Olivi: «Serve una manovra straordinaria»

Strumenti speciali e irripetibili per curare le imprese e difendere il lavoro. Tutto questo è nel disegno di legge che è stato depositato dal Pd. Una "manovra straordinaria", così viene definita, con una serie di proposte per affrontare le conseguenze economiche della pandemia.
"Trentino", 20 aprile 2020

 

Il primo firmatario è il consigliere, ed ex assessore, Alessandro Olivi: «Se vogliamo è una proposta normativa molto semplice - spiega -. Si muove su due binari paralleli che hanno però un unico obiettivo: sostenere la crescita qualitativa e sostenibile del sistema economico locale, attraverso un'alleanza tra impresa, territorio e lavoro». L'emergenza economica, viene spiegato, va affrontata subito e in maniera decisa. Non bastano le misure nazionali che sono come «boccate d'ossigeno», ma con una serie di «misure parziali, problemi irrisolti, farraginosità burocratiche e una generale timidezza nell'intervenire».

La Provincia deve fare di più: «non può limitarsi ad accompagnare gli imprenditori in banca». Accanto ai prestiti - con il rafforzamento delle garanzie in capo alla Provincia - servono anche gli incentivi a fondo perduto. In una prima fase, l'obiettivo sarà infatti di garantire il mantenimento dell'occupazione e la continuità aziendale: «Sappiamo di dover mettere in conto un arretramento, ma non possiamo rinunciare al pronto recupero delle posizioni che andassero perdute. Serve una mobilitazione senza precedenti». Ma, secondo Olivi e gli altri proponenti, neppure questo è sufficiente: «una manovra antirecessiva - spiegano - non può prescindere dall'affrontare in modo più deciso i temi degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro». L'idea è di valorizzare da un lato il "fondo di solidarietà" trentino e dall'altra di «riallocare risorse e competenze nei settori che possono guidare la ripresa». «Ci aspetta una crisi economica e sociale di proporzioni enormi, che non guarderà in faccia nessuno». Si calcolano fino a 20 milioni di euro stanziati per sostenere la continuità lavorativa attraverso nuovi ammortizzatori sociali. La tutela attiva del lavoro si deve accompagnare alla «massima velocizzazione delle procedure burocratiche», ma anche «all'accelerazione e potenziamento degli interventi in corso e in programma. E, in generale, alla qualificazione della domanda pubblica».

Compresi dunque il piano di attività di Trentino Sviluppo, gli investimenti pubblici e gli incentivi sugli investimenti aziendali. Il disegno di legge si concentra però anche su una prospettiva più ampia: «occorre coltivare un'idea di Trentino del futuro. Guardare molto al di là dell'orizzonte, nonostante l'ansia del presente, predisponendosi alla costruzione di un progetto collettivo e diverso, che sappia partire dai talenti e dagli investimenti della comunità trentina». L'idea del Pd è di scortare le imprese «su nuove traiettorie di crescita». E, paradossalmente, proprio la parte della ripartenza è quella più corposa nel disegno di legge: perché l'intento è proprio quello di «accompagnare l'economia trentina nella lunga stagione che si aprirà quando il mondo avrà avuto la meglio sull'infezione. Una stagione che premierà chi saprà arrivarci preparato». Con un incentivo dunque all'innovazione: per l'intelligenza artificiale, le tecnologie digitali, l'utilizzo dei big data e le biotecnologie.