Il Trentino, insieme al resto del Paese, sta attraversando una fase di emergenza che richiede uno sforzo collettivo di serietà ed equilibrio. La popolazione trentina sta dimostrando forte senso di responsabilità, prendendo atto dei provvedimenti che si susseguono a livello nazionale e provinciale.
Luca Zeni, 6 marzo 2020
Il gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino ha riconosciuto nelle ultime settimane l'impegno della giunta provinciale a sostegno in particolare dell'organizzazione a livello sanitario, inteso sia come prevenzione per contenere il contagio sia come intervento clinico sui malati.
Questo approccio istituzionalmente responsabile non ci esenta dal sottolineare alcune criticità, al fine di contribuire ad una maggiore linearità di indirizzo e comunicativa.
Il governo ha emanato un decreto molto restrittivo, che anche la vicina Provincia Autonomia di Bolzano ha recepito integralmente.
Abbiamo invece preso atto con una certa sorpresa del tentativo di "scaricare" sul governo nazionale le scelte di questi giorni da parte della Giunta provinciale, che pure era stata altalenante nei giorni scorsi tra dichiarazioni rassicuranti, report microdettagliati sui singoli contagiati e chiusura delle scuole a singhiozzo.
Lascia in particolare perplessi la scelta di emanare delle "linee guida" (che normalmente sono emanate da autorità scientifiche e non da organi politici), che interpretano in maniera "elastica" il decreto governativo nazionale, che contengono alcune indicazioni contradditorie rispetto alle indicazioni scientifiche e che sono in contrasto con la lettera del decreto.
Sappiamo infatti che i soggetti più a rischio sono anziani e persone con patologie pregresse, e per questo i luoghi da tutelare maggiormente sono case di riposo e ospedali. Rispetto alle RSA, non possiamo che condividere e sostenere la posizione di UPIPA, di recepimento del decreto governativo e quindi di chiusura alle visite in questa fase, a tutela degli ospiti anziani.
Rispetto agli ospedali, constatiamo che in molte regioni del nord Italia si è fortemente limitata l'attività non urgente e programmata, al fine di evitare sovraffollamento nelle strutture ospedaliere e concentrare le energie sull'emergenza sanitaria in atto. Registriamo la preoccupazione di molti tirocinanti, sui quali l'assessore alla salute ha dichiarato di voler fare particolare affidamento in questa fase, una preoccupazione acuita dalla sospensione della data di abilitazione. Registriamo anche la preoccupazioni di numerosi familiari e pazienti ricoverati negli ospedali, nei quali il proseguimento dell'attività programmata comporta l'ordinario affollamento di persone.
L'auspicio è che la collaborazione tra istituzioni statale e provinciale prosegua in sinergia con le indicazioni scientifiche, e che le maggiori tutele si concentrino proprio sui luoghi più a rischio, come case di riposo e ospedali