Sin da subito, 10 giorni fa, non aveva fatto il giro largo attorno alla questione la segretaria del Pd Lucia Maestri: «Kaswalder è uomo di parte, insufficiente a svolgere il ruolo di presidente. Si dimetta subito» notava a caldo, uscita la sentenza sfavorevole all'esponente di Autonomisti popolari sul licenziamento di Pruner.
G. Tessari, "Trentino", 15 giugno 2020
Da allora non è successo nulla, però. Il tema è tutto della maggioranza che lo ha voluto in quel ruolo, ma il centrodestra è sordo. Ma non solo: vivono le istituzioni come fosse un loro protettorato. Non c'è mica solo la questione Pruner. L'ho detto subito: Kaswalder è uomo che partecipa alle conferenze stampa della giunta. Determinato nello scegliere, a spese del contribuente, con il suo solo voto e quello di un altro consigliere di maggioranza, un avvocato a cui affidare la pratica del contenzioso sorto da un'inopinata e ingiustificata risoluzione del rapporto di lavoro con la persona da lui stesso assunta. Ecco perché tocca a noi farci carico di un punto su cui loro non arrivano. Ripetuto questo non c'è dubbio che l'opposizione su questa faccenda ora si sia incartata.
Ammetterà segretaria che una parte di questo impasse sia riconducibile, lato minoranza, anche al vicepresidente Alessandro Olivi, che è del Pd.Il partito ed il capogruppo Giorgio Tonini avevano dato l'indicazione al consigliere Olivi di dimettersi dall'Ufficio di presidenza. Questo sì. Ed era d'accordo anche una parte del gruppo in Provincia.
Tanto è vero che Tonini ha poi lasciato la presidenza del gruppo del Pd sia in Provincia che in Regione. Ci sono anche le motivazioni personali di Giorgio ma, sì, era amareggiato anche per come sono state disattese le cose. Lo dico con grande onestà intellettuale: su questo punto, sulle dimissioni dell'Ufficio di presidenza le opposizioni si sano incartate.
Cosa è successo? Le minoranze avevano in mano la possibilità di mettere in forte discussione questa presidenza di Palazzo Trentini. Come, lo si è detto: lasciando i posti occupati dentro l'Ufficio di presidenza.
Ma il piano non ha funzionato. Per una questione relativa agli equilibri interni, dentro l'Ufficio di presidenza. Quello delle dimissioni sarebbe stato un atto concreto. Il resto è acqua fresca.
Allude alla mozione di sfiducia? Certo. E se permette su questo punto mi sento di dare 10 e lode al direttore del vostro giornale, Paolo Mantovan, che su questo aspetto nel fondo di ieri è stato chiarissimo.
Come se ne viene fuori, a suo parere. Io non sono in Consiglio. In ballo c'è il rispetto delle istituzioni, il ruolo di garante in cui, anche nel confronto con Roma sul tema dell'Autonomia finanziaria, Kaswalder non si è dimostrato affidabile. Ora se ne vada, poi sarà la Corte dei Conti a fare i passi legittimi .