La segretaria provinciale del Partito democratico, Lucia Maestri, interviene sulle dichiarazioni del dirigente Giancarlo Ruscitti, il quale ha spiegato che per almeno due anni si dovranno indossare le mascherine e alla domanda "Ma si potrà andare a trovare le nonne? A prendere i canederli o la torta di rose?", ha risposto: "No, direi di no". Virale una lettera pubblicata da gruppo di famiglie.
Luca Andreazza, "Il Dolomiti", 11 aprile 2020
TRENTO. "Mi chiedo se un dirigente, pur dei servizi sanitari, possa entrare su un quotidiano già difficile, in maniera così devastante, soprattutto per le famiglie che leggono quel messaggio. Ma quel dirigente sa di contravvenire la sua stessa opinione di circa un mese fa quando è rimasto sordo al grido di chi le case di riposo le gestisce e le gestiva?".
La segretaria provinciale del Partito democratico, Lucia Maestri, interviene sulle dichiarazioni del dirigente Giancarlo Ruscitti, il quale sulle pagine de l'Adige di oggi, sabato 11 aprile, ha spiegato che per almeno due anni si dovranno indossare le mascherine e alla domanda "Ma si potrà andare a trovare le nonne? A prendere i canederli o la torta di rose?", ha risposto: "No, direi di no".
Una dichiarazione che non è stata rettificata oppure aggiustata dal dirigente, al quale è stato aumentato lo stipendio il mese scorso (Qui articolo), nel corso della conferenza stampa di Provincia e Azienda provinciale per i servizi sanitari sulla diffusione del coronavirus in Trentino (Qui articolo). Nemmeno la parte politica nelle figure del presidente Maurizio Fugatti e l'assessora Stefania Segnana sono ritornati sull'uscita.
"Una risposta umanamente cruda - aggiunge Maestri - anzi gelida, data dallo stesso dirigente consigliere dell'assessora Stefania Segnana che non più tardi del 6 marzo 2020 le faceva dire: "Riteniamo opportuno che almeno un parente, per ogni ospite, al giorno, possa entrare nelle case di riposo". Un approccio e un intervento della Provincia per cercare di ammorbidire le linee impartite dal governo che avevano alzato la tensione tra Upipa e Spes da una parte e piazza Dante dall'altra (Qui articolo).
"Credo nella scienza e non metto in secondo piano le sue valutazioni. La scienza è la scienza e va ascoltata e rispettata - spiega la segretaria provinciale del Pd - ma il 'dovere' di tenere insieme la coesione di una Comunità spetta alla politica. C'è modo e modo di dare messaggi. E c'è modo e modo di 'leggere' la stratificata composizione della popolazione 'più avanti noi' con gli anni. Se la politica provinciale abdica, ancora una volta, al suo compito, limitandosi a leggere la triste contabilità di questa strage, diventa afona".
Non si entra nel merito della dichiarazione, quando dell'assenza della Giunta a trazione Lega. "La politica ha il compito di salvaguardare la tenuta di una Comunità, le sue relazioni, umane, economiche e sociali. Alla politica spetta la regia", conclude Maestri.
Dichiarazioni che hanno aperto un dibattito e un gruppo di famiglie trentine ha scritto una lettera, pubblicata sui social, e che è diventata virale in poco tempo e che pubblichiamo:
E I NONNI VANNO NEL PANICO...
Siamo un gruppo di amici, padri e madri di famiglia, e ci siamo accorti che la maggior parte dei nostri genitori sono stati allarmati da queste notizie e ci hanno telefonato: chi mettendosi a piangere, chi disperato e chi chiedendo veramente se si sarebbero applicate queste disposizioni.
Troviamo particolarmente gravi queste dichiarazioni del tutto personali, cioè senza l'avallo di istituzioni né politiche né mediche che mettono i nostri cari in una situazione di disagio psicologico e depressivo molto importante considerato la loro età.
Non siamo degli scienziati ma è riconosciuto che un “effetto placebo”, pure nella comunicazione, ha un suo significato e valore. Che senso ha, in assenza ancora di verità, spaventare e angosciare? E’ inappropriato sia nei tempi (perché ora?) che nei modi. Questo dovrebbe essere il momento delle coccole e del regalare una speranza soprattutto a quelle persone che ora stanno più soffrendo in questo momento, cioè gli anziani. Quindi noi cittadini pretendiamo uno sforzo per dimostrare una maggiore delicatezza ed attenzione nel comunicare, ancora di più se si tratta di persone autorevoli, come il dottor Ruscitti.
Questo è il momento della responsabilità, tutti stiamo rinunciando a qualcosa per un futuro migliore (soprattutto i nonni) e i primi da cui si pretende cautela, serietà e sobrietà sono le persone pagate da tutti noi per gestire l’emergenza, le quali potrebbero dignitosamente rinunciare al loro sabato di gloria in prima pagina.