Fugatti: ''Apertura del governo sulla possibilità di ricorrere al debito per gli investimenti''. Rossi e Tonini: ''Non serve che ci ringrazi per i suggerimenti. Piena sintonia con il ministro Boccia''

TRENTO. Dopo oltre un anno di amministrazione, la Provincia a trazione Lega sembra aver recepito il suggerimento del Patt già all'indomani della tempesta Vaia. La richiesta di delega fiscale per garantire certezza alle entrate e il ricorso all'indebitamento virtuoso per finanziare gli investimenti necessari alla crescita. Sono soprattutto questi i due punti importanti, raccolti negli ordini del giorno inseriti nell'ultima manovra finanziaria.
L. Andreazza, "Il Dolomiti", 20 gennaio 2020

 

Prima del vertice tra il presidente Maurizio Fugatti e il ministro Francesco Boccia, c'è stato un incontro tra il rappresentante del governo, l'ex governatore Ugo Rossi (Patt) e l'ex parlamentare Giorgio Tonini (Pd).

I rapporti finanziari tra la Provincia di Trento e lo Stato alla luce delle scelte governative e degli inevitabili riflessi sulle dinamiche del bilancio provinciale è stato il tema centrale del lungo confronto che si è svolto al palazzo di Piazza Dante tra il ministro Boccia e il presidente Fugatti. Il governatore è stato accompagnato in questa occasione dal vicepresidente Mario Tonina e dalle assessore Stefania Segnana e Giulia Zanotelli, ma anche dal direttore generale, Paolo Nicoletti, dalla dirigente del Dipartimento affari istituzionali, Valeria Placidi, e dal presidente della Commissione dei Dodici, Fabio Scalet.

"Abbiamo sempre detto - ha commentato Fugatti - che la diminuzione delle tasse può produrre un aumento dei consumi da parte delle famiglie e un rinnovato vigore degli investimenti delle imprese. Ma affermiamo anche che questo effetto va attentamente monitorato, in particolare in Trentino: lo Statuto di autonomia prevede che le nostre competenze vengano alimentate attraverso le entrate fiscali pertinenti al nostro territorio. Per questo, gli interventi dello Stato avranno un inevitabile impatto sulle casse provinciali. Il dialogo avviato con il ministro è positivo e confidiamo possa portare nel medio periodo all'individuazione di un percorso per tutelare il nostro bilancio, per il bene dei cittadini".

Tra i temi toccati, anche la possibilità che piazza Dante possa ricorrere al debito per irrobustire i flussi finanziari destinati agli investimenti strategici sul proprio territorio. In questo senso occorre però superare quel vincolo posto dallo Stato secondo il quale solo le realtà che hanno già fatto debito in precedenza - e non è il caso del Trentino - può continuare a farlo entro il limite delle somme rimborsate.

"E' chiaro che poter disporre anche di questa possibilità - ha continuato Fugatti - si traduce in un'opportunità in più per mettere in campo gli investimenti che i trentini si aspettanocosì come per continuare ad assicurare servizi eccellenti. Abbiamo ricevuto piena disponibilità a costruire insieme gli scenari del futuro, l'Accordo di Milano e Patto di garanzia avranno efficacia fino al 2022, ma l'obiettivo è quello di garantire gli strumenti necessari alla gestione autonomaresponsabile e duratura delle moltissime competenze in capo alla Provincia".

Una ricetta già proposta dall'ex presidente Rossi dopo la tempesta Vaia per fronteggiare le criticità e agevolare la ricostruzione (Qui articolo). Il suggerimento? Ridiscutere i termini del Patto di garanzia, ma soprattutto aprire un confronto per modificare alcune norme statutarie e ricorrere all'indebitamento: ci sarebbe stato margine di manovra: il centrosinistra nell'ultima legislatura aveva abbassato il debito sul Pil dal 9,5% al 6,5%, senza dimenticare che i mutui dei Comuni trentini sono stati azzerati proprio dalla Provincia. La stima di passare dal 6,5 al 7% significherebbe disporre di 180 milioni di euro aggiuntivi. Questo intervento, unito al debito autorizzato e non contratto come avvenuto in Alto Adige, consentirebbe di avere risorse per investimenti e servizi (Qui articolo).

"La manovra di bilancio proposta dal governo provinciale - hanno detto Rossi e Tonini - ci è sembrata carente su due fronti, quello della crescita economica e quello dei rapporti finanziari col governo. Questa combinazione espone la nostra comunità autonoma al rischio di trovarsi a fine legislatura davanti alla sera contromisura di dover ridimensionare, per mancanza di risorse, gli attuali elevati livelli di welfare tra sanità e assistenza, scuola, cultura e sport, protezione civile e ambientale. Insomma tutto quel pregiato, ma costoso sistema che ci consente di primeggiare in Italia e non sfigurare in Europa nelle classifiche sulla qualità della vita".

E dopo oltre un anno di governo, la Provincia di Trento sembra scoprire alcuni meccanismi per fronteggiare il calo di risorse da qui al 2023. "Abbiamo dovuto indicare più volte la strada - ha spiegato Rossi - ma forse questa è stata quella buona. Il presidente è fortunato che le opposizioni conoscano le prerogative dell'Autonomia e riescano a indicare la strada da seguirealtrimenti sarebbe stata ancora più dura. Siamo riusciti a raggiungere esattamente quanto non si è ottenuto con l'ex vice premier Matteo Salvini. Il Trentino non ha bisogno di un governo amico nel senso di politicamente omogeneo alla Giunta provinciale, ma di un governo serio. A questa serietà responsabile, costruttiva e propositiva continua a ispirare la nostra azione nelle istituzioni della nostra autonomia".

A smuovere le acque sono stati Patt e Partito democratico. "A margine della serata del Pd con il candidato sindaco del capoluogo, Franco Ianeselli (Qui articolo), abbiamo incontrato il ministro e abbiamo avuto modo di illustrare le problematiche a Boccia, il quale ha capito perfettamente le nostre istanze e quindi le sue aperture sono tanto positive quanto importanti. Ora Trento e Bolzano devono camminare insieme nell'interesse comune di aggiornare i patti con lo Stato e salvaguardare l'Autonomia", hanno evidenziato Rossi e Tonini.

Un dibattito iniziato già nel corso della manovra di bilancio 2020. "Le minoranze - hanno proseguito i consiglieri provinciali di Patt e Pd - hanno intrapreso un percorso diverso rispetto a quanto portato avanti nelle passate legislature dalle opposizioni alle Giunte del centrosinistra autonomista. Non abbiamo impegnato il Consiglio in una lunga maratona ostruzionistica per costringere la maggioranza a votare migliaia di emendamenti privi di senso solo per ottenere concessioni su questioni di dettaglio. Abbiamo preferito chiamare la Giunta al confronto di prospettiva sul futuro del Trentino".

Una manovra un po' scarsa per le potenzialità e le abitudini del Trentino (Qui articolo). E i dati ufficiali presentati dalla Giunta Fugatti a causa del venir meno degli arretrati corrisposti negli ultimi anni dallo Stato, nel 2022 il bilancio della Provincia potrà disporre di circa 400 milioni di euro in meno rispetto al 2019 (da 4,7 a 4,3 miliardi).

Una prospettiva, come hanno riconosciuto anche le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, allarmante e aggravata dalle previsioni di crescita dell’economia trentina: se nel 2018 il Pil è cresciuto a un ritmo doppio rispetto a quello nazionale (1,6 contro 0,8), nel 2022 la Giunta provinciale prevede un sostanziale allineamento: 1,1 in Trentino e 1 in Italia.

"Questo significa che dall'economia reale non è realistico attendersi nessun significativo beneficio per le finanze provinciali in termini di gettito tributario aggiuntivo. In Consiglio - hanno aggiunto Rossi e Tonini - abbiamo ritenuto doveroso assumerci la responsabilità di avanzare alla Giunta proposte costruttive per avere una prospettiva meno incerta sul terreno economico e sociale: l’esecutivo provinciale è chiamato a indicare nel prossimo Documento programmatico un obiettivo di crescita più ambizioso, oggi assenti, ma anche a definire un pacchetto di misure per la crescita e per l’occupazione. A questo si aggiunge la necessità di aprire con il Governo nazionale, insieme alla Provincia di Bolzano, un confronto volto a rafforzare la nostra autonomia sul terreno finanziario, fermi restando ovviamente i nostri doveri di solidarietà con il resto del Paese".

Proposte messe nero su bianco in due ordini del giorno che sono stati discussi in Consiglio, emendati dalla Giunta e approvati col voto convergente di maggioranza e opposizione. "In particolare sul terreno dei rapporti finanziari con lo Stato - hanno concluso Rossi e Tonini - l’ordine del giorno presentato dalle minoranze impegnava l'esecutivo ad aprire un confronto col Governo, finalizzato a dare al nostro sistema autonomistico 'stabilità di risorse e quindi certezza e programmabilità della spesa'; promuovere 'un adeguamento delle disposizioni costituzionali e statutarie, volto a riconoscere competenza integrale in materia tributaria' e 'piena autonomia nella definizione delle entrate' alle nostre istituzioni autonomistiche, fermi restando i nostri doveri di solidarietà nei confronti del Paese. Allo stesso tempo, il confronto col Governo dovrà condurci anche alla definizione di “una normativa specifica in tema di indebitamento, che consenta alle Province autonome di pianificare e finanziare, anche attraverso il ricorso al debito, gli investimenti necessari allo sviluppo economico".