economica, storica, culturale.” La Giunta trentina ovviamente tirò dritto, nonostante la posizione altoatesina che avrebbe voluto proseguire.
Oggi invece i due Assessori, vittime evidentemente di una positiva illuminazione sulla via di Damasco, ci dicono che “il patrimonio naturale è così importante e ricercato che va salvaguardato” e che per farlo “va fatta una programmazione, pensando, magari, a una limitazione degli accessi nella stagione estiva”. Che dire: meglio tardi che mai! Peccato che gli stessi abbiano colpevolmente buttato via due anni di sperimentazione e altri due anni di tempo che poteva essere impiegato per migliorare e potenziare le soluzioni precedentemente adottate. Aspettiamo ora di capire quali siano le soluzioni concrete che questa Giunta proporrà per limitare il traffico sui passi e tutelare al meglio l’immenso patrimonio ambientale, naturale e culturale delle Dolomiti.