ROVERETO - «È la fine del polo scolastico»

Alessandro Olivi ha pochi dubbi: per il progetto del polo scolastico nell'area della Meccatronica, questa sarà la mazzata finale. Dovendo finanziare la sua manovra per fronteggiare la crisi da Covid-19, la giunta " ha deciso di utilizzare una parte delle risorse che erano destinate ad opere pubbliche già programmate.
L. Marsilli, "Trentino", 15 maggio 2020

 

La scelta è caduta su opere che evidentemente la Giunta non considera prioritarie e urgenti. Tra queste, ancora una volta, la realizzazione del nuovo polo scolastico nell'area della Meccatronica, dove è prevista la costruzione delle nuove sedi dell'ITT Marconi e del CFP Veronesi, unitamente ai laboratori per le attività di alternanza scuola-lavoro e la ricerca sperimentale".

Taglio da 27 milioniSi parla di 27 milioni e di una sospensione del finanziamento per i prossimi tre anni, rimandando tutto a fine legislatura. Una pietra tombale, più o meno. E su un progetto assolutamente strategico per Rovereto, perché nel costruire le due nuove scuole all'interno dell'area di via Zeni, si vuole creare un polo di interconnessione tra scuola, ricerca e produzione che non avrebbe eguali, ridisegnando la formazione lagarina. Ma si sposterebbero anche quotidianamente 1.600 persone oltre la ferrovia, costringendo ad un ripensamento urbanistico e viabilistico della città di cui il sottopassodi piazzale Orsi, la realizzazione della stazione delle corriere sullo scalo merci e il riequilibrio del peso dei diversi rioni sono tasselli fondamentali. Un intera idea di cittàNon si tratta solo di una scuola, per quanto importante sia, ma di rimettere in discussione scelte di indirizzo economico, urbanistiche e di gestione della mobilità: gran parte dei progetti della Rovereto dei futuro.Olivi tra l'altro ricorda che un tentativo analogo era stato compiuto dalla stessa giunta Fugatti ad inizio legislatura, con la variazione di bilancio del gennaio 2019. Allora furono tagliati 20 milioni rimettendo per la prima volta in discussione la tempistica del progetto. «La reazione della città e le numerose iniziative di cui personalmente mi sono fatto interprete sul piano politico ed istituzionale hanno "sventato" il rischio di un ridimensionamento del progetto considerato che successivamente con una delibera del dicembre 2019 i fondi destinati alle nuove scuole sono stati ripristinati».

Con quel provvedimento la Giunta provinciale confermava: "la rilocalizzazione di due istituti scolastici, ITT Marconi e il CFP Veronesi, ... con creazione di un nuovo edificio per laboratori e centri di ricerca e contestuale ampliamento ed espansione dell'area produttiva esistente... Complessivamente sono previsti circa 1.600 persone tra studenti (1.400), docenti, personale tecnico e amministrativo. Vicine alle imprese e al mondo del lavoro, le scuole avranno laboratori di produzione e isole di apprendimento dedicate, con strumenti multimediali d'avanguardia".«La giunta non ci crede»

In pratica, si era solo perso in anno ma il segnale era stato letto chiaramente: la giunta Fugatti non credeva in questo progetto. Adesso arriva la peggiore conferma possibile. «Dalle tabelle - scrive Olivi - della variazione al bilancio allegate alla legge risulta che la Giunta ha ridotto gli stanziamenti a partire dall'anno in corso e fino al 2023 per un totale di circa 27 milioni di euro per la realizzazione dell'opera. Solo una parte di tali risorse vengono poi reinserite nel bilancio alla fine della legislatura. Questa rischia di essere la fine tombale del progetto e una grande occasione persa per la città».

Stop a progettazione e appaltiServono risorse e questo è chiaro, ma questo secondo Olivi era un investimento da confermare: ha chiesto con un emendamento che fossero ripristinate le risorse del 2020 per non interrompere l'iter di progettazione e appalti, ma è stato bocciato. «E' una scelta - conclude Olivi - con la quale la Giunta provinciale getta la maschera. Una scelta di retroguardia e di restaurazione e un investimento nell'edilizia scolastica di grande importanza e valore rimandato sine die. Infine, come ho insistito a dire nel mio intervento in Aula, proprio l'esperienza di Covid-19 ci dovrebbe insegnare che è urgente realizzare un nuovo modello di struttura economica puntando su una transizione ecologica e digitale delle imprese e del lavoro e proprio a Rovereto sono state create le condizioni per questo processo di riconversione manifatturiera».

Formalmente chiede quindi con la sua interrogazione alla Giunta se il progetto si debba considerare definitivamente abbandonato, se della scelta siano stati informati il Comune di Rovereto, l'Associazione Industriali, l'Università, Fbk, le Scuole e tutti i soggetti coinvolti. Chiede anche se non si considera questa scelta penalizzante per il futuro di Rovereto dal punto di vista economico e se non rimetta in discussione l'intero riassetto urbanistico dell'area, inclusi interventi già appaltati e finanziati.