Il ddl è in discussione in Aula e poi approvato. L'ex assessore Olivi: "Ho presentato tre emendamenti di sostanza, in particolare per dare un budget all'Agenzia del lavoro ma la maggioranza non ha risposto".L. Andreazza, "Il Dolomiti", 19 marzo 2020
La Giunta ha spiegato che tra 15/20 giorni seguirà un nuovo provvedimento e in quella sede si disporranno misure ancora più incisive e si metteranno a frutto i suggerimenti della minoranza.
TRENTO. Sono stati ritirati gli emendamenti del consigliere Claudio Cia inseriti nel ddl sull'emergenza coronavirus. I documenti aveva comportato diverse reazioni tra le opposizioni (Qui articolo). "I provvedimenti - ha spiegato il consigliere provinciale in quota Agire in Aula - sono stati presentati dopo aver visto il collega Olivi depositare alcune istanze, nonostante l'intesa tra capigruppo di non complicare l'iter del disegno di legge". Un piano poi approvato con 22 favorevoli e 5 astenuti (Qui articolo).
"Bastava adeguarsi all'accordo senza guardare gli altri consiglieri", ha commentato l'ex presidente Ugo Rossi, mentre l'ex assessore Alessandro Olivi si è detto molto deluso dal comportamento della Giunta. "Ho presentato in Commissione – ha aggiunto il consigliere provinciale del Partito democratico – tre emendamenti di sostanza, in particolare per dare un budget all'Agenzia del lavoro e riempire di contenuti l’articolo 4 del ddl, che oggi non dispone assolutamente nulla di nuovo e dovrebbe essere tolto dal testo".
Nel mirino il modus operandi. "Non ho ricevuto nessuna risposta - ha proseguito Olivi - nemmeno una telefonata. Il premier Giuseppe Conte prima del suo decreto ha sentito tutti i gruppi parlamentari, la Giunta ha sentito tutte le parti sociali ma non ha trovato mezz’ora per acquisire e poi vagliare le proposte dell'assemblea legislativa".
L’assessore Mattia Gottardi ha ricordato che è stato promosso un incontro pre-consiliare tra Giunta e capigruppo, ma anche che tra 15/20 giorni seguirà un nuovo provvedimento e in quella sede – ha voluto garantire anche l'assessore Achille Spinelli – si disporranno misure ancora più incisive e si metteranno a frutto i suggerimenti della minoranza. Il consigliere provinciale di Futura, Paolo Ghezzi, ha chiesto e ottenuto un impegno formale a far sì che dopo questa legge in corsa si farà in modo di garantire tutti gli spazi di confronto dialettico in Consiglio, eventualmente attraverso il ricorso alle videoconferenze.
Il vicepresidente Mario Tonina ha chiesto comprensione per il momento concitato e garantito che le idee delle minoranze verranno riferite al presidente Maurizio Fugatti per essere adeguatamente valutate. Il presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ha spiegato che tra gli emendamenti che rimangono in campo, con quelli dell'esecutivo, va messo anche l'emendamento di Vanessa Masè, perché riguarda una proroga necessaria.
C'è stato poi un appello di Ugo Rossi, subito accolto da Gottardi: prossimamente il governo provinciale giochi a carte scoperte e illustri a tutti i consiglieri il quadro aggiornato del bilancio Pat, premessa necessaria perché tutti possano fare proposte razionali e praticabili (Qui articolo).
Chiamato in causa da Cia ("Una posizione critica è sempre legittima ma non se arriva da un centrosinistra che ha creato opere speculative sul territorio, come a Folgaria), il sindaco è intervenuto sulla situazione delle seconde case sull'Alpe Cimbra. Il consigliere provinciale aveva anche spiegato che la legge Gilmozzi ha gravemente compromesso l'utilizzo del patrimonio edilizio esistente nelle valli con un grave danno per i proprietari e per le ditte di costruzione.
"Un effetto della legge Gilmozzi - ribatte Michael Rech - è stato invece un aumento di interesse per il patrimonio esistente e di conseguenza il suo valore. Esprimo la profonda preoccupazione dell'amministrazione comunale di Folgaria rispetto alla revisione della legge urbanistica che preveda un nuovo impulso alla realizzazione di alloggi turistici e seconde case. Riteniamo che ogni sforzo normativo deve essere nella direzione del recupero del patrimonio edilizio esistente con particolare riferimento alla riqualificazione energetica degli edifici".
E se gli emendamenti sono stati ritirati, ma il proposito del consigliere provinciale e assessore regionale è quello di ripresentare più avanti i provvedimenti, il sindaco resta contrario. "L'abrogazione dell'articolo 57 o ancor più la sospensione - evidenzia Rech - comporterebbe la corsa all'edificazione 'libera'. Questo vanificherebbe gli sforzi della legge che ha ridotto il consumo di suolo. Comprendo che possa essere allettante per favorire la ripresa dell'economia ma il modello economico-turistico intorno alle seconde case è ormai conosciuto per i risvolti contro-producenti sul medio-lungo periodo. Si potrebbe invece utilizzare l'occasione per migliorare la norma, eliminare per esempio quella parte che non consente modesti ampliamenti in caso di demolizione e ricostruzione in contrasto con le moderne pratiche edilizie che privilegiano edifici nuovi e efficienti dal punto di vista energetico e quello statico".
Il futuro deve essere un altro. "La vera sfida nei territori con alto tasso di seconde case come a Folgaria - aggiunge il primo cittadino - è immaginare la conversione dell'immenso patrimonio edilizio esistente con un progetto multi-settoriale che sfrutti la leva degli affitti turistici a breve termine per incentivare i proprietari a riqualificare. La dimensione del patrimonio immobiliare nel territorio comunale, circa 3 mila alloggi tra privati e seconde case, è sufficiente per garantire all'artigianato edile locale e delle valli vicini, lavoro per i prossimi vent'anni se inserito in un progetto di trasformazione serio".
Una legge che va modificata ma non sospesa o cancellata. "Per cogliere questa nuova opportunità urgono chiarimenti e aggiornamenti normativi ad hoc che consentono alle agenzie immobiliari e property manager di avviare imprenditorialmente questi processi unitamente a un piano per incentivare e sgravare in termini di imposte/tributi i proprietari d'immobili che aderiscono a questi progetti", conclude Rech. Un fenomeno, quello delle seconde case sull'Alpe Cimbra studiato anche da Trentino sviluppo.
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