Le opposizioni presentano il conto. L’analisi del capogruppo del Pd Giorgio Tonini: «Diverse carenze di sistema nella medicina di base, nelle case di riposo e nel procurare le mascherine. Niente processi sommari ma serve capire»
G. Tessari, "Trentino", 17 aprile 2020
L’opposizione presenta il conto. Con un’analisi secca: «Ci siamo fatti trovare impreparati: nelle case di riposo, nella medicina del territorio e anche nell’approvvigionarci di dispositivi di protezione. Oggi, più che mai, serve una commissione d’inchiesta». Toni pacati ma severi quelli utilizzati dal leader dell’opposizione in Consiglio provinciale, il Dem Giorgio Tonini che l’idea di una commissione ad hoc l’aveva anticipata già sul Trentino del 24 marzo: «Nel parlare di coronavirus serve umiltà. L’epidemia ha messo a nudo una serie di debolezze e di fragilità perché non avevamo messo in conto che potesse succedere una cosa del genere. Banalmente la vicenda delle mascherine è clamorosa: nel mondo (è un pezzo di tessuto), ne sono servite milioni da un momento all’altro. E tutti, chi più chi meno, hanno annaspato su questo. Non l’avevamo considerata un aspetto di rischio realistico. Noi abbiamo un sistema sanitario di altissimo livello che però ha dovuto riconvertirsi rapidamente e questo, va detto, è stato fatto con efficacia. Ma sono serviti giorni per capire di che cosa si trattasse e per riorganizzarsi».
« Abbiamo visto delle carenze più gravi nelle case di riposo, strutture che erano già un po’ in affanno dal punto di vista della dimensione sanitaria e più concentrate sull’aspetto dell’accoglienza umana, della socializzazione. Ma che si sono trovate a dover gestire una crisi sanitaria di questa portata. Qualche cosa non ha funzionato nemmeno a livello di medicina sul territorio, con persone che hanno telefonato temendo di essere contagiate dal virus e a cui si è risposto “Stai a casa e speriamo in bene”.
Tutto questo restituisce l’idea di un sistema non pronto a reagire in modo pratico ed efficace con protocolli. Se si sa cosa fare se scoppia un incendio, non c’è invece un protocollo che lo dica in caso di una epidemia. E questo ci porta a dire, proprio perché noi non vogliamo che si ripeta una situazione del genere, che da questa crisi noi dobbiamo imparare. Molto lo stanno già imparando gli addetti ai lavori, quanti stanno in prima linea e dunque anche le nostre strutture. Tutto questo lo si può ampliare attraverso la trasparenza ed il confronto tra noi e altre realtà vicine va fatto, senza che questo diventi un processo sommario contro nessuno.
Ma dobbiamo capire cosa e successo e perché: il dato che continua a mancare è il dato, il raffronto sintetico, tra i morti di questo primo drammatico trimestre del 2020 e quello degli anni precedenti. Ci sono dati frammentari ma una cosa attenta su questo punto non è stata fatta. Un dato della provincia di Bergamo, per esempio, certifica in quella zona un raddoppio del numero dei morti. Se invece ci si dice che c’è stato un aumento del 10 per cento rimane sempre una tragedia, ma di proporzioni diverse. La trasparenza nel comunicare i dati, con il supporto dell’autorità scientifica non è mai troppa».
Ancora: «Noi abbiamo bisogno di più ricerca ed il Trentino può mettere in campo molte cose: ma la ricerca che possiamo fare noi, qui in quest’aula, passa attraverso una commissione d’inchiesta. So che qualcuno quando ho lanciato questa proposta si è allarmato, ma io penso ad una commissione sul tipo di quella di Vaia, quindi senza avercela con nessuno ma che faccia luce sulle carenze di sistema con le quali ci siamo confrontati. Ammesso poi che ci sia una responsabilità personale quella compete ad altri organismi» ha concluso il consigliere Tonini.