Piaghe d'Egitto e coronavirus

Tutti ci ricordiamo le dieci piaghe d'Egitto, o almeno ci ricordiamo l'inquietudine per un Dio così feroce e la stoltezza del Faraone che non voleva liberare il popolo d'Israele. Ora, se mi si perdona l'incauta similitudine, mi sembra che la Natura stia comportandosi con noi come Dio con il Faraone.
Roberto Pinter, 20 maggio 2020

 

Omettendo le tragedie volute dall'uomo come le guerre, o Cernobyl, Bhopal, Seveso.. i milioni di morti per l'inquinamento dell'aria e delle acque, e tralasciando i terremoti e limitandoci all'ultimo secolo: la spagnola con 50 milioni di morti, l'Ebola, la Sars e il Coronavirus del quale non conosciamo il bilancio definitivo; la diffusione della malaria che sta raggiungendo le nostre latitudini, le zecche; la scomparsa di molte specie animali, le locuste che stanno distruggendo l'agricoltura di alcuni paesi africani e da noi le api decimate; le ondate di calore nel mondo e gli incendi devastanti dalla California alla Siberia.

E, ancora, le piogge "bibliche", i tifoni, i tornado e gli uragani...; Vaia, gli tsunami, le alluvioni e le inondazioni, le valanghe e le frane, sempre più frequenti e diffuse; l'impoverimento del cibo e le carestie provocate da scarsità d'acqua, desertificazione, erosione dei suoli; il prosciugamento dei laghi, l'acidificazione degli oceani e l'inquinamento da microplastiche con la distruzione della fauna ittica e della barriera corallina; lo scioglimento dei ghiacciai dell'Antartide con l'emissione di carbonio e l'innalzamento del livello degli oceani e le devastazioni conseguenti.
Tutte queste tragedie assomigliano molto alle piaghe d'Egitto e non sono frutto di una natura matrigna ma sono conseguenze dirette o indirette (anche quando sembrano fenomeni naturali perchè se ne sono modificate la frequenza e la portata) dell'azione dell'uomo, che ha avvelenato il pianeta e innalzato la temperatura.

E il mondo, con i suoi poteri e i suoi governi, continua a comportarsi come se nulla fosse accaduto, prima negando i cambiamenti, poi minimizzando le conseguenze, quindi attrezzandosi a proteggere i più benestanti, abbandonando al proprio destino qualche miliardo di persone. Si continua come prima, con la stessa stoltezza del Faraone e forse alcuni capi di stato si considerano dei faraoni. Dal 2000 ad oggi è cresciuto il consumo di carbone dell'80%, in Canada come negli Usa si estrae petrolio di scisto, indifferenti alla distruzione del territorio; si prosciugano le falde acquifere pur di assicurarsi lo spreco attuale; si moltiplicano nel Golfo i nuovi impianti di trivellazione; in Brasile si pianifica la distruzione delle foreste per coltivare soia e cereali da destinare agli allevamenti animali... e lungo le coste dei paesi turistici si costruisce indifferenti al mare che le sta erodendo; cresce il trasporto su gomma e il traffico aereo; le metropoli esplodono, si abbandona la montagna e l'agricoltura ad alto uso di fertilizzanti impoverisce la terra stessa.
In altre parole non sono bastati i moniti; nemmeno gli obiettivi parziali fissati a Parigi nel 2016, per contenere in 2 gradi l'aumento della temperatura, vengono rispettati.
La gente assiste impotente e distratta confidando che qualcuno estragga il coniglio dal cappello e pochi sono disposti a cambiare i modelli di consumo o a rinunciare a qualcosa. La politica connivente si concentra sul consenso immediato e non prova ad affrontare seriamente il problema. Ci si preoccupa di guadagnare e di arrivare a questa sera, non a domani.

Il Covid 19 e la sua diffusione, favorita dallo sconvolgimento degli ecosistemi, rappresenta l'ennesimo segnale. La distruzione delle foreste libera virus fin qui sconosciuti e il riscaldamento climatico li rende più forti e persistenti. Tra il 1940 e il 2004 sono comparse 335 nuove malattie infettive e il 60% viene dagli animali. Nel 2015 due terzi delle antilopi nane sono morte in pochi giorni perché un batterio che da sempre viveva nel loro organismo si è svegliato a a causa dell'aumento della temperatura e dell'umidità. Un ragazzo è morto per l'antrace presente in una renna affiorata con il disgelo e milioni di batteri sono pronti a liberarsi dal permafrost e dai ghiacciai. La febbre gialla si avvicina alle megalopoli brasiliane e la malaria si affaccia nel mediterraneo.
È chiaro che quello che è accaduto nella storia adesso, con il riscaldamento del pianeta, si intensifica, si moltiplica (insieme alle guerre, ai conflitti e alle migrazioni) e con la globalizzazione viaggia superando ogni barriera.
Vogliamo fare qualcosa? E non parlo solo di fermare il commercio di animali o della doverosa riorganizzazione della sanità e della ricerca o della cooperazione globale per affrontare le pandemie. Clima e salute sono i beni dell'umanità che se non vengono governati globalmente cancelleranno l'umanità stessa. Abbiamo la possibilità di non gettarci dal burrone, anche se è probabile che ci scivoleremo un po' alla volta, ma è stupido pensare che qualcuno lo farà al posto nostro. Chi misura la vita con il profitto immediato se ne frega del domani, per cui o ci pensiamo noi e ci pensa la politica o il Covid 19 sarà solo un antipasto di ciò che ci aspetta.