Il Trentino rischia di perdere strumenti vitali per affrontare la crisi economica

Il Trentino rischia di perdere strumenti vitali per affrontare la crisi economica che colpisce duramente anche e soprattutto la nostra realtà. La quota di risorse stanziata dallo Stato in sede di riparto tra le Regioni per gli ammortizzatori sociali è infatti insufficiente e ci penalizza ingiustamente.
Alessandro Olivi, 25 marzo 2020

 

Mancano circa 20 milioni.


Una cifra enorme che vuol dire in prospettiva meno protezione per i lavoratori e meno strumenti per le imprese che vogliono resistere.

La Giunta provinciale si sta dimostrando troppo remissiva, attendista e timida sul tema del lavoro.

Serve invece una immediata iniziativa politica anche per salvaguardare le competenze dell'Autonomia.

Per essere chiari, il Fondo di Solidarietà Territoriale "inventato" dal Trentino per estendere le tutele e le politiche attive per i lavoratori delle piccole imprese deve continuare ad essere un valore aggiunto, un di più rispetto all'intervento statale soprattutto in una fase di emergenza.

Invece, nell'inerzia, può diventare un espediente per far risparmiare lo Stato.

Il momento richiede unità, responsabilità e collaborazione. Bene, noi ci siamo. Ma la Giunta si muova e si confronti anche sul fronte dell'emergenza economica e sociale che seguirà a quella sanitaria.

Sono state avanzate proposte concrete e costruttive che, seppure inascoltate fino ad ora, rinnovo.

Servono misure dedicate alle categorie non coperte dall'intervento statale: gli stagionali, i lavoratori a chiamata, i liberi professionisti. Per questo servono più risorse nel Piano provinciale del lavoro senza nel frattempo perdere quanto va recuperato dallo Stato.