Tonini:« Sventato atto di forza contro la Regione»

Lo scontro tra Trento e Bolzano sullo svuotamento della Regione l'altra sera ha visto andare in scena un nuovo capitolo. Non concluso perché sul tema ha tenuto la guardia alta il già capogruppo del Pd Giorgio Tonini ma anche, va detto, per la scarsa collaborazione (eufemismo) della Lega che sul tema "salvaguardia e rilancio della Regione" ci aveva fatto la campagna elettorale nel 2018.
G. Tessari, "Trentino", 19 giugno 2020

 

E la questione ha anche dei risvolti molto godibili: con la Lega in Regione costretta a richiamare la Lega in Provincia di Trento, se stessa, a non tirare il cane per l'aia nell'attuare le riforme che stanno a cuore alla Svp. Ma riavvolgiamo il nastro di una seduta del Consiglio regionale che si era protratta, sino alle 21, ben oltre gli standard molto sbrigativi di queste riunioni.

Approvata la legge elettorale non c'è stato il rompete le righe, ma nel corso della lunga seduta sono stati ripresentati ben 4 disegni di legge della Svp sulla riforma dello Statuto che attendono a Roma e sui cui serve il parere: uno, il principale, è quello che prevede la famosa intesa del Parlamento con Trento (e Bolzano) qualora si dovesse andare a modificare lo Statuto di Autonomia. Ora è previsto solo che si "sentano" gli interessati ma Roma potrebbe fare come gli pare. E su questo sono tutti d'accordo.

Gli altri tre erano stati scritti per fare transitare dalla Regione alle due province temi ambientali e competenze su enti locali, con l'ultimo che interviene ad aggiustare altri temi minori: «Il parere che debbano dare sulle leggi di riforma i tre Consigli (quello regionale e le due Province) spiega bene la situazione. Bolzano ovviamente l'ha già dato, mentre a Trento è fermo, rinviato alla calende greche. Allora si sono inventati una mozione - sorride Giorgio Tonini - in cui la maggioranza regionale Svp-Lega (dunque firmata oltre che da Gerhard Lanz anche da Mirko Bisesti, i due capigruppo) ha scritto: "il Consiglio regionale impegna la giunta regionale, dove siedono Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti, ad attivarsi perché il Consiglio provinciale di Trento esprima parere favorevole ai disegni di legge di riforma dello Statuto". E su questo non si sa se ridere o piangere, visto che potrebbe rivelarsi una foglia di fico per la Lega».

Un tentativo, comunque, da parte di Bolzano di dare un altro calcetto alle Regione: «Sì e per di più si andrebbe a mettere mano al nostro Statuto in un momento in cui la politica romana, il Parlamento, assomiglia ad un Carnevale di Rio. Tra fibrillazioni e malumori si andrebbe ad aprire il cuore della nostra Autonomia in un momento politicamente caotico. Ecco perché abbiano detto, con una nostra mozione, che sull'intesa con Roma c'è l'accordo di tutti e che su questo si può dare non solo un parere favorevole ma fare anche una legge che abbia l'accordo se non di tutti, quasi» osserva Tonini.

Ma il richiamo a non affrontare un tema così delicato in un'aula scomoda (attrezzata a piano terra per questioni di distanze), con cattiva acustica e a in fretta e furia alle 21 di sera è servito: «La mia proposta è stata quella di affrontare con dignità il tema. Kompatscher ha tentato la prova di forza ma a quel punto è scattata la macchina dell'ostruzionismo. Non solo nostro eh, ma di diversi gruppi. Quando alle 20.30 si è chiesta la traduzione in tedesco di un emendamento - osserva Tonini - la Svp ha alzato bandiera bianca. E la Lega non era scontenta». Partita rinviata.