Cosa succede con la solidarietà internazionale?

I tagli pesanti annunciati dalla Giunta provinciale, soprattutto nei riguardi del “Centro per la Cooperazione internazionale”, testimoniano concretamente la misura del disimpegno della Provincia nell’intero settore, mentre le ricadute degli stessi vanno ad incidere anche sul mercato del lavoro locale con una serie di licenziamenti. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di un “egoismo sociale” che rischia anche di minare l’immagine positiva e solidale dell’intero Trentino.
Luca Zeni, 3 febbraio 2020


Il Consigliere del Partito Democratico Luca Zeni ha quindi presentato oggi un’interrogazione in Consiglio provinciale per sapere se il cambio di responsabile politico
del settore (con il trasferimento delle competenze dall’Ass. Spinelli all’Ass. Gottardi) potrà sortire qualche cambiamento della linea fin qui perseguita e quali prospettive si
profilano per quei dipendenti del “Centro per la Cooperazione internazionale” che si troveranno, a breve, licenziati.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE

Interrogazione n.

DOVE PORTA LA POLITICA DEI “TAGLI”?

 

 

Nella risposta ufficiale ad una interrogazione degli scorsi mesi, l’Assessore, competente allora per la materia dell’immigrazione e della solidarietà internazionale, dichiara che nel prossimo triennio è previsto, dagli andamenti delle finanze pubbliche provinciali, una progressiva riduzione del sostegno economico provinciale al “Centro per la Cooperazione internazionale”, ormai da tempo nel mirino della politica salvinista di taglio alle spese per la solidarietà e per la cooperazione internazionale.

In ossequio ai dettati del “capitano” si prevede quindi un calo delle risorse nel triennio prossimo pari al 70% dei finanziamenti pubblici, facendo così regredire gli stessi dall’attuale cifra di 1.220.000 euro alla somma di 365.000 euro previsti per l’anno 2022 e ciò nonostante anche le flebili e sterili proteste di alcune componenti della maggioranza che, evidentemente, non hanno alcuna voce in capitolo.

Davanti a queste cifre c’è ben poco spazio per qualsiasi commento.

Si tratta infatti di un disimpegno della Provincia pressochè totale e che comporterà anche l’ormai incombente rischio del licenziamento di ben 12 persone ed il già avvenuto ritiro di 5 unità di Personale provinciale lì destinate dalla Provincia stessa, su di un totale di 39 dipendenti, in barba ai ripetuti proclami leghisti di attenzione al lavoro dei giovani ed ai temi dell’occupazione in genere.

Circa il domani dei lavoratori e delle attività fin qui svolte dal “Centro”, tutto sembra appeso all’esile filo di un futuro incontro fra il nuovo Assessore, subentrato al precedente ed al quale le deleghe in materia sono state tolte per ragioni ancora ignote e le Organizzazioni sindacali che tutelano i lavoratori, ma l’impressione è che nessun cambio di rotta avverrà nelle politiche provinciali, mandando così in fumo anni di esperienze, contatti, legami che avevano fatto del Trentino un esempio per tutto il Paese.

Questi sono i frutti della “cattiva” gestione politica del salvinismo e della semina dell’intolleranza, alla quale tutti dentro la maggioranza provinciale sembrano comunque allinearsi, dopo aver fatto “bella figura” dichiarandosi sulla stampa pronti a dissociarsi dalle più pesanti scelte della Giunta provinciale, salvo poi non farlo mai nel concreto di un’azione politicamente rilevante.

E così il governo provinciale si avvita in atteggiamenti che rendono sempre meno credibile la politica, perché nutriti solo di roboanti promesse e di enormi carenze sul piano della coerenza ed, il più delle volte, invariabilmente poi non onorati, creando inutili e dannose aspettative nella società e nei singoli, senza riuscire così a risolvere nulla.

Fin dall’inizio del suo mandato, questa Giunta provinciale aveva sostenuto, seppur mascherando il tutto sotto altisonanti dichiarazioni d’occasione (“prima i trentini” ecc.) e facili promesse, di mettere mano al settore in chiave di una riduzione drastica degli interventi pubblici su di un settore che è parte stessa dell’identità storica della nostra gente. L’obiettivo pare conseguito ed il Trentino sta ritagliandosi un’immagine di egoismo sociale che, abbinata alla carenza di visione sul futuro dell’autonomia, rischia di minare quanto di positivo si è fin qui costruito nell’immaginario collettivo nazionale e locale.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se il nuovo responsabile politico nel settore della solidarietà sociale e della cooperazione internazionale intende perseguire il disegno tratteggiato già, in questa Legislatura, dal suo predecessore e che comporterà un “taglio” progressivo fino alla misura massima del 70% delle disponibilità attuali nell’arco di un triennio delle disponibilità pubbliche per tali materie;

- cosa si ritiene di fare per gli attuali dipendenti del “Centro” che verranno messi sul mercato del lavoro proprio a seguito delle scelte della Giunta provinciale e quale grado di coerenza esiste fra le tanto sbandierate politiche occupazionali della maggioranza salvinista e gli atti concreti di riduzione dei posti di lavoro realizzati dalla Giunta provinciale;

- quali destinazioni di spesa si prevedono per i fondi dragati in questo settore, posto che una continua politica di “tagli” generalizzati e diffusi deve pur portare a qualche risultato concreto;

- quale obiettivo si verrà poi ad individuare, una volta esaurito l’impegno alla cancellazione della solidarietà internazionale, per mantenere alta l’attenzione dell’elettorato attorno al supposto “nemico” dei trentini, invariabilmente individuato in ogni minima diversità.

 

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

Distinti saluti.