Dopo aver ottenuto la delega sulla gestione amministrativa della Giustizia, la Giunta regionale sembra non essersene più occupata, quasi che quella delega fosse più un risultato propagandistico che una complessa realtà da affrontare con competenza e programmazione.
Luca Zeni, 25 febbraio 2020
Problemi crescenti sul versante dell’edilizia giudiziaria e del Personale amministrativo impediscono – o addirittura talora bloccano – l’attività degli Uffici giudiziari sul territorio regionale ed è quindi opportuno sapere cosa si è fin qui fatto e cosa resta ancora da fare, in un contesto di progetto organico e di priorità. In questa direzione si muove l’interrogazione del Consigliere regionale del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, depositata in queste ore presso il Consiglio regionale.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione n.
QUALI INTERVENTI PER L’EMERGENZA GIUSTIZIA?
Ormai da qualche tempo tiene banco il problema della gestione della delega sulla Giustizia, delega che pone in capo alla Giunta regionale per alcune questioni ed alle due Province autonome per altre il tema del Personale amministrativo per il settore e quello dell’edilizia giudiziaria, con un corollario di problematiche afferenti la logistica e la sua organizzazione.
Certamente si tratta di questioni difficili e delicate, ma l’impressione, che ormai ha assunto una sua inconfutabile evidenza, è quella di una totale assenza di programmazione, con conseguente strascico di ritardi ingiustificabili e di scarsa trasparenza nella gestione di questa complessità. Va da sé che la domanda politica fondamentale verte sul senso della richiesta di una simile impegnativa delega, se poi non ci sono risorse, energie e competenze per dar corso alla stessa in modo dignitoso e credibile.
Nel dettaglio poi i nodi appaiono rilevanti anzitutto nel settore dell’edilizia giudiziaria, dove l’assenza di qualunque programma di attività e di lavori spicca in tutta la sua evidenza, soprattutto per quanto riguarda la situazione del territorio trentino, mentre in quello sudtirolese per le urgenze più palesi del settore Giustizia sembra sia già stata stanziata dalla Provincia autonoma di Bolzano una cifra importante e pari a circa dieci milioni di euro. Anche in quest’ambito cioè Bolzano sopravanza Trento che rimane invece bloccata in una perenne ed opaca immobilità.
Il Tribunale di Trento, con la sua struttura obsoleta e che risente dei mancati interventi di restauro del passato, soffre di una situazione emergenziale ormai andata ben oltre ogni limite, mentre gli Uffici regionali e provinciali preposti alla realizzazione di lavori e di progetti risultano fermi in un rimpallo di responsabilità burocratiche ed amministrative che non fa onore a nessuno. Non vengono definite le priorità; scarseggiano i programmi; gli appalti talora non paiono offrire tutte le garanzie di trasparenza e via dicendo, in un crescendo che sconforta e preoccupa. L’esempio probabilmente più eclatante (stanti le notizie apprese anche e da ultimo in sede di inaugurazione dell’Anno Giudiziario) riguarda l’ipotesi di trasformazione dell’Aula usualmente destinata alle Corti di Assise ed ai processi penali importanti che vedono la presenza di un nutrito numero di imputati e di parti )l’unica in grado di poter garantire in modo dignitoso ed adeguato la celebrazione di processi di questo tipo) , ovvero quella posta a piano terra del Palazzo di Giustizia, il cui destino pare essere di altra natura in futuro, mentre si ipotizza di sostituire la stessa con l’individuazione di uno spazio consimile, anche fuori dal contesto edilizio giudiziario di largo Pigarelli a Trento e con un allestimento congruo e consono, ma fino ad oggi nulla è stato fatto, né pare individuata soluzione alcuna.
La stessa situazione si ritrova poi sul versante del Personale regionale e provinciale assegnato e comandato. Le scoperture di posti sono ampiamente superiori alla media nazionale, anche se la delega in materia corre a far data dall’anno 2017 quindi ben tre anni fa; i pensionamenti insostituiti; i “comandi” fluttuanti; le debolezze della preparazione professionale specifica del Personale assegnato, contribuiscono a creare un sostanziale freno all’attività complessiva della macchina della Giustizia in ambito regionale, oberando gli uffici di crescenti compiti ed incarichi della più svariata natura e rendendo così farraginosa ogni scelta.
Si tratta insomma di una situazione che ha raggiunto livelli insostenibili e che necessita di interventi rapidi, organizzati e tempestivi, pena l’inevitabile fallimento di quel che è stato il lungimirante significato – unico sul territorio nazionale – della delega stessa. Una delega assunta con vero senso di responsabilità dalla politica regionale provinciale, esclusivamente nell’interesse del cittadino, per garantire, consolidare ed implementare l’efficienza della Giustizia sul nostro territorio.
Tutto ciò premesso si interroga la Giunta regionale per sapere:
- cosa è stato fatto a tutt’oggi, ovvero da quando la Regione ha assunto le deleghe in materia di funzionamento amministrativo della Giustizia, sul versante dell’edilizia giudiziaria e delle assegnazioni di unità di Personale amministrativo e con quali modalità e con quali costi complessivi;
- se esiste un progetto organico ed una seria programmazione degli interventi da porre in essere rapidamente a Trento come a Bolzano per far fronte ai problemi richiamati in premessa e con quali tempi si prevede eventualmente la realizzazione delle soluzioni tecniche;
- se esiste una scala delle priorità per il corrente anno e per il triennio a venire e cosa essa contiene sia in termini di lavori edilizi, come di forniture di materiale tecnico, come di dotazioni di Personale, posto che le residuali competenze attuali della Regione autonoma sono tali da consentire il distacco di più di poche unità di Personale per affrontare l’emergenza del settore Giustizia.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
- avv. Luca Zeni -