Le mozioni sulla scuola primaria e secondaria ed i servizi per l’infanzia promosse dal Gruppo PDT, ed approvate dal Consiglio Provinciale, impegnano la Giunta Provinciale all’attuazione di un piano di interventi che mirano a restituire e rilanciare, dopo la pandemia, il ruolo fondamentale che la scuola riveste nella società.Commissione Cultura, Scuola e Unversità del PD del Trentino, 23 giugno 2020
Non c’è ripresa economica, sociale e civile senza un sistema formativo diffuso e qualificato. Il sistema scuola, dall’Infanzia fino all’ Università, è centrale in una società che vuole essere progredita e giusta, non è un supporto o un settore complementare all’economia ed alla produzione, ma ne è la premessa. Lo è sempre stato, ma lo è a maggior ragione nella fase storica che stiamo vivendo, nella quale l’innovazione tecnologica e scientifica e la qualità della formazione scolastica e culturale diventano la leva di ogni sistema di produzione avanzato.
Ecco perché dopo la chiusura imposta dalla pandemia abbiamo bisogno, anche per recuperare i ritardi ed i limiti della Didattica a Distanza, di “Più scuola” e di più innovazioni in campo didattico e metodologico.
Al riguardo è importante una rivalorizzazione della scuola, una riorganizzazione volta a rilanciarla nella sua importanza, iniziando da una riflessione sul tempo scuola. L’emergenza sanitaria ha infatti causato grandi scompensi tra gli studenti sia negli apprendimenti che nella socializzazione. Si sa che la didattica a distanza non è stata equamente usufruita, anzi ha creato delle disuguaglianze tra gli studenti e le cause sono numerose, a partire dalla mancanza della banda larga in tutto il Trentino e arrivando alla dotazione tecnologica delle famiglie le quali, soprattutto in presenza di più figli in età scolare, non hanno sempre avuto la possibilità di dotarli tutti di adeguati strumenti informatici. Inoltre, non di rado i genitori non hanno ricevuto quell’adeguata formazione necessaria per seguire i figli dal punto di vista tecnologico: in tal caso gli studenti rischiavano di essere lasciati soli. La Didattica a Distanza può e potrà essere uno strumento aggiuntivo, complementare, integrativo alla didattica in aula ma la vera scuola è quella di “prossimità”. L’essere ed il fare scuola è relazione, è contatto diretto tra discenti e docenti, ed è in questi contesti formativi che la scuola non solo istruisce ma anche forma, educa, si prende cura degli studenti. Perché tutto ciò si possa porre in atto, non si deve dunque avere “meno scuola”, così come è stato previsto per il prossimo anno scolastico. La scuola del Trentino deve rimanere di eccellenza come è sempre stata, e l’organizzazione del Primo Ciclo pre Covid-19 che prevedeva 30 ore di frequenza, deve rimanere tale. Il tempo scuola è l’elemento cardine che permette poi opportune organizzazioni di spazio e di didattica. Prevedere una scuola a 26 ore, spalmata solo al mattino dal lunedì al sabato compreso, svantaggia gli studenti, che di fatto hanno meno scuola, e causa problemi alla grande maggioranza dei genitori che lavora anche nei pomeriggi. Dunque si chiede “più scuola”, come si aveva prima della pandemia. Solo con “più scuola”, si potrà recuperare il divario causato dall’ utilizzo disomogeneo della DaD, si potranno personalizzare gli interventi didattici, si potrà prevenire la dispersione scolastica. In questo momento storico è solo con “più scuola” che si possono “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…” (art. 3 Costituzione italiana). Sappiamo che “più scuola” significa più investimenti economici in risorse umane, docenti e personale ausiliario, e in strutture fisiche che garantiscano il distanziamento, ma solo questi investimenti permetteranno le lezioni in presenza e la vita scolastica come luogo di formazione, di cura e di crescita delle nuove generazioni. (“I care”, diceva Don Milani).
Prevedere invece meno scuola, dopo quattro mesi di chiusura, significa ignorare e mistificare la realtà, fare e decidere come se la pandemia ed il lockdown non ci fossero mai stati negando così, nella realtà dei fatti, quella centralità del sistema formativo che tutti, in teoria ed a parole, sembrano condividere.
La Commissione Cultura, Scuola e Università del PDT dunque chiede:
la piena attuazione degli impegni assunti con le mozioni approvate dal Consiglio Provinciale
l’organizzazione del tempo in classe com’era prima della pandemia in tutti gli ordini di scuola
l’attivazione di un questionario in tutte le scuole del Trentino, sulla fattispecie di quello già promosso dalla Consulta provinciale dei genitori, in cui evidenziare quanti studenti di tutti gli ordini di scuola abbiano seguito completamente le lezioni on line, quanti in parte e, quanti infine, per nulla, così da poter comprendere il reale bisogno formativo degli studenti.
che le scuole, tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire, in vista delle elezioni amministrative di settembre, non vengano coinvolte. Si cerchino altri spazi: la scuola non deve più soffrire di sospensione delle attività.
Gli studenti non debbono e non possono più perdere scuola. Noi abbiamo ricevuto un’istruzione ed una formazione regolare e ora tocca a loro: i loro diritti vanno tutelati e rispettati, come sancisce la Costituzione.
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