Sfregio al parco Paneveggio, Alessio Manica interroga la Giunta provinciale

Il conduttore della trasmissione Rai: “Interessi poco lungimiranti i politici e decisori del Trentino non hanno capito la lezione di Vaia. Insorgono le opposizioni, Futura: “Distruggono l’habitat del gallo cedrone”, Manica: “Decisione gravissima, l’urgenza non può essere un escamotage, anche il prossimo ddl Fugatti sarà pieno di norme derogatorie”.
Tiziano Grottolo, "Il Dolomiti", 9 maggio 2020

 

Nel 1967, in Trentino, venne istituito il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, quasi 20mila ettari di area protetta che interessa 7 comuni trentini e accoglie una varietà incredibile di flora e fauna, che proprio per la sua unicità sono protette da diversi gradi di tutela. Eppure le ruspe sono entrate in azione proprio in una delle zone più impervie del Parco, sul versante boscoso sulla destra orografica della Val Cismon: tra Fiera e San Martino di Castrozza si sta realizzando una strada camionabile che attraverserà uno degli habitat del gallo cedrone.

“Quando gli interessi poco lungimiranti si scontrano con tutto quello che l'intelligenza e le relazioni scientifiche direbbero loro di fare, accadono cose di questo tipo”, osserva Emanuele Biggi, naturalista, fotografo e co-conduttore di Geo, nota trasmissione in onda sulla Rai. “Mi auguro vivamente che si torni indietro su questi passi pericolosi – ha aggiunto – perché se veramente fosse così, vorrebbe dire che i politici e decisori del Trentino non hanno capito la lezione di Vaia o del Covid-19, ma stanno facendo un pericoloso gioco con la sorte di tutta la comunità. Qui non si tratta solo del gallo cedrone, si tratta di avere dignità e ammettere di aver sbagliato, cambiando ‘la strada intrapresa’, che porta solo più velocemente al ciglio di un burrone senza fondo”.

Ma com’è possibile che le ruspe possano agire nel bel mezzo di una delle aree più tutelate del Trentino? A ricostruire la vicenda ci pensano i consiglieri di Futura, Lucia Coppola e Paolo Ghezzi: “È accaduto che in sede di revisione del piano di assestamento forestale aziendale dell'ex Comune di Fiera di Primiero per il periodo 2015-2024, l'Ufficio Distrettuale forestale del Primiero, venendo incontro alle richieste del Comune, abbia utilizzato l'escamotage della legislazione in deroga del post-Vaia, per riproporre il collegamento stradale tra malga Crel e malga Scanaiol, evitando di dover sottoporre il progetto a valutazione d'incidenza ambientale”.

Infatti, lo stesso progetto era già stato bocciato e stralciato dal piano di assestamento per l'opposizione del Parco, vista la totale incompatibilità con il regime di vincolo dell'area. In quell’occasione però, i promotori dovettero seguire le norme ordinarie, mentre questa volta hanno optato per la procedura ordinaria prevista dal post-Vaia. L’ente parco si è comunque opposto al progetto realizzando una dettagliata relazione tecnica e rilevando che mancando i presupposti per una sua applicazione, la legislazione “speciale” si dovrebbe sfruttare solo per accedere alle aree boschive danneggiate, mentre in questo caso, si legge nella relazione tecnica: “La strada in oggetto risulta avere tali caratteristiche per il primo tratto (poche centinaia di metri dopo malga Crel) ma non per il secondo, in cui le aree schiantate sono del tutto marginali”.

I consiglieri di Futura hanno depositato un’interrogazione per far luce sulla vicenda e chiedendo alla Giunta di sospendere i lavori: “È uno sfregio, dove oggi cantano i galli domani ci sarà una strada camionabile, con la scusa della tempesta a Paneveggio si rischia uno scempio stradale irreversibile”. Sempre su questo tema, una seconda interrogazione, è stata presentata dal consigliere del Partito Democratico Alessio Manica: “Stiamo parlando di una zona collocata in piena area protetta e vincolata ai sensi della Direttiva europea habitat, sia come zone speciali di conservazione che come zone di protezione speciale”.

I problemi però non si fermano qui, Manica solleva anche una questione formale: “Siamo anche di fronte ad un possibile pericoloso abuso della decretazione d’urgenza, per realizzare ciò che le norme di salvaguardia e tutela hanno sempre vietato ed evitato. L’urgenza non può essere l’escamotage per violare ogni norma di tutela ambientale. La cosa che più mi preoccupa – prosegue – è anche il disegno di legge che sarà discusso a breve è pieno di norme derogatorie ispirate da una esigenza di urgenza, che vanno nel senso di una riduzione del controllo da parte degli enti preposti e di una diffusa deregolamentazione. Visto quello che sta succedendo sono molto allarmato – conclude Manica – perché non si può pensare che tutto sia lecito e negoziabile, dobbiamo evitare di adottare delle norme che devasteranno il Trentino di domani”.