Mariachiara Franzoia: «Ci stiamo riorganizzando. Non ci aspettavamo una cosa del genere, in realtà nessuno si aspettava questa situazione. Credevamo durasse relativamente poco, ora ci stiamo strutturando per sostenere l'impegno fino alla fine dell'emergenza».G. Marcolini, "Trentino", 30 marzo 2020
Il Coronavirus non sta trasformando soltanto le nostre abitudini, stravolte nella loro essenza, ma anche quelli che sono i nostri bisogni quotidiani e di conseguenza le politiche che si rendono necessarie per dare risposta alle mutate esigenze.Il Comune di Trento è impegnato direttamente nella gestione dei servizi socio-assistenziali. «È uno dei settori in piena operatività, in buona parte grazie allo smart work o comunque con la presenza effettiva in sede», spiega la vicesindaco e assessore con delega alle politiche sociali Mariachiara Franzoia.
«In questi giorni abbiamo valutato, caso per caso, l'effettiva essenzialità del servizio assicurato dalla nostra rete socio-assistenziale sul territorio - prosegue l'assessora - così da avere un quadro preciso delle risorse impegnate e decidere in tal senso. Ad esempio, l'aiuto ai compiti per gli alunni è importante ma non lo si può ritenere un servizio oggi essenziale mentre lo è l'assistenza domiciliare alle persone che hanno bisogni primari e lo stesso può dirsi per i centri che accolgono le persone con gravi disabilità. Ci siamo concentrati sulle persone con le maggiori fragilità, che poi sono quelle più a rischio in caso di contagio».
Una volta mappati i vari servizi, e monitorate tutte le situazioni, si è agito di conseguenza. «Il centro servizi di via Belenzani, forse quello più conosciuto, al quale si rivolgono le persone anziane ma bisognose di trascorrere la giornata svolgendo attività cognitive e fisiche, è stato di fatto riconvertito ad altro utilizzo - spiega l'assessora - e tramite la nostra rete si è dato avvio ai servizi come le telefonate di compagnia, la consegna dei farmaci a domicilio, quella della spesa. Abbiamo avuto un'ottima risposta da parte dei giovani, universitari e anche scout, pronti ad aiutare. Sono seicento le disponibilità che si sono palesate».Un fronte operativo è quello della distribuzione dei pacchi di viveri: la quindicina di punti attivi sul territorio (sale circoscrizionali, oratori, spazi parrocchiali) sono stati sospesi e quindi riattivati con una nuova funzione. «La consegna a domicilio è garantita dalla disponibilità degli alpini e naturalmente di Trentino solidale», spiega Franzoia.
Qualche criticità è legata a una inevitabile lentezza del meccanismo, «e non certo per cattiva volontà - sottolinea la vicesindaca - ma cerchiamo di restringere il più possibile i tempi di risposta alle richieste che forse non tutte vengono esaudite in pochi minuti ma nessuna viene tralasciata».Altro tema riguarda chi è sprovvisto di un posto dove dormire. «Non è così semplice aumentare i posti letto perché ci sono da rispettare le misure sulle restrizioni ma ci stiamo attivando per trovare delle soluzioni, stiamo valutando delle possibili ubicazioni», annuncia l'assessora, che conclude: «Anche le politiche sociali usciranno cambiate da questa epidemia, si dovrà lavorare ancor di più sulla cultura della salute e sulla sostenibilità ambientale».
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino