La democrazia si nutre da sempre del confronto fra le diverse posizioni, vuoi per trovare vie di compromesso, vuoi per ribadire la saldezza delle rispettive posizioni. In questo contesto ha preso corpo lo strumento del “contraddittorio”, ovvero del dibattito fra due posizioni contrapposte fra loro, per consentire al cittadino – elettore di formarsi un’opinione la più approfondita possibile e quindi di scegliere quale posizione condividere in relazione a problemi di comune interesse.Luca Zeni, 21 febbraio 2020
In questa Legislatura però pare bandito l’uso di questo strumento soprattutto nella comunicazione televisiva e/o radiofonica, per palese mancanza di controparte. In altre parole gli esponenti della maggioranza provinciale sembrano rifuggire dal confronto diretto su specifiche materie amministrative. Per capire il fenomeno, il Consigliere provinciale del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, ha presentato un’interrogazione con lo scopo di conoscere i dati relativi all’uso del “contraddittorio” e per favorirne un suo diffuso ripristino.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
DOVE SONO FINITI I CONTRADDITTORI?
Come certamente noto e come previsto dalle vigenti normative, nelle trasmissioni televisive, sia in periodo elettorale e quindi di “par condicio” sia durante il resto dell’anno, è previsto lo strumento del “contraddittorio”, ovvero del confronto dibattimentale fra Consiglieri ed esponenti politici appartenenti a schieramenti fra loro avversari. Si tratta di un normale meccanismo democratico atto a consentire al cittadino di formarsi la più approfondita opinione circa i diversi punti di vista della politica nella sua complessità ed in relazione a determinati problemi di interesse comune.
Purtroppo, con l’avvio della corrente Legislatura pare proprio che l’utilizzo di un simile strumento sia decisamente tramontato, tanto è vero che a tutt’oggi non risulta sia mai stato fatto un “contraddittorio” sugli organi di informazione, soprattutto televisiva e radiofonica, fra esponenti della maggioranza e delle minoranze che compongono il Consiglio provinciale.
Chi scrive ne è anche diretto testimone, avendo più volte sollecitato l’utilizzo di tale meccanismo presso le testate televisive e radiofoniche locali su temi di interesse generale per la nostra popolazione, ottenendone sempre un diniego per mancanza di controparte. Si tratta evidentemente di comportamenti almeno originali e curiosi, tanto che qualche “voce di corridoio” sostiene che gli esponenti della maggioranza evitino proprio volontariamente il confronto soprattutto laddove il dibattito avverrebbe con ex Assessori provinciali sulle specifiche materie di competenza.
Pur non volendo credere a tanto, che se comunque rispondesse a verità dequlificherebbe la stessa democrazia ed indicherebbe pavidità inspiegabili, ritengo opportuno verificare le motivazioni della situazione descritta in premessa.
Tutto ciò premesso, interrogo il sig. Presidente del Consiglio provinciale per conoscere:
- i dati relativi all’uso dello strumento del “contraddittorio” negli ultimi due anni da parte di tutte le testate televisive e radiofoniche locali, sia nelle fasi preelettorali dominate dalla “par condicio” sia nel normale svolgersi dell’attività politica, posto che spetta al CO.RE.COM il compito di monitorare questo tipo di dinamica comunicativa pubblica;
- quali interventi debbono essere eventualmente messi in campi per ottenere, attraverso gli organi preposti come appunto il CO.RE.COM, il rispetto di una simile “piazza” democratica ed informativa, della quale i cittadini, desiderosi di formarsi solide e fondate opinioni politiche, hanno fatto e fanno richiesta costante;
- quali iniziative intende adottare la Presidenza del Consiglio provinciale per favorire il ripristino al più presto dello spazio comunicativo legato ai “contraddittori” televisivi e radiofonici.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
- avv. Luca Zeni -
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