In una giornata di Pasqua decisamente spettrale, con le strade vuote e le persone chiuse nelle proprie case senza poter festeggiare con parenti e amici, il sindaco di Arco Alessandro Betta ha guidato il corteo pasquale, visitando le strutture impegnate nel fronteggiare l'emergenza e celebrando le vittime del virus. "Un abbraccio e un gesto affettuoso a chi non c'è più". La città della Busa è tra quelle più colpite, con un tasso d'incidenza sulla popolazione dell'1,77%.
D. Leveghi, "Il Dolomiti", 13 aprile 2020
ARCO. “Non vi è nessun Paese al mondo che possa sopravvivere se non vi è un comune e sano tessuto emozionale che tiene insieme i Cittadini”. È questo il pensiero portato dal sindaco di Arco Alessandro Betta, nel “Diario della Comunità, 32o giorno”, alla giornata di Pasqua. Una Pasqua decisamente diversa dal solito, celebrata in giro per le vie deserte della città, mascherina sul volto, qualche metro di distanza tra le persone, l'aria greve nonostante la bella giornata di sole.
Nell'aggiornamento quotidiano fatto dal sindaco c'è innanzitutto l'augurio alla cittadinanza. D'altronde la risurrezione di Cristo celebrata dalla cristianità non è che la migliore rappresentazione di ciò che ci si attende dalla comunità, una volta passata la tempesta dell'emergenza Coronavirus.
Alla testa di un corteo di rappresentanti dello Stato, del volontariato rappresentato dal comandante dei vigili del fuoco Stefano Bonamico e del parroco della città don Francesco Scarin, il sindaco ha voluto “rendere omaggio a coloro che ci hanno lasciato senza la possibilità di un ultimo abbraccio, parola di addio o gesto affettuoso”. Un gesto di “massimo rispetto”, ha spiegato in un lungo post su facebook, “per coloro che non ci sono più e la vicinanza della Comunità che rappresentiamo”.
Le emozioni impregnano fortemente la persone umana e la determinano nella loro autenticità più vera, lasciando da parte i ragionamenti, in quanto nella morte solo il dolore può parlare attraverso il silenzio, ma anche i gesti prendono forma grazie alle emozioni – ha proseguito Betta - mi permetto una citazione che mi è rimasta in presso di persone con grande ingegno e ritengo importante condividere: 'Non vi è nessun Paese al mondo che possa sopravvivere se non vi è un comune e sano tessuto emozionale che tiene insieme i Cittadini', su questo oggi è stato attuato il nostro gesto e perché ognuno di Voi, con il massimo rispetto, ha portato così il suo saluto speciale, ma davvero fondamentale, a tutti quei Cittadini che non vi sono più, ma che rimarranno vivi per Sempre nel ricordo alimentato soprattutto dal cuore di chi li ha amati”.
Nondimeno, accanto al pensiero a chi non c'è più, il primo cittadino arcense ha aggiornato il bollettino del Covid nella città della Busa. Un quadro che, vista anche la presenza di alcune strutture mediche, palesa ancora una situazione piuttosto complicata. Su una popolazione di quasi 18mila persone Arco conta infatti un totale di 318 persone contagiate, con 25 decessi complessivi e più di 50 guariti/dimessi – 11 pazienti in cura negli ospedali e 45 a domicilio - con un tasso di incidenza abbastanza alto per essere uno dei centri più grandi della provincia (1,77%).
Nel bollettino provinciale di Pasqua, su un totale di 9 decessi e 65 nuovi casi – numeri che portano il conteggio totale a 293 vittime e 2820 persone attualmente contagiate (i casi totali di contagiati dall'inizio dell'epidemia in Trentino, assommati ai guariti, sono 3734) – 1 morto e 6 nuovi infetti si sono registrati proprio ad Arco.