Nel documento sottoscritto dalle altre forze politiche, invece, si chiede innanzitutto che sindaco e giunta si attivino nei confronti della Provincia per fare in modo che emani quei provvedimenti normativi necessari a consentire ai Comuni di approvare interventi di natura tributaria e tariffaria «con l’utilizzo dell’avanzo di bilancio eventualmente disponibile».
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 17 aprile 2020
Alla fine l’unitarietà complessiva del consiglio comunale, anche se faticosamente, è stata in qualche modo raggiunta. Sui banchi virtuali della giunta sono arrivati, ieri, due distinti documenti: uno del centrodestra, sottoscritto dai consiglieri di Lega, Civica trentina e Forza Italia e uno firmato dalla maggioranza (Pd-Psi, Patt, Futura, Cantiere civico democratico) insieme ai rappresentanti di Onda civica, #inMovimento e L’altra Trento a sinistra. E quando l’orario di conclusione della seduta monotematica dedicata all’emergenza coronavirus era già stato ampiamente superato, è scoppiata la bagarre, al punto che il presidente Salvatore Panetta ha dovuto sospendere la riunione e convocare i capigruppo. Un accordo tra le parti è stato raggiunto in extremis.
Oggetto del contendere la possibilità di trovare la quadra sui due testi, che hanno provato a fare sintesi di quasi tutte le undici mozioni presentate nella seduta di mercoledì, per fare in modo che ne uscisse un documento unico votabile dall’intero consiglio.
Per il centrodestra va previsto un «Piano Marshall per Trento mediante la forte e massima iniezione di liquidità diretta nel tessuto economico e sociale (imprese e cittadini)». Di particolare importanza, secondo i consiglieri di opposizione, la possibilità di valutare «l’accensione di nuovi mutui da parte dell’amministrazione per spostare tutta la liquidità possibile dalla parte straordinaria a quella corrente del bilancio». Lega, Civica Trentina e Forza Italia chiedono a gran voce nel corso della seduta che il loro contributo venga riconosciuto, ma nell’emendamento in 15 punti che lo contiene ci sono alcune voci decisamente irricevibili per la maggioranza.
Lo dichiara a gran voce il sindaco Alessandro Andreatta in uno degli interventi più adirati che gli sia mai capitato di fare, lo spiega a chiare lettere il consigliere di Futura Vanni Scalfi: «Il punto 14, che chiede di riaprire per 6 mesi l’uncino di via Galilei al traffico veicolare, non si può far passare dentro un ordine del giorno che vuole avere uno spirito unitario — sottolinea — così come l’idea buttata lì senza alcuna specificazione di un bonus famiglia di mille euro. Si tratta di provvedimenti fortemente marcati e identitari che si sapeva benissimo non poter essere accolti». Alla fine, al termine della riunione dei capigruppo, dal documento del centrodestra viene tolta la premessa, insieme ad alcuni punti critici. Altri rimangono o vengono accorpati e tutti sono favorevoli.
Nel documento sottoscritto dalle altre forze politiche, invece, si chiede innanzitutto che sindaco e giunta si attivino nei confronti della Provincia per fare in modo che emani quei provvedimenti normativi necessari a consentire ai Comuni di approvare interventi di natura tributaria e tariffaria «con l’utilizzo dell’avanzo di bilancio eventualmente disponibile». Una volta ratificata tale norma, si chiede ad esempio che l’amministrazione intervenga sulle tariffe, dai rifiuti ai plateatici, con posticipi e sospensioni. Oppure che «si permetta ai cittadini di fare la spesa anche nei supermercati e discount anche se non si trovano nelle immediate vicinanze della residenza» come aveva suggerito Onda civica in una delle mozioni presentate e poi ritirate in quanto ricomprese nel documento. Ancora, fra i vari provvedimenti, la richiesta di facilitare e sostenere gli enti e le associazioni di volontariato che abbiano avuto spese impreviste per far fronte all’emergenza anche con modifiche ai regolamenti del Comune se necessario. Il sindaco, a ogni modo, aveva già fatto presente come in queste due sedute parlare di risorse in modo puntuale sarebbe stato impossibile. Conditio sine qua non è infatti il passaggio in Aula del 19 maggio per la presentazione del rendiconto di gestione 2019, dove si conoscerà l’esatta entità dell’avanzo di amministrazione e le possibilità concrete di intervento.