Lettera a Fugatti - Caro presidente, si apra al confronto

Caro Presidente Fugatti, governatore di una Provincia autonoma, dunque di un territorio con ampia possibilità di scelta e con responsabilità diretta, le elezioni democratiche le hanno assegnato il ruolo di rendere esecutive, insieme alla sua Giunta, le leggi formulate ed approvate dal potere legislativo del Consiglio provinciale.
Sara Ferrari, 22 aprile 2020

È infatti quest'ultima la sede nella quale, a mezzo di leggi, si interpreta e rappresenta la volontà popolare. Tutti, non solo lei o i colleghi che lei ha scelto nella sua squadra, siamo chiamati a decidere insieme, con la costruzione del bilancio, come gestire i soldi dei cittadini trentini raccolti con le tasse, per dare loro risposte in termini di servizi e sostegni.
In questo momento straordinario tutti noi le abbiamo espresso vicinanza umana e le abbiamo riconosciuto lo sforzo che sta compiendo, nella gestione delle notevoli problematiche da affrontare per regolare la quotidianità della comunità trentina, e per contrastare il diffondersi della epidemia.
Il Trentino però non ha bisogno di un eroe che si immoli sull'altare della tragedia e che con il suo sparuto gruppetto di pretoriani affronti il nemico. Il Trentino ha bisogno che la sua necessaria, legittima e lodevole assunzione di responsabilità istituzionale di presidente, non scivoli nell'inefficace superbia del "ghe pensi mi". Al Trentino serve che lei socializzi di più le decisioni difficili e nuove da assumere, coltivando un confronto costruttivo con le minoranze del Consiglio provinciale, con l'altra componente del Consiglio regionale che è la Provincia autonoma di Bolzano e con il Governo.

Quanto più lei saprà condividere sia le decisioni immediate che le scelte strategiche di lungo periodo, tanto più sarà possibile condividere la responsabilità sia dei buoni risultati che di inevitabili errori. Chiedo pertanto a lei e alla sua maggioranza: abbandonate l'ansia distruttiva per il cambiamento fine a se stesso e noi da parte nostra sapremo abbandonare un nostalgico affetto per politiche efficaci prima, ma oggi forse da rivedere. Se nell'ultimo dopoguerra ci fu una grande alleanza politica trasversale per ricostruire l'Italia e darle una costituzione, il momento straordinario che stiamo vivendo richiede il massimo sforzo nell'armonizzare i pensieri e le diverse visioni di un mondo divenuto più complesso, per una sintesi di proposte votate all'esclusivo interesse collettivo.
Caro Presidente, ci conosciamo da tanti anni ormai, faccio appello al suo buon senso, lo usi tutto nel coinvolgere oggi, senza remore, tante e diverse risorse umane e di pensiero, per delineare il futuro di un territorio che è di tutti i Trentini, perché torni ad essere luogo di coraggiosa sperimentazione, di avanguardia. Magari anche a partire da un maggior riconoscimento delle competenze femminili. Ci meritiamo la nostra autonomia se sappiamo usarla al meglio nei momenti di difficoltà, non in quelli di grazia.
Noi ci siamo per dare una mano, anche se sarebbe più facile stare a guardare e criticare, non ci riduca lei a quello.