Ammonta a 624 mila euro la cifra che lo Stato ha stanziato a favore del Comune di Trento per la gestione dell'emergenza coronavirus per quanto attiene la delicata questione degli aiuti alimentari."Trentino", 31 marzo 2020
Attualmente la situazione è stata descritta ieri dal comune capoluogo con una nota che spiega come siano «191 i pacchi viveri distribuiti nelle scorse due settimane dai volontari della sezione di Trento dell'Associazione Nazionale Alpini. Destinatari dell'intervento, assicurato dal Banco alimentare, i cittadini sia già utenti del servizio, che non, in situazione di vulnerabilità, in particolare economica, e di solitudine. Al servizio si è aggiunta, per evitare spostamenti sul territorio in questo periodo di emergenza sanitaria e grazie alla collaborazione degli alpini, la consegna a domicilio, che gli utenti devono richiedere telefonando allo 0461 884474 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12».
Il pacco viveri è una spesa completa di generi alimentari di prima necessità, raccolti grazie alla colletta alimentare e alla Caritas, che viene consegnata ogni due o tre settimane, a chi viene individuato come bisognoso dell'intervento dai servizi sociali.La distribuzione dei prodotti freschi, garantita da Trentino solidale, è stata momentaneamente dirottata verso le strutture di accoglienza attive sul territorio cittadino.
In raccordo con la Provincia si stanno esaminando adesso le modalità di utilizzo degli annunciati aiuti del Governo, che andranno ad implementare quanto già stanziato e utilizzato dai Comuni e che permetteranno quindi di allargare l'intervento a favore di un maggior numero di cittadini che si trovano in condizioni di bisogno.Nei prossimi giorni verranno fornite indicazioni operative dettagliate. Per segnalare eventuali situazioni di emergenza è possibile telefonare allo 0461 884474 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.
Della gestione delle nuove risorse si dovrà occupare l'assessora Maria Chiara Franzoia alla quale ieri sono arrivati di documenti relativi allo stanziamento. «Al momento - spiega - questi 624 mila euro sembrerebbero essere più che sufficienti per la gestione dell'emergenza. Certo, adesso è ancora presto per capire la reale di situazione di necessità che abbiamo a Trento, ma riteniamo che non ci sarà un boom di richieste».Quello che preoccupa di più l'assessora è il rischio che queste risorse - distribuite in vario ammontare alle varie amministrazioni comunali trentine - siano utilizzate secondo criteri disomogenei: «Ecco perché - ragiona Franzoia - è importante che ne discutiamo velocemente in sede di Consorzio dei Comuni e quindi anche con la Provincia per evitare che ognuno vada per la propria strada».C'è infine il tema dei tempi, che devono essere celeri: «Impossibile stabilire tempi e criteri che facciano riferimento all'Icef, che è il sistema utilizzato normalmente dal Comune. Ci vorrebbe troppo tempo. Penso - conclude l'assessora Franzoia - che dovremo pensare a forme di autocertificazione, con moduli da concordare a livello provinciale».
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