Un sindaco in prima linea contro il coronavirus. Le mascherine di protezione, così dannatamente difficili da trovare, se le è procurate attraverso canali personali: ne ha messe assieme 20 mila. E ieri ne ha girato un certo quantitativo ai dipendenti di un supermercato: «Sono tra i più esposti. Mi è parso doveroso fargliele avere».G. Tessari, "Trentino", 24 marzo 2020
E domenica Alessandro Betta (perché è di lui che parliamo) ha girato in lungo ed il largo il proprio comune, Arco, percorrendo 200 chilometri in auto, andando a vedere come i suoi concittadini stanno vivendo questa strana clausura, barricati in casa da lunghi giorni. Con il sindaco Betta abbiamo parlato di tutto questo e anche del fatto che la sua cittadina sia tra quelle con il numero di contagi più alto. Situazione su cui ha un'idea precisa.
Betta come è fare il sindaco in un momento simile? Guardi ho scelto di farlo cercando in primo luogo di muovermi per garantire la sicurezza delle persone, ora soprattutto l'aspetto sanitario della gente. E nel recente passato io mi sono mosso da ingegnere ambientale, che è la mia formazione, più che seguendo la convenienza politica.
Questo a cosa è riferito? Beh, il mio ruolo di sindaco, sorta di segno del destino, è iniziato con la grande frana del Linfano. Non ci sono state vittime ma siamo stati messi subito alla prova. Lì, per mettere in sicurezza la zona, è iniziata una battaglia con gli ambientalisti. Un'altra vicenda è stata quella del taglio degli alberi sul fiume Sarca, mi hanno scritto "assassino" con una bomboletta spray. Non guardo alle conseguenze politiche, rischio anche del mio, se serve. Poi c'è stata Vaia ed anche in quella occasione mi sono mosso come sto facendo oggi. E pensi che ho da poco terminato il corso di Protezione civile.
Ha fatto parlare la sua scelta di ordinare per le vie più brevi 20mila mascherine... Ho detto ai miei "Ordinatele" poi vedremo, se mi denunciano per la questione del Linfano, lo facciano anche ora perché ho preso i dispositivi di protezione senza fare bandi, gare ecc. ecc. Io che sono sindaco di una cittadina ho procurato quelle mascherine che fa fatica, e molta, a trovare la Provincia a Trento eh... Ho tanti rapporti e grazie ad un volontario Nuvola che si chiama Roberto Stefani abbiamo trovato un canale cinese. In attesa di capire come pagarle ce ne ha regalato 3 mila.
Come mai non le avete ordinate/pagate a suo tempo? Perché quando questa cosa del coronavirus è iniziata, circa tre settimana fa, io mi agitavo ma qui si era ancora nel mondo delle tecnocrazia: gare, contro gare per l'acquisto. Quando il livello di allarme è salito ci siamo arrangiati: le prime 2000 le abbiamo distribuite alle case di riposo e di cura, ieri ne abbiamo distribuite altre 3000. Compreso ad un supermercato, preoccupato, perché non ne aveva più per i propri dipendenti.
Senta, lei sta facendo un vero e proprio check up dei suoi concittadini, una sorta di controllo porta a porta. Come è la situazione? Siamo nella fase di emergenza, tutti chiusi dentro barricati. Il che per ora può andare bene, ma occorrerà pensare al prossimo futuro. Non è pensabile tenere tutti in una quarantena che non ha una fine. Servirà una strategia per mettere fine a tutto questo: non ha idea di quante telefonate riceviamo, cominciamo ad avere segnali di grande insofferenza. Pensate a chi sta recluso in un appartamentino dentro ad un condominio, magari con dei figli piccoli. Servirà un progetto per non fare "impazzire" la gente o no? Si elabori piuttosto un vademecum per non infettare... Bene non diffondere il virus ma non scordiamoci i fronti sociali, economici... Quelli che diventeranno importantissimi tra pochi giorni, su cui ci si deve iniziare a a confrontare.
Ad Arco c'è una situazione di contagi che preoccupa, in casa di riposo ed in casa di cura. Io ho provato ad analizzare queste situazione, parliamo di luoghi sanitari. C'è la sanità pubblica, che cura l'acuto e che ha un approccio di attenzione verso un possibile infetto. Qui ad Arco, all'Eremo, si sono trovati a gestire una partita di persone infette a cui loro si relazionavano per riabilitarle. Quello che è successo è serio: il caso zero - mi dicono - è arrivato da un ospedale. Non erano preparati ad una simile eventualità, perché non spettava loro: all'Eremo e al Regina stanno reagendo in maniera eccezionale. Riabilitatori che si sono trovati a fare i virologi. Arco che è sempre stato, storicamente, luogo delle case di cura si è trovato ad affrontare un'emergenza spaventosa, cosa che non spettava certo alle case di cura e riabiitazione fare. Poi gli operatori sanitari si sono infettati, trasmettendo a loro volta in modo inconsapevole il virus. Persino nelle loro famiglie. Ma poi si è lavorato con coscienza: i casi qui da noi sono tanti ma per come sono andate le cose potevano essere molti di più.
Lei si ricandiderà a sindaco, ma ora chissà quando si andrà a votare per le comunali.. Io è da tempo, quando tutti negavano, che dico che non c'erano le condizioni per votare. Si andrà forse in autunno ma, se dovessi decidere io, cambierei la legge per evitare che, con questi scenari, si eviti di andare a raccogliere centinaia di firme. Si semplifichi, senza mandare la gente avanti ed indietro dai tribunali.
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