Il consigliere del Partito democratico Alessandro Olivi ha depositato oggi un'nterrogazione relativa alla erogazione dei bonus alimentari sottoponendo alla Giunta due distinte problematiche.
Trento, 6 aprile 2020
La prima riguarda le procedure di individuazione dei beneficiari del bonus e di erogazione concreta di questo aiuto.
Tenuto conto che le risorse messe a disposizione dal Governo sono state assegnate ai Comuni trentini per tramite della Provincia, con quote di riparto parametrate alla popolazione e alla condizione reddituale media, e che la Giunta provinciale ha incaricato l’Agenzia provinciale per la previdenza integrativa (APAPI) di erogare gli aiuti in raccordo con le Comunità di Valle, il consigliere Olivi chiede una maggiore valorizzazione dei Comuni: "Sono questi Enti e i Sindaci oggi a vivere quotidianamente il rapporto tra emergenza e bisogno, hanno la conoscenza diretta della situazione dei loro cittadini e sono quindi in grado di identificare facilmente anche i casi sommersi".
La seconda questione riguarda il nodo delle risorse.
"I circa 3 milioni di euro stanziati a livello nazionale per il Trentino vanno nella giusta direzione ma non saranno sufficienti a soddisfare completamente il reale bisogno. - conclude il Vicepresidente Olivi - La Provincia può e deve integrare il fondo con proprie risorse che potranno essere ricavate dai "risparmi" liberati dall'intervento statale su reddito di cittadinanza e bonus bebè".
IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE
Trento, 3 aprile 2020
Interrogazione n.
Buoni alimentari: eliminare burocrazia, agire celermente valorizzando i Comuni e aggiungere risorse provinciali
La crisi causata dall'emergenza COVID-19 colpisce i nuclei famigliari socialmente più deboli e anche in Trentino emergono casi in cui è urgente far fronte a bisogni materiali primari.
Per affrontare questa drammatica realtà a livello nazionale il Governo, attraverso un'ordinanza del 29 marzo scorso siglata dal Capo dipartimento della Protezione civile nazionale, ha assegnato direttamente ai Comuni risorse economiche finalizzate ad aiutare i cittadini nell’acquisto di beni alimentari.
La scelta di affidare direttamente ai Comuni la gestione di questi primi interventi si basa sulla considerazione che tali Enti sono quelli che vivono quotidianamente il rapporto tra emergenza e bisogno ed hanno una conoscenza diretta della popolazione, risultando più di altri in grado di individuare chi si trova in difficoltà e intervenire di conseguenza.
Per quanto riguarda il Trentino, l’ordinanza della Protezione civile ha stabilito di assegnare le risorse, quasi 3 milioni di euro, ai Comuni tramite la Provincia, con quote di riparto parametrate alla popolazione e alla condizione reddituale media.
Questo primo stanziamento va nella giusta direzione ma non sarà sufficiente a soddisfare completamente il reale bisogno in quanto si stima che l'intervento assicuri la copertura solo per qualche settimana.
La Provincia può e deve integrare il fondo con proprie risorse che potranno essere ricavate dai "risparmi" liberati dall'intervento statale su reddito di cittadinanza e bonus bebé.
La Giunta provinciale, in accordo con il Consiglio delle autonomie locali, ha deliberato che le risorse per contrastare l’emergenza alimentare saranno gestite dall’Agenzia provinciale per la previdenza integrativa (APAPI) che, in una prima fase, erogherà gli aiuti accreditandoli sul conto corrente dei cittadini che ne faranno richiesta. Le domande pervenute dovranno essere valutate preventivamente dal Servizio Sociale territoriale competente della Comunità di Valle al fine dell’accertamento della sussistenza del fabbisogno alimentare.
Questa procedura rischia di non valorizzare adeguatamente il ruolo dei Comuni quali terminali istituzionali più vicini al territorio e che come tali possono conoscere anche le problematiche più complesse e sommerse e che conseguentemente dovrebbero essere coinvolti in via diretta.
Tanto premesso, interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente per sapere:
1) se non ritiene utile semplificare maggiormente la procedura di erogazione del bonus alimentare, trovando un canale diretto tra Provincia e Comuni;
2) se non ritiene utile integrare con risorse provinciali la quota assegnata dallo Stato per affrontare l'emergenza alimentare delle famiglie trentine.
A norma di regolamento chiedo risposta scritta.
cons. Alessandro Olivi