Dal consigliere provinciale Luca Zeni (Pd) un sollecito alla Provincia per l'interramento della linea ferroviaria nel tratto di Pergine. Il problema è particolarmente annoso nel senso che già quasi una decina di anni fa si parlava della necessità di eliminare questa sorta di barriera che limita le comunicazioni tra Pergine centro e i centri abitati appunto oltre la ferrovia.
"Trentino", 9 marzo 2020
Nei pressi di Pergine, ci sono passaggi a livelli in via Maoro, in via Gravebi, in via Marzola e al Molin del Palù; prima ancora in via Campilonghi (nelle campagne verso Roncogno). Sono tre passaggi importanti verso gli abitati sul conoide della Marzola: da Roncogno a Costasavina, da Susà a Castagné. Sono appunto in via Graberi, Marzola e Molin del Palù. Sono tre strade che da viale Venezia si dirigono al conoide.
C'era anche un passaggio a livello in via Rosmini ma è stato eliminato con la realizzazione del cavalcaferrovia attorno agli anni 80 e quindi una trentina di anni fa. Poi, più recentemente era stato eliminato il passaggio a livello sulla strada dell'Angi che per altro poco impediva il collegamento viste le campagne tutte attorno. Principalmente era ed è quello al Molin del Palù che crea più disagi (collega il centro con la statale 47 e poi Susà oltre che Canale).«Finita la stagione delle promesse elettorali e degli annunci mirabolanti, scrive Luca Zeni, ci si scontra con la dura realtà.
E' il caso della Valsugana e degli interventi strutturali che la stessa chiede ormai da tempo. A Pergine Valsugana, ad esempio, il sindaco ha interpellato più volte la Provincia per ottenere l'interramento del breve tratto ferroviario che attraversa la cittadina, ottenendo sempre un assordante silenzio da parte di quella stessa Giunta provinciale che, a parole, si ostina a promettere interventi e soluzioni per il traffico dell'intera vallata e poi, nei fatti, non realizza alcunché, orientando al spesa per le infrastrutture sulla sola asta dell'Adige, attraverso l'irrazionale progetto della Valdastico con sbocco a Rovereto sud ed i protocolli d'intesa con le Ferrovie dello Stato per il tunnel del Brennero». In proposito, il rappresentante del Pd ha depositato un'interrogazione specifica, sottolineando come «Pergine sia la terza città del Trentino e come le esigenze della stessa non possano essere sistematicamente ignorate».
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione n.
LA VALSUGANA: TERRA DI PROMESSE NON MANTENUTE
Nelle scorse settimane, il Sindaco di Pergine Valsugana ha evidenziato, in un apposita nota rivolta al Presidente della Giunta provinciale, il senso di disagio che prova il terzo Comune del Trentino davanti alle scelte in materia di opere pubbliche della Giunta provinciale che, evidentemente, ignorano i problemi ed i nodi aperti nel territorio dell’alta Valsugana.
D’altronde, lentamente ci si sta abituando alla politica delle contraddizioni del salvinismo nostrano, capace di assecondare oggi una scelta e domani di sottoscrivere il suo esatto contrario, come dimostra perfettamente appunto la vicenda della Valsugana, nonostante l’appassionata difesa della Giunta provinciale affidata alla sanguignità di un loro Consigliere di zona.
Forse qualche esempio aiuta a meglio comprendere.
Il Presidente della Giunta provinciale, a più riprese, ha affermato la strategicità per il suo governo della realizzazione del prolungamento della A. 31, la cosiddetta “Valdastico” e sta quindi spingendo in quella direzione, probabilmente anche per compiacere gli amici veneti ai quali è legato fors’anche per inconfessabili problemi di equilibrio interno al suo partito. Nel contempo, lo stesso Presidente della Giunta provinciale firma un protocollo d’intesa con Ferrovie dello Stato che, fra altri progetti imponenti, prevede la condivisione rispetto al tunnel del Brennero, con le merci che dovrebbero quindi transitare su rotaia ed anche il potenziamento della ferrovia della Valsugana con l’elettrificazione della stessa, con conseguenti benefici per l’intera valle sia sotto il profilo ambientale come per quello di riduzione del traffico, peraltro utilizzando sempre le medesime risorse del bilancio provinciale. Ma se questo comporterà una riduzione del traffico su gomma, a cosa servirà la Valdastico che peraltro sembra finalizzata al medesimo scopo? Tra l’altro con costi ambientali ed economici enormi, oltre a tempi di realizzazione molto lunghi. Misteri del salvinismo trentino!
E ancora.
Da un lato si spinge in direzione dello sviluppo delle valli e delle periferie con visite promozionali della Giunta provinciale nei vari Comuni, con promesse altisonanti e con proclami di evidente sapore elettorale, mentre nel frattempo si orienta la spesa degli investimenti infrastrutturali soprattutto sull’asta dell’Adige, ovvero dove ci sono i grandi centri urbani. In tal modo si ottiene solamente l’ulteriore divaricazione della forbice sociale ed economica fra valli e città e fra valli stesse; divaricazione poi alimentata vieppiù dall’annuncio di criteri per definire gli interventi finanziari della Provincia basati sulle singole vallate ed i loro problemi e poi, di contro, si stanziano le risorse in base all’indice demografico.
Nulla di nuovo quindi, se non l’evidenza ormai palese dell’incapacità della Giunta provinciale di stilare un ordine di priorità ed una seria politica della programmazione, tale da definire strategie ed obiettivi almeno di medio periodo. Forse il salvinismo imperante ed arrogante non ha ancora compreso la portata della complessità del governo di un territorio come il nostro e continua a ritenere sufficiente il sensazionalismo delle promesse più disparate e delle scelte finanziarie legate a contingenze ed opportunità del momento, ma slegate completamente dalla realtà e dalle sue esigenze. Il caso di Pergine Valsugana, in proposito, è clamoroso. Da anni e da Giunte comunali diverse per colore politico e per indirizzo programmatico è sempre giunta la sollecitazione all’interramento della Valsugana nell’attraversamento del centro abitato, così come già realizzato a Lavis e con costi che sono proporzionalmente corretti nella loro previsione, ovvero circa 30 milioni di euro per 1.200 metri di interramento, mentre a Lavis se ne sono spesi 17 milioni di euro per circa ottocento metri d’interramento.
Nonostante incontri, lettere, petizioni e relative assicurazioni d’interessamento in proposito, ad oggi non solo non si è fatto nulla, ma il Presidente della Provincia, stando alle dichiarazioni del Sindaco di Pergine Valsugana che l’ha più volte incontrato su tali tematiche, pare abbia affermato che per la città di Pergine Valsugana non ci sono risorse disponibili e quindi tutto è rimandato a data da destinarsi. Sembra incredibile che su investimenti di qualche miliardo di euro, speso per realizzare la nuova ferrovia del Brennero e l’elettrificazione della linea della Valsugana unitamente ad altri molti interventi minori, non si riesca a trovare poche decine di milioni di euro per un’opera di straordinaria rilevanza per l’intera comunità perginese e non solo.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- se esistono criteri in base ai quali dare certezza del diritto circa l’attribuzione di finanziamenti pubblici provinciali o se questi dipendono dalla discrezionalità di ogni singolo Assessore;
- se tali criteri sono in essere quali sono e come sono formulati;
- se si intende sostenere in alta Valsugana, oltre ad iniziative già avviate, anche le richieste minime dell’Amministrazione comunale di Pergine Valsugana, posto che si tratta della terza città del Trentino, con una quota di residenti pari a oltre 22.000 unità e con un ruolo di centro di riferimento per almeno altri 15.000 cittadini di realtà sociali gravitanti su Pergine Vasugana;
- quando, infine e se esiste, verrà reso pubblico un piano programmatico specifico di opere pubbliche, attraverso il quale stabilire coerentemente urgenze, priorità e necessità e quindi consentire ai Comuni le relative programmazioni sul proprio territorio.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
- avv. Luca Zeni -