Il consigliere del Partito Democratico Alessio Manica ha depositato una proposta di mozione, sottoscritta da tutti i componenti del Gruppo, per impegnare la Giunta ad un nuovo progetto strategico a favore della mobilità ciclabile.Trento, 29 aprile 2020
“Il tema della mobilità– spiega Manica – che era già molto presente nell’agenda per il nostro territorio, diventa ora assolutamente centrale. Perché qualunque siano i tempi e le modalità di una riapertura, l’emergenza sanitaria impone di ripensare le modalità di spostamento. Ed è un’urgenza che diventa anche occasione, perché ci permette di definire nuove strategie che siano sostenibili e lungimiranti. E la bicicletta può, in questo senso, giocare un ruolo fondamentale”.
La proposta di mozione vuole dunque stimolare la Provincia ad un impegno aggiuntivo, da realizzare in collaborazione con Comunità e Comuni, per agire con lo sguardo lungo della pianificazione urbanistica e territoriale, e con l’azione immediata attraverso soluzioni che garantiscano un’ulteriore diffusione della mobilità ciclabile.
“Chiediamo alla Giunta di elaborare subito un piano strategico per la mobilità al tempo del COVID-19– conclude il consigliere Manica – con l’obiettivo di aumentare la disponibilità dei mezzi pubblici, di incentivare l’utilizzo della bicicletta e dei mezzi elettrici, e di favorire l’intermodalità. E chiediamo che il Consiglio provinciale impegni formalmente l’Esecutivo a creare e finanziare un fondo dedicato da destinare alle azioni che verranno decise nel piano strategico, e ad altre più immediate, già previste nella proposta di mozione”.
IL TESTO DELLA MOZIONE
Proposta di mozione n.
Serve un nuovo progetto strategico per favorire la mobilità ciclabile
Tra le molte incognite e difficoltà gestionali poste dall’emergenza COVID-19 per la cosiddetta “Fase 2”, cioè quella dell’allentamento del lockdown, vi è sicuramente quella legata alla mobilità delle persone ed in particolare al trasporto pubblico. L’esigenza di ridurre gli assembramenti e il contatto sociale obbligherà a rivedere le modalità organizzative del trasporto pubblico anche allo scopo di contingentare l’utenza, con il rischio quindi di ridurne l’efficienza e in definitiva l’attrattività. Il rischio è quindi quello di assistere ad una graduale disaffezione verso il mezzo di trasporto pubblico e disperdere quindi il frutto dei molti investimenti, anche in termini culturali e di comportamento sociale, fatti negli ultimi decenni allo scopo di rendere sempre più attrattiva la mobilità pubblica e ridurre così l’utilizzo dei mezzi privati. L’ipotesi di far salire sui mezzi pubblici un numero contenuto di passeggeri, tale da rispettare la distanza di almeno un metro, comporterà il rischio che un alto numero di passeggeri abituali, non riuscendo a usufruire dei mezzi pubblici e in mancanza di valide alternative, tornerà a fare ricorso dei mezzi a motore privati.
Uscire di casa vuole dire spostarsi e pur dando continuità laddove possibile a soluzioni di telelavoro e smart working è certo – e pure auspicabile - che molte persone ricominceranno a spostarsi e muoversi sul territorio, in particolare per raggiungere i luoghi di lavoro e, in particolare, gli agglomerati industriali e urbani del fondovalle dell’Adige. Risulta in tal senso necessario ed urgente elaborare una strategia per la realtà del Trentino, con l’obiettivo di valorizzare anche in questo momento di crisi il sistema del trasporto pubblico e della mobilità pubblica trentina, in chiave intermodale, integrato e sostenibile. Già molte città in Italia e nel mondo stanno lavorando in tal senso, da Bologna a Londra. L’obiettivo comune è quello di evitare da un lato un nuovo aumento dei casi positivi di COVID-19 e una nuova diffusione della pandemia; dall’altro evitare l’aumento del traffico viario, il sovraffollamento dei parcheggi nei centri urbani, il peggioramento dei livelli di inquinamento e di tutela dell’ambiente. Già a marzo sedici accademici inglesi (epidemiologi, medici, psicologi, urbanisti, economisti) hanno scritto al premier Boris Johnson che “Quello che è necessario è pensare a soluzioni che permettano lo spostamento garantendo la distanza sociale minima”, suggerendo quindi di “Favorire, anche con infrastrutture di emergenza, il movimento a piedi, in bicicletta o in monopattino delle persone”, l’unico modo, secondo i firmatari, per evitare “il pericolo di un utilizzo sconsiderato e pericoloso delle auto”. Ma il dibattito è molto ampio, come ha fatto notare la FIAB di Trento: “Dalle colonne dello Spiegel, il ministro della sanità tedesco invita i suoi concittadini a preferire la bici al mezzo pubblico; a Berlino e Londra sono apparse nuove piste ciclabili delimitate temporaneamente da paletti o coni, per fare spazio a chi opta per la bici invece al posto del trasporto pubblico. A New York, gli spostamenti in bicicletta sono aumentati del 67%. A Bogotà, a partire da metà marzo, la nuova sindaca ha reso permanenti i 70 Km di ciclovias originariamente aperti a bici e pedoni esclusivamente la domenica.”
Da anni la Provincia Autonoma di Trento sta investendo sul trasporto pubblico e sulla mobilità sostenibile. Possiamo citare, in ordine sparso e a solo titolo di esempio, la diffusione del sistema di bike sharing e car sharing, politiche a supporto della ciclabilità e della mobilità condivisa, il potenziamento del trasporto pubblico urbano, la diffusione della rete urbana ed extraurbana delle piste ciclabili, l’incentivazione all’acquisto di bici e mezzi elettrici, la diffusione di stazioni di ricarica per bici e macchina, le politiche di incentivazione alla mobilità sostenibile casa-lavoro con e-bike, l’adozione del Piano provinciale per la mobilità elettrica, gli investimenti sulla ferrovia e sul passaggio di persone e merci da gomma a rotaia, politiche di incentivazione all’uso dei mezzi di trasporto pubblico. Tutte queste politiche, azioni ed incentivazioni hanno avuto un forte e riconoscibile impatto, testimoniato dai dati di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, dai rilevamenti lungo le arterie ciclabili e dal sempre maggior utilizzo della bicicletta per svago o per raggiungere, anche abbinando più mezzi in chiave intermodale, il posto di lavoro.
Di recente Paolo Bellino, giornalista e cicloattivista tra i fondatori di Salvaiciclisti, ha dichiarato che “Cambiare stile di vita è più semplice di quello che si crede, la pandemia ce l’ha soltanto spiattellato in faccia senza filtri. E la bicicletta è la via per farlo. È la dimostrazione plastica di un altro modo di stare al mondo, di un altro stile di vita che ormai è ineludibile intraprendere. Uno stile di vita che passa per un rapporto più intelligente con il proprio tempo, con lo spazio che ci sta attorno”. Anche sulla mobilità la crisi che stiamo vivendo non va subìta, con il rischio di buttare via il lavoro di tanti anni, ma va sfruttata per fare un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità, l’intermodalità, l’utilizzo del trasporto pubblico, della bici e dei nuovi mezzi elettrici, la tutela dell’ambiente e la vivibilità. Trento e il Trentino partono avvantaggiati, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico sia per quanto riguarda la presenza di percorsi ciclopedonali protetti e la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto. Ciò nonostante, il lavoro che si può e deve fare è ancora molto e questo è il momento giusto per implementarlo, perché le nostre città e i nostri territori, come ha recentemente detto il Presidente nazionale di Legambiente, “possono essere un fantastico banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo in meglio, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo.”
In queste settimane anche Legambiente è intervenuta sul tema della mobilità, proponendo un pacchetto che prevede “mezzi pubblici più sicuri attraverso monitoraggi,controlli e tornelli per contingentare gli ingressi e garantire le distanze di sicurezza. Più bici e nuove ciclabili nelle aree urbane. Il rafforzamento della sharing mobility – auto soprattutto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini – attraverso accordi con le imprese per avere più mezzi in città e in più quartieri a costi molto più contenuti. Invitando i cittadini a rottamare l’auto e scegliendo la mobilità sostenibile e i bonus green. Ed infine incentivando sempre di più lo smart working, avviando un dialogo con il Governo per prevedere dei vantaggi fiscali per le aziende e i lavoratori che decidono di puntare su lavoro agile e sul mobility management di comunità.”
Sul tema della mobilità, come detto, è recentemente intervenuta anche la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – FIAB Trento, che ha evidenziato come “Terminata l’emergenza che stiamo vivendo, la mobilità attiva, pedonale e ciclabile, sarà un ingrediente fondamentale per garantire gli spostamenti in sicurezza di tutte le persone. Se infatti da un lato è verosimile attendersi una diminuzione dell’utilizzo del trasporto pubblico, dall’altro è necessario che le amministrazioni competenti facciano tutto ciò che è in loro potere per scongiurare un incremento del trasporto privato motorizzato, che sarebbe insostenibile per le nostre città.”
Sul tema della mobilità, e in particolare della ciclabilità, è intervenuta recentemente anche la Provincia Autonoma di Bolzano. L’assessore alla mobilità della PA B Daniel Alfreider ha dichiarato che “Il coronavirus avrà una forte influenza sulla nostra vita quotidiana e sul nostro comportamento, soprattutto nella mobilità. Ma è anche un’opportunità per ripensare le nostre abitudini e trarre le giuste conclusioni per la nostra mobilità dall’esperienza della crisi. Un ruolo importante in questo contesto lo svolgerà la bicicletta. La sensibilità per la salute è aumentata notevolmente in queste settimane. Quali enormi vantaggi abbia per la salute e l’economia l’espansione della mobilità ciclabile è comprovato. Pertanto è il momento giusto di incentivare forme di mobilità sane soprattutto nelle città, e dedicare maggiore spazio alle bici.” Per Harald Reiterer, direttore del settore Green Mobility della STA di Bolzano, il tema è un piano in più step: "Il nostro obiettivo è ampliare la rete ciclabile, motivare strutture pubbliche e imprese a mettere biciclette a disposizione dei propri collaboratori e supportare i Comuni nell'attuazione di misure per la mobilità a livello locale". A livello nazionale anche la ministra ai trasporti Paola De Micheli ha annunciato di voler sostenere economicamente l'acquisto di biciclette e monopattini, adeguando al contempo il codice della strada alla rapida costruzione di nuove reti ciclabili. Del resto l’utilizzo della bicicletta non solo è un rimedio alla possibilità di nuova diffusione del virus ma è di per sé un buon modo per rimanere in attività e in salute e migliorare quindi la salute collettiva.
Il tema della mobilità è da sempre centrale per la definizione delle strategie di governo e gestione del territorio e oggi lo è ancora di più. Per questo alla Provincia è richiesto un impegno aggiuntivo, in collaborazione con Comunità e Comuni, sia sotto il profilo della pianificazione urbanistica e territoriale che dell’implementazione nel brevissimo periodo di soluzioni tali da garantire l’ulteriore diffusione della mobilità ciclabile.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta
cons. Alessio Manica
cons. Sara Ferrari
cons. Luca Zeni
cons. Alessandro Olivi
cons. Giorgio Tonini
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