Una commissione per lo Statuto

Arno Kompatscher ha ragione: così com'è oggi, la Regione non ha un futuro. Ed è una buona notizia che il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, nonché presidente di turno della Regione, non tragga la conclusione tradizionale della Svp.
Gorgio Tonini, 15 febbraio 2020

La conclusione tradizionale della Svp è che la Regione debba essere abolita, mentre Kompatscher ritiene che essa vada trasformata, riformata, in modo coraggioso e lungimirante. Per farne davvero il luogo della collaborazione e della concertazione tra le due Province autonome. È una posizione, quella di Kompatscher, sulla quale si può convergere positivamente, mettendosi insieme al lavoro per una vera e buona riforma del nostro, unico e indivisibile, Statuto di autonomia.
Il primo passo in questa direzione è tuttavia scongiurare il pericolo che, mentre aspettiamo che venga riformata, la Regione finisca per morire, per di più non in modo tragico, ma involontariamente comico. È quanto abbiamo rischiato avvenisse nell'ultima seduta del Consiglio regionale, lo scorso mercoledì. Con sprezzo del ridicolo, Svp e Lega hanno presentato una mozione (la n.7 della XVI legislatura) che recita quanto segue: «Il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige impegna la Giunta regionale a sostenere, favorire e promuovere, nel rispetto delle procedure previste e ai sensi dell'articolo 103 dello Statuto speciale, l'espressione del parere favorevole sui disegni di legge costituzionale n. 11, n. 29, n. 35 e n. 524 nel Consiglio provinciale di Trento entro il 30 giugno 2020».


Traduco per i non addetti ai lavori. La Svp ha presentato in Senato un pacchetto di emendamenti allo Statuto, attraverso quattro disegni di legge costituzionale. Il più importante (n. 29) introduce il principio dell'obbligo dell'intesa: in pratica il Parlamento, per modificare il nostro Statuto speciale, dovrà avere il parere favorevole del Consiglio regionale e dei consigli provinciali. Oggi quel parere è solo consultivo, con la riforma diventerebbe vincolante. Su questo disegno di legge, ampiamente condiviso, sia il consiglio di Bolzano che quello di Trento hanno espresso parere favorevole.
Il Consiglio provinciale di Trento ha invece sospeso il giudizio sugli altri tre disegni di legge, che intervengono sulla struttura delle competenze regionali e provinciali: trasferendo dallo Stato la competenza in materia ambientale, trasferendo dalla Regione alle province quella sull'ordinamento dei Comuni e riclassificando da concorrenti a primarie una serie di altre competenze sia della Regione che delle province autonome. Il Consiglio provinciale di Trento ha deciso di non esprimere il parere favorevole su queste tre proposte, anche accogliendo una preoccupazione del Pd: in una situazione parlamentare precaria, incerta e confusa come la presente, abbiamo detto ai colleghi degli altri gruppi, è assai rischioso avventurarsi in una riforma della struttura delle competenze del nostro complesso e delicato sistema autonomistico, senza la rete di protezione del vincolo dell'intesa. Dunque, la nostra proposta è stata quella di mandare avanti la revisione dello Statuto limitatamente alla introduzione del vincolo dell'intesa, per poi aprire, in una condizione di sicurezza, il confronto sulle competenze.

La Svp non ha condiviso la nostra posizione e, quel che è più deludente, la nostra preoccupazione. Anche nel partito di raccolta sudtirolese, evidentemente, le ragioni della propaganda stanno avendo la meglio sulla virtù della prudenza. La Svp ha dunque continuato a chiedere alla Lega Salvini, con la quale governa sia a Bolzano che in Regione, il via libera di Trento a tutti e quattro i disegni di legge presentati dalla Svp in Senato. Per trarsi di impaccio, la Lega Salvini Trentino ha escogitato uno stratagemma che rischia di seppellire la Regione sotto una (amara) risata. Dato che in Provincia di Trento non condividiamo la posizione della Svp, ecco la geniale trovata, facciamocela imporre dalla Regione, approvando una mozione, a prime firme Lanz e Bisesti, con la quale il Consiglio regionale, coi voti della Svp e della Lega, impegna la Giunta regionale Kompatscher-Fugatti a convincere Fugatti a far votare dal Consiglio provinciale di Trento, a maggioranza Lega Salvini, entro il 30 giugno prossimo, il parere favorevole ai disegni di legge Svp. Lascio al lettore che non sia morto dal ridere il giudizio su questa trovata.
La interessante posizione espressa da Kompatscher meriterebbe un seguito più serio e dignitoso. La Svp farebbe bene a fare proprie le preoccupazioni trentine, ritirando i tre disegni di legge ad alto rischio di stravolgimento parlamentare e mandando avanti, con il corale sostegno di tutte le forze politiche sia di Trento che di Bolzano, quello sull'intesa. Nel frattempo, il Consiglio regionale potrebbe istituire una Commissione speciale, composta da consiglieri e da esperti che, anche facendo tesoro del materiale elaborato separatamente (e anche per questo infruttuosamente) nella scorsa legislatura dalla Convenzione altoatesino-sudtirolese e dalla Consulta trentina, elabori entro un anno una organica e unitaria proposta di riforma dello Statuto da portare in parlamento, con le garanzie del vincolo dell'intesa e forti di un robusto accordo regionale, ovviamente condizionato alla doppia maggioranza nei due consigli provinciali.
Una riforma che preveda, o quanto meno prefiguri, anche un salto di qualità dell'Euregio, che contiene in sé buona parte del futuro della Regione, come giustamente ha sottolineato su queste colonne Giacomo Santini.
Ha ragione il direttore dell'Adige: Regione e ragione sono parenti stretti, non solo sul piano fonetico. Solo ragionando-regionando insieme, possiamo far uscire dall'attuale vicolo cieco la Regione e, con essa, la nostra Autonomia.