Internet of Things: la giunta plagia il progetto di Trentino Digitale

Il 10 gennaio 2020 la giunta provinciale presenta in pompa magna un grande progetto che dovrebbe rappresentare la chiave per evitare lo spopolamento delle valli trentine, sfruttando le potenzialità che offrono la tecnologia e le infrastrutture informatiche. “Internet of Things: la tecnologia al servizio del territorio”, è il titolo del comunicato della giunta provinciale, seguito da video interviste ed interviste sui quotidiani nei giorni successivi, in particolare del vicepresidente Tonina.
Luca Zeni, 17 gennaio 2020

Un progetto importante, strategico, che consente alla giunta di fornire finalmente, dopo mesi di inerzia e di proteste sindacali, un mandato preciso al consiglio di amministrazione fortemente voluto dall’assessore Spinelli.

Quello che la comunicazione della giunta omette, è che questa innovativa proposta è la stessa che era stata ufficialmente presentata nel 2018 dalla Provincia ai comuni, con Trentino Digitale regista del percorso, e che proprio tale proposta era stata oggetto di attacco da parte dell’assessore Spinelli agli amministratori di Trentino Digitale, nella sua azione forzata ed illegittima di rimozione.

Ripercorriamo le tappe.

Il Progetto Smart Territory è stato elaborato da Trentino Digitale, recepito dalla Provincia con convinzione e condivisione, e presentato nel corso del 2018 dal Presidente Rossi e dal Segretario generale della Provincia Nicoletti al Consiglio delle autonomie e ai diversi Sindaci del territorio, ottenendo un riscontro molto positivo.

Tramite il CAL furono inviate le schede di adesione ai diversi Comuni e circa 110/115 Sindaci aderirono formalmente al progetto.

Il Progetto è nato ed è stato sviluppato totalmente all’interno di Trentino Digitale e fondeva le competenze e le esperienze delle due anime della Società (infrastrutture, Tnet e sviluppi digitali e gestione di piattaforme, Informatica Trentina).

Era stato voluto ed elaborato proprio per dare da subito un seguito operativo vantaggioso, derivante dalla fusione delle due società in un’unica governance. Inoltre esso avrebbe portato ad uno sviluppo di servizi a favore di tutte le comunità, superando i limiti morfologici, economici e di mercato che creano il vero divario geografico tra città e periferie territoriali;

I capisaldi principali del progetto erano:

  1. Le reti in banda stretta (I.o.T), infrastrutture abilitanti per interconnettere territori, promuovere nuovi servizi e migliorare la vita dei cittadini e delle imprese;
  2. ridurre il divario geografico tra centri urbani e periferie territoriali, implementando servizi e costanti innovazioni;
  3. Attraverso le reti I.o.T. implementare una pluralità di servizi e vantaggi per tutta la collettività, comprese comunità montane e di valle, spesso escluse dallo sviluppo tecnologico;
  4. un modello creativo che risolva il limite tecnico-finanziario, legato agli innesti impattanti sul territorio quali ad esempio nuove palificazioni, tralicci, trincee di distribuzione elettrica, lavori edili, ecc. che acceleri il futuro in Trentino.

Le aree potenziali d’intervento e i servizi che si potrebbero erogare alle comunità sono riassunti nell’allegato “SINTESI AREE D’INTERESSE DI SMART TERRITORY” e, come è possibile vedere, quanto proposto ora dalla Giunta è direttamente ripreso dal Progetto originario, con qualche perdita per strada di servizi strategici (il progetto originario era più completo e toccava anche l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica, anche se in una successiva intervista l’assessore Tonina riprende in parte anche questo tema);

Da informazioni raccolte, pare che a gennaio 2019 il progetto sia stato presentato al Presidente Fugatti, insieme ad un altro Progetto che era in fase di elaborazione al termine della scorsa legislatura, sull’assistenza domiciliare e la messa a sistema per la sostenibilità del terzo settore, sempre utilizzando le tecnologie moderne. Pare che in sede di presentazione sia il presidente Fugatti che il Segretario generale Nicoletti dichiararono di apprezzare molto l’iniziativa e la lungimiranza progettuale dimostrata dalla Società.

Qualche mese dopo iniziò la farsa condotta dall’assessore Spinelli, che aveva deciso di rimuovere senza motivo il cda di Trentino Digitale per sostituirlo con uno di sua fiducia. Spinelli pubblicamente, scambiando il Progetto per il Piano Industriale (commettendo un grave errore tecnico o compiendolo perché era strumentale ad altro obiettivo), con interventi in eventi pubblici contro la Società, ha dichiarato che il piano industriale di Trentino Digitale (ossia il progetto Smart Territory) non era in linea con la visione moderna dell’innovazione e delle tecnologie e comunque con quella della Giunta, e che in ogni caso il C.d.A. era inadeguato.

Oltre alle accuse di inadeguatezza del presunto piano industriale e del C.d.A., venivano ribadite due tesi principali: il diritto di nominare con urgenza persone di propria fiducia e la necessità di un nuovo piano industriale.

Ad ormai 6 mesi di distanza possiamo affermare che risulta ancora più incomprensibile la forzatura effettuata di rimozione del C.d.A. di Trentino Digitale:

            - il nuovo presidente, impegnato dirigente di una società pubblica di informatica          della Regione Lombardia, è presente soltanto saltuariamente in Trentino e pare         abbia richiesto di distribuire ai dirigenti le sue deleghe, con un atto quanto meno     originale;

- si è deciso soltanto ora di avviare la ricognizione per il posto di direttore generale di Trentino Digitale (con il precedente cda era il Presidente a svolgere di fatto anche quelle funzioni, con risparmio economico per la società) a cui seguirà, in caso di esito negativo, il relativo bando. Nel documento inviato a tutti i dirigenti e direttori della Pat è stato inserito come “elemento di valutazione” l’originale requisito di aver ricoperto il ruolo di Presidente, Amministratore delegato o Amministratore Unico per un periodo di tempo di almeno tre anni in società private o pubbliche;

- soprattutto, non soltanto non è stato approvato un piano industriale – alla cui approvazione entro l’anno 2019 era peraltro subordinata la liquidazione di una cospicua integrazione allo stipendio del presidente – ma è stata assegnata una consulenza alla società Price Waterhouse perché questa rediga una proposta di piano industriale. Formalmente si è proceduto attraverso Consip per una fornitura di servizi, ma è pacifico che la redazione di un piano industriale è di fatto una consulenza;

- negli ultimi mesi pare che si siano dimessi dalla società 25 dipendenti, quasi tutti tecnici, che evidentemente erano competitivi sul mercato ed hanno trovato altra collocazione. Questo dato risulta preoccupante, poiché tali dinamiche sono indicatrici di un clima di marcata incertezza gestionale e strategica.

 

Ricapitolando, la giunta provinciale:

- prende visione e si complimenta con il vecchio cda di Trentino Digitale per il progetto Smart Territory, che aveva già raccolto numerose adesioni tra i comuni trentini;

- l’assessore Spinelli, confondendo il progetto Smart Territory, lo dichiara insoddisfacente ed attacca il cda di Trentino Digitale fino a costringerlo alle dimissioni;

- il nuovo cda non adotta un piano industriale, ma affida una consulenza ad una società perché rediga il piano industriale (su quali linee guida? La giunta ha almeno fissato gli indirizzi generali o anche quelli sono prerogativa della società di consulenza?);

- oggi, con Trentino Digitale senza una rotta precisa, con i sindacati che avevano indetto lo stato di agitazione, si ripesca un progetto già proposto dalla Società e lo si affida alla stessa, reputata inadeguata fino a ieri e senza aver introdotto alcun cambiamento, anzi avendone molto limitato l’azione;

Questa ennesima azione improvvisata e parziale, dettata probabilmente dalle pressioni dei sindacati ad avere qualche prospettiva, dimostra ancora una volta come fossero pretestuose le accuse al vecchio C.d.A. e come, una volta ottenuto di farlo fuori nel modo più scorretto e illegittimo possibili, non si abbia ancora oggi un’idea chiara del futuro dell’azienda e dei dipendenti e soprattutto quale futuro per il Trentino attraverso la società tecnologica di sistema.

Non possiamo che essere felici che un ambizioso progetto sviluppato grazie alle competenze del vecchio C.d.A. di Trentino Digitale oggi sia rilanciato dalla giunta salvinista, ma sarebbe più corretto se la stessa non lo vendesse come una grande invenzione leghista, plagiando idee altrui.

Più corretto sarebbe che si riconoscesse che la strada migliore per garantire lo sviluppo del territorio trentino non è difendere gli stessi servizi pensati decenni fa, ma è di pensare alla nostra provincia come a un unico sistema, che anche grazie alle innovazioni tecnologiche può fornire nuove modalità di erogazione dei servizi (pensiamo anche all’assistenza, la parte mancante del progetto che doveva essere sviluppata nella fase successiva).

 

Tutto ciò premesso si interroga la giunta per sapere:

 

1)           se corrisponde al vero che il progetto Smart Territory era stato presentato al presidente Fugatti nel gennaio del 2019;

2)           se corrisponde al vero che il nuovo C.d.A. di Trentino Digitale non ha elaborato un piano industriale ma che è stata affidata una consulenza alla società Price Waterhouse;

3)           come sia stato possibile affidare tale consulenza, mascherata dietro alla dicitura “fornitura di servizi”, per elaborare un piano di competenza della società in base alle linee guida della Provincia;

4)           quali siano le linee strategiche di indirizzo che la giunta ha fornito a Trentino Digitale e successivamente o per suo tramite alla società di consulenza per elaborare il piano industriale e se sia possibile avere copia del documento che le illustra;

5)           se corrisponda al vero che siano stati deliberati ulteriori emolumenti, rispetto a quanto già previsto, per il presidente di Trentino Digitale all’ultima assemblea, a quale titolo e se essi superino il limite di cui alla legge Madia; quale sia il compenso complessivo totale del presidente, se vi sia una scadenza rispetto a parte delle somme e se siano stabiliti obiettivi particolari giustificativi dell’eventuale aumento; in caso positivo, se i pagamenti effettuati da Trentino Digitale vengano introitati da Regione Lombardia o come vengano effettivamente destinati in caso di superamento dei limiti delle legge Madia;

6)           se corrisponda al vero che il Presidente di Trentino Digitale abbia chiesto di trasferire le sue deleghe ai dirigenti di Trentino Digitale e, in caso di risposta   affermativa, come si sia proceduto rispetto a tale richiesta;

7)           per quale motivo si è cercato di vendere il progetto “Internet of Things: la tecnologia al servizio del territorio” come una nuova proposta della giunta salvinista, compiendo un plagio, e non come una ripresa del progetto già in corso Smart Territory.

 

Con richiesta di risposta scritta entro 30 giorni come da Regolamento (ricordo che le precedenti interrogazioni riguardanti Trentino Digitale sono rimaste ancora senza risposta, in palese violazione del regolamento del Consiglio provinciale).

Distinti saluti